Aleksei Leonov e la prima passeggiata nello spazio – video

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di Oliver Melis

Aleksej Archipovic Leonov è nato a Listvjanka il 30 maggio del 1934 ed è stato il primo essere umano a lasciare la sua capsula spaziale per rimanere sospeso liberamente nello spazio.

Leonov iniziò il suo addestramento da pilota nel 1953 presso la scuola di piloti di Kremenchug in Ucraina che lasciò solo due anni dopo ottenendo il massimo dei voti con lode. Successivamente venne addestrato fino al 1957 a pilotare aerei caccia presso la scuola di piloti di Cuhuïv in Ucraina.

Diventato sottotenente dell’aeronautica militare sovietica, venne selezionato nel 1959 nel cerchio più ristretto dei piloti aspiranti per l’addestramento da cosmonauti. Insieme ad ulteriori 19 piloti fece parte del primo gruppo di cosmonauti dell’Unione Sovietica selezionati e nominati ufficialmente il 7 marzo 1960.

Nel giugno del 1963 venne nominato pilota di riserva per Valerij Fëdorovic Bykovskij per il volo nello spazio della Vostok 5, il secondo volo di gruppo (Vostok 6 con a bordo Valentina Vladimirovna TereÅ¡kova – la prima donna nello spazio – venne lanciato solo pochi giorni più tardi e pertanto due navicelle spaziali si trovarono nello spazio  contemporaneamente) nella storia dell’esplorazione umana nello spazio. Pertanto Leonov divenne candidato per una successiva missione della Vostok e, diversamente dagli altri cosmonauti, nel 1964 non iniziò l’addestramento per la nuova capsula spaziale Sojuz.



Nella primavera del 1964 venne deciso, che le successive missioni nello spazio sarebbero state eseguite con capsule spaziali del tipo Vostok appositamente modificate ed ora ufficialmente denominate Voschod. Questa navicella infatti era capace di trasportare un equipaggio di tre membri. Il primo volo della Voschod venne programmato per trasportare tre scienziati-cosmonauta nello spazio mentre il secondo volo fu programmato per fare in modo che un cosmonauta lasciasse il suo veicolo spaziale.

Leonov venne selezionato per la seconda missione ed a partire dal luglio dello stesso anno iniziò l’addestramento, in particolare per la manovra di uscita dalla capsula spaziale. Il 9 febbraio 1965 venne annunciata e confermata in via ufficiale la sua selezione quale membro dell’equipaggio di questa missione ed il suo particolare incarico, cioè quello di svolgere la prima attività extraveicolare della storia dell’esplorazione umana nello spazio.

Il 18 marzo del 1965 il cosmonauta trentenne Alexey Leonov si trovò alle prese con una sfida senza precedenti: Assieme al suo capo missione Pavel Belyayev era a bordo della navicella sovietica Voskhod 2, dalla quale sarebbe uscito nello spazio.

Cosmonauti russi ed astronauti americani avevano già orbitato intorno alla Terra, ma era la prima volta che un essere umano si sarebbe esposto al vuoto dello spazio. Leonov avrebbe effettuato la prima passeggiata spaziale.

90 minuti dopo il decollo, Leonov si diresse verso la camera di decompressione Volga della nave, assicurò un cavo da 5,35 metri intorno al suo torace, apri il portellone e si lasciò andare nel vuoto, con solo la tuta spaziale a proteggerlo. Per la prima volta un essere umano lasciava la sua navicella spaziale per galleggiare in orbita.

Una cinepresa montata su Volga, che Leonov aveva azionato uscendo, ha catturato la prima attività extraveicolare umana.

Leonov aveva una seconda telecamera fissata sul petto ma, a causa di un problema alla tuta, che a causa della pressione si era gonfiata impedendo all’astronauta di raggiungere il pulsante posizionato sulla coscia, non fu attivata.

Inizialmente Leonov pare non si fosse preoccupato dell’eccessivo volume raggiunto dalla sua tuta sicuramente rapito dal panorama mozzafiato e libero di orbitare attorno alla Terra.
Ma al momento del rientro Leonov si trovò in grande difficoltà: la sua tuta spaziale dopo 12 minuti di attività extraveicolare era diventata troppo rigida e voluminosa.

Che fare?

Leonov fece, forse, l’unica cosa possibile, sgonfiò la tuta aprendo una valvola e riuscì a rientrare all’interno del modulo Volga prima che la tuta si sgonfiasse del tutto, rischiando la decompressione. I guai però non erano finiti, poco dopo il rientro si accorse che il sistema di guida non era funzionante e i due compagni di missione dovettero cercare in fretta una soluzione per non finire bruciati nell’atmosfera o perdersi nello spazio riuscendo a orientare manualmente la capsula e calcolare l’esatta sequenza di accensione dei retrorazzi per riuscire a rientrare sani e salvi in patria.

La discesa fu molto brusca e l’atterraggio avvenne in una foresta siberiana nei pressi della cittadina di Solikamsk a 400 Km dal punto previsto. Il giorno seguente un team di ricerca li ritrovò sani e salvi nonostante la notte gelida passata senza riscaldamento.
Leonov oggi ha 84 anni ed è un eroe entrato nella storia dell’astronautica.

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