La panspermia è la teoria secondo cui asteroidi, meteore e comete possono trasportare microrganismi da un sistema planetario all’altro e che un tale processo, forse microorganismi provenienti da Marte, potrebbe aver portato la vita sulla Terra.
Ma potrebbe essere possibile il contrario? Forme di vita microbica terrestre potrebbero essere state inviate nello spazio da impatti di corpi celesti?
Una nuova ricerca del fisico teorico Abraham (Avi) Loeb, dell’Università di Harvard, suggerisce che potrebbero essere avvenuti molti di questi eventi nel corso della vita della Terra. Loeb ha anche pubblicato.
Il nuovo studio peer-reviewed è stato pubblicato su arXiv il 14 ottobre 2019.
Dal documento:
“L’esportazione della vita terrestre dal sistema solare richiede un processo che incorpori microorganismi terrestre in rocce espulse prima dalla Terra e poi dal sistema solare. In questo studio, esploriamo la possibilità che comete di lungo periodo ed oggetti interstellari possano esportare la vita dalla Terra raccogliendo microbi dall’atmosfera per poi ricevere un effetto fionda gravitazionale dalla Terra. Stimiamo che il numero totale di eventi di esportazione nel corso della vita terrestre sia di circa 1-10 per le comete di lungo periodo e di circa 1-50 per gli oggetti interstellari. Se la vita esistesse al di sopra di un’altitudine di 100 km, il numero aumenterebbe drammaticamente fino a circa 100.000 eventi di esportazione nel corso della vita della Terra“.
L’idea che la vita terrestre possa essere stata esportata in altri luoghi del sistema solare o anche oltre è affascinante. Ma è davvero successo?
Come notato da Loeb, nella maggior parte dei casi gli impatti di asteroidi non sarebbero in grado di inviare rocce al di fuori del sistema solare, ma alcuni di loro potrebbero compiere il viaggio con l’aiuto di altri pianeti:
“La maggior parte degli impatti di asteroidi non sono abbastanza potenti da espellere le rocce terrestri con una velocità sufficiente a lasciare il sistema solare. Ma molti corpi del sistema solare trascorrono la maggior parte del loro tempo nella Nube di Oort, una specie di vivaio di comete che si trova, vagamente legato alla gravità del Sole, a distanze fino a 100.000 volte più lontane dalla Terra. Alcuni di questi corpi appaiono episodicamente come comete di lungo periodo con orbite eccentriche che li avvicinano al sole, dove possono essere spinti gravitazionalmente dai pianeti fino ai confini del sistema solare, come una palla che di un flipper“.
Oltre ai microbi nelle rocce o nel suolo, ci sono colonie di microorganismi nell’atmosfera stessa, ad un’altitudini variabili tra i da 48 ed i 77 chilometri. Questi microorganismi potrebbero essere “raccolti” da asteroidi che passano molto vicino alla Terra, ma senza impatto. Questo potrebbe accadere anche con asteroidi originati oltre il sistema solare.
Come notato anche da Loeb, i microbi sarebbero molto più adatti a sopravvivere espulsi violentemente nello spazio all’interno di un pezzo di roccia:
“È noto che i piloti dei caccia riescono a malapena a sopravvivere a manovre con accelerazioni superiori a 10 g, dove g è l’accelerazione gravitazionale che ci lega alla Terra. Ma gli oggetti che passassero radenti al suolo raccoglierebbero microbi ad accelerazioni di milioni di g. Potrebbero sopravvivere a questa accelerazione? Probabilmente si! Microbi e altri piccoli organismi come Bacillus subtilis , Caenorhabditis elegans , Deinococcus radiodurans , Escherichia coli e Paracoccus denitrificans hanno dimostrato di resistere ad accelerazioni solo di un ordine di grandezza più piccole. A quanto pare, questi mini astronauti sono molto più adatti a fare un giro nello spazio rispetto ai nostri migliori piloti umani”.
Quindi, la Terra avrebbe potuto diffondere la vita in altri mondi?
Se qualche microbo terrestre avesse mai compiuto questo viaggio miliardi di anni fa, sarebbe potuto sopravvivere atterrando sulla superficie di un altro pianeta o luna?
Non è probabile, a parte forse Marte (a seconda di quanto fosse abitabile in quel momento) o lune di ghiaccio / oceano come Europa o Encelado. Ma anche su quelle lune, qualsiasi microbo verrebbe scaricato su superfici prive di aria coperte di ghiaccio. È dubbio che potrebbero scendere negli oceani sottostanti attraverso le croste di ghiaccio a meno di cadere casualmente proprio in qualche fessura profonda collegata ai geyser di vapore acqueo, come su Encelado.
Se la vita verrà mai scoperta negli oceani di Europa o Encelado, è più probabile che si sia evoluta da sola. Inoltre, se qualche microbo uscisse completamente dal sistema solare, viaggerebbe per milioni o miliardi di anni prima di incontrare altri esopianeti o esolune.
Anche se non è stato ancora dimostrato che la vita dalla Terra abbia già viaggiato in tutto il sistema solare, e forse anche al di fuori di esso, questa è, secondo Loeb, certamente una possibilità molto interessante.
In conclusione: un nuovo articolo del fisico teorico Abraham (Avi) Loeb sostiene che microorganismi terrestri potrebbero essere stati espulsi nello spazio da impatti dal passaggio di asteroidi o comete miliardi di anni fa, in una specie di panspermia inversa.