Le fake news, così come le false credenze, gli inganni, le teorie complottistiche o, come si dice oggi, le bufale, sono sempre esistite.
Quello che differenzia le teorie fasulle di ieri da quelle di oggi è la straordinaria velocità di propagazione e la “mondializzazione” di quelle attuali grazie all’uso della rete.
La prima di queste fake news nella storia dell’umanità è con ogni probabilità quella che va sotto il nome di Constitutum Constantini, più comunemente conosciuta come la Donazione di Costantino.
Tutto nasce da un documento che reca la firma di Costantino, l’imperatore romano che farà del cristianesimo la religione di stato, datato 30 marzo 315. Un punto in particolare sarà utilizzato nei secoli dalla Chiesa per legittimare il potere temporale.
Questa la parte dell’editto che costituirà il fulcro della prima fake news della storia:
«Affinché la dignità pontificale non sia svilita, ma sia onorata più della dignità e della potenza della gloria dell’impero terreno, ecco che, trasferendo e lasciando al più volte nominato beatissimo pontefice, il padre nostro Silvestro, papa universale, e alla potestà e giurisdizione dei pontefici suoi successori, il nostro palazzo e tutte le province, luoghi e città di Roma, dell’Italia, e delle regioni occidentali, determiniamo, con decreto imperiale destinato a valere in perpetuo, in virtù di questo nostro editto e prammatico costituto, che essi ne possano disporre, e concediamo che restino sottoposti al diritto della Santa Romana Chiesa.»
Questo documento viene scritto quando Costantino, da sempre imperatore che guarda ad oriente, decide di trasferire la capitale dell’Impero da Roma a Bisanzio, un’antica e piccola città situata sulle sponde del Bosforo che verrà ribattezzata Costantinopoli in onore dell’imperatore.
L’editto che costituirà la legittimazione del potere politico e statale della Chiesa però è un falso.
Per ritrovare le prime tracce scritte di questa bufala dobbiamo risalire al VIII secolo, cinque secoli dopo di quando sarebbe stato scritto. Siamo nel pieno dello scontro tra la Chiesa di Roma e la Chiesa ortodossa che non accetta di essere subordinata.
Il patriarca di Costantinopoli Michele Cerulario porta lo scontro all’atto conclusivo, lui e il Papa si scomunicheranno a vicenda e nel 1054 avverrà lo scisma definitivo tra le due Chiese. Un anno prima papa Leone IX nel tentativo di evitare il redde rationem scrive a Cerulario e porta come prova “giuridica” della supremazia di Roma, l’editto firmato da Costantino nel 315.
Naturalmente questa rivendicazione basata sulla Donazione di Costantino non produce alcun effetto e lo scisma si consuma inevitabilmente. Da allora però il “prezioso documento” sarà utilizzato molto spesso dalla Chiesa cattolica, apostolica e romana per rivendicare il suo diritto al potere temporale. Come per tutte le fake news anche quelle medioevali avevano i loro critici come ad esempio Dante che nel canto XIX dell’Inferno si scaglia contro la Donazione di Costantino colpevole di aver corrotto la spiritualità della Chiesa. L’invettiva di Dante però non mette in discussione la veridicità del documento.
I sospetti sulla sua attendibilità iniziano a sorgere già intorno all’anno 1000 con le denunce di Ottone III e Silvestro II, a giudizio dei quali il documento non sarebbe altro che un falso. L’imperatore arriva addirittura a identificare l’autore della contraffazione nella persona di un diacono noto come “Giovanni dalle dita mozze”.
Durante il Concilio di Costanza (1414-1418) si sottolinea come non esistono altre fonti che in quel periodo e nei secoli successivi richiamino la Donazione di Costantino. Nel 1433, durante il Concilio di Basilea, un’altra dura picconata alla Constitutum Costantini arriva da Niccolò Cusano che ribadisce la totale falsità del documento pur non soffermandosi troppo sulle prove di questa sua perentoria affermazione.
Il colpo di grazia alla Donazione di Costantino, arriva però nel 1440 ad opera del sacerdote e filologo piacentino Lorenzo Valla. Questo straordinario intellettuale porterà le prove inconfutabili del falso ad iniziare dalla data inserita nella firma che non era una pratica comune nel IV secolo, a meno che il documento non dovesse essere spedito. Inoltre, nonostante si presenti come un documento ufficiale, Valla fa notare che manca il sigillo imperiale. Come se non bastasse il filologo fa notare che il latino usato nella Donazione è molto differente da quello del periodo in cui si riferisce, più “imbastardito” dalle occupazioni barbariche a cui la penisola era stata sottoposta.
Ma le prove sulla falsità dell’editto non terminano qui. Valla punta il dito nell’inclusione di Costantinopoli come sede patriarcale, il sacerdote piacentino scrive a tale proposito: «E, ciò che è molto più assurdo e non rientra nella realtà dei fatti, come si può parlare di Costantinopoli come di una delle sedi patriarcali, quando ancora non era né patriarcale né una sede né una città cristiana né si chiamava così, né era stata fondata, né la sua fondazione era stata decisa? Infatti il privilegio fu concesso tre giorni dopo che Costantino si fece cristiano, quando Bisanzio esisteva ancora e non Costantinopoli.»
Ed il puntiglioso Valla include nell’armementario di prove che sgretoleranno l’autenticità della Donazione di Costantino anche la citazione delle Basiliche di dedicate a Pietro e Paolo, ancora prima che fossero costruite. Insomma la Donazione è un clamoroso falso storico, una fake news ant18e litteram.
Il testo di denuncia molto ben argomentato da Valla verrà però pubblicato soltanto nel 1517 sarà incluso dalla Chiesa nell’Indice dei libri proibiti, poiché pericoloso per la fede, e Valla dovrà presentarsi davanti al tribunale dell’Inquisizione, da cui sarà però salvato grazie all’intervento del re Alfonso V d’Aragona.
Ma chi è stato l’autore di questo falso? Secondo alcuni il responsabile sarebbe stato un chierico della Basilica Lateranense, certo Cristoforo, segretario di papa Stefano II, in un anno imprecisato tra il 754 e il 767, allo scopo di fornire una giustificazione legale al potere temporale del papa e alle sue aspirazioni egemoniche.
Un’altra versione indica l’origine della Donazione in terra di Francia, intorno al 754, a Reims, quando il successore di Carlo Magno cercava di proteggere il Papa dalle pretese dei Longobardi.
Chiunque sia l’autore della fake news dekka Donazione di Costantino, nonostante la sua falsità sia stata provata al di la di ogni ragionevole dubbio, ogni tanto nel corso della storia è continuata a riemergere dimostrando come le fake news assomiglino molto all’Idra di Lerna, il mostro dalla nove teste, che anche se recise ricrescevano con disarmante regolarità.