Cos’hanno in comune il pioniere della fantascienza, lo scrittore francese Jules Verne, lo scrittore horror HP Lovecraft e il programma spaziale russo? Il loro interesse si sovrappone a un angolo inospitale del Pacifico meridionale, identificato solo di recente come la parte più remota degli oceani del mondo: Point Nemo. In nessuna parte del mondo puoi trovare un posto più lontano dalla terraferma di questo luogo.
Il nome glielo ha dato l’ingegnere geospaziale croato-canadese Hrvoje Lukatela, non ispirandosi certo al film Pixar “Alla ricerca di Nemo”, bensì al Nemo originale, ovvero, l’omonimo capitano del sottomarino del romanzo “Ventimila leghe sotto i mari” di Jules Verne.
Point Nemo: un nome appropriato
Nemo è un nome appropriato per quello che è probabilmente il luogo più remoto della Terra, non solo perché in latino significa “nessuno“, ma anche perché nel suo ultimo romanzo “L’isola misteriosa”, Verne rivelò che la base del Nautilus di Nemo era un isola del Pacifico meridionale, successivamente distrutta da un’eruzione vulcanica. il programma spaziale russo tiene d’occhio questa parte del Pacifico meridionale da qualche tempo.
Ancor prima della sua designazione ufficiale come Point Nemo, era ovvio che questa remota parte del mondo fosse il luogo ideale per smaltire la spazzatura spaziale. Centinaia di navi spaziali dismesse, molte sovietiche/russe, ma anche europee e giapponesi, sono state portate verso la loro tomba acquatica in questa parte più remota del mondo, soprannominata anche Cimitero delle navi spaziali.
Cosa sappiamo su Point Nemo?
Point Nemo, anche conosciuto come “Polo d’Inaccessibilità del Pacifico“, è uno dei luoghi più remoti della Terra. Si trova nell’Oceano Pacifico, a circa 2.688 chilometri dalla terraferma più vicina, che è l’Isola di Ducie, parte delle Isole Pitcairn. Le coordinate esatte di Point Nemo sono 48°52.6’S 123°23.6’W. Qui di seguito forniremo alcune informazioni e curiosità su questo luogo misterioso:
- Punto più remoto dell’oceano: Point Nemo è il punto più remoto dell’oceano rispetto a qualsiasi terra emersa. È così lontano dalle coste che il tempo di navigazione per raggiungerlo è notevole.
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Punto di rientro delle navicelle spaziali: a causa della sua grande distanza da qualsiasi insediamento umano, Point Nemo è stato scelto come punto di rientro per le navicelle spaziali. Quando una navicella deve essere dismessa, i resti vengono generalmente fatti rientrare nell’atmosfera terrestre sopra questo punto, in modo che cadano nell’oceano, riducendo così il rischio per la popolazione.
3. Isolamento estremo: Point Nemo è situato in una zona dell’oceano nota per le sue condizioni estreme. Le tempeste e i venti possono essere intensi, rendendo la navigazione in quest’area difficile e pericolosa.
- Vita marina: nonostante le condizioni difficili, la vita marina può essere sorprendentemente abbondante intorno a Point Nemo. La mancanza di attività umane può rendere questo luogo un rifugio per molte specie marine.
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Esplorazione scientifica: data la sua natura isolata e inaccessibile, Point Nemo è un luogo di grande interesse per gli scienziati. È stato oggetto di studi sull’ecologia marina, sul clima e su altri fenomeni oceanografici.
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Isolamento radioattivo: a causa della sua lontananza da qualsiasi attività umana significativa, Point Nemo è stato anche utilizzato per immagazzinare materiale radioattivo. Questo solleva tuttavia preoccupazioni ambientali riguardo alla contaminazione dell’oceano in un’area così remota.
Conclusioni
In conclusione, Point Nemo è un luogo affascinante e misterioso, che attira l’interesse sia degli scienziati che degli appassionati di avventura. La sua estrema lontananza e le sue condizioni ambientali uniche lo rendono un soggetto di studio e di curiosità senza fine.
Pensate che nel 1997, gli oceanografi rilevarono un suono a frequenza ultrabassa proveniente dalle profondità sotto Point Nemo, chiamato Bloop, un suono enigmatico che gli esperti hanno considerato troppo potente per essere prodotto anche dalle balene blu, le più grandi creature marine conosciute. Da allora gli scienziati hanno suggerito che sia stato prodotto dal distacco degli iceberg in Antartide.