Visibile nel cielo notturno il trenino dei satelliti Starlink che agita gli astronomi (video)

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La scorsa settimana SpaceX ha lanciato 60 satelliti per telecomunicazioni Starlink. È stato il primo grande lancio dell’ambizioso progetto di Elon Musk di posizionare in orbita bassa circa 12.000 satelliti destinati ad offrire una copertura mondiale per la connettività internet ultraveloce. Il lancio dei satelliti da 227 kg l’uno si è svolto senza intoppi, i satelliti sono stati rilasciati tutti insieme ed ora stanno dispiegando i propri pannelli solari per poi posizionarsi nelle posizioni orbitali previste.

Durante la fase di dispiegamento i satelliti stanno orbitando a grande velocità, offrendo uno spettacolo inusuale ed emozionante: un “treno” che percorre il cielo, ben visibile di notte con il cielo terso. Marco Langbroek, un astronomo dilettante olandese è riuscito a riprendere un breve filmato in cui si vede il passaggio del “treno” dei satelliti sopra i Paesi Bassi, un filmato che ha già scatenato una discussione sui potenziali problemi che la costellazione degli Starlink potrebbe causare nel cielo notturno.

Il video è relativo a meno di 24 ore dal rilascio dei satelliti che, quando saranno completamente dispiegati nelle posizioni previste, non saranno così facilmente individuabili. Secondo il sito Space.com, i satelliti non sono abbastanza luminosi da essere visibili ad occhio nudo, e una volta che si dispiegati la loro luminosità diminuirà ulteriormente.

Ma gli astronomi astronomi la costellazione Starlink potrebbe diventare un problema.

I satelliti esistenti sono già difficili da gestire per i telescopi terrestri“, spiega l’astronomo della Swinburne University Alan Duffy, che è anche il principale scienziato della Royal Institution of Australia. I satelliti attuali sono un problema, ma gli astronomi hanno sviluppato tecniche per non risentirne“.



Ad esempio, i telescopi ottici come il Pan-STARRS rimuovono automaticamente dalle immagini i satelliti in transito, mentre con i radiotelescopi come l’ASKAP, nell’Australia occidentale, scansioniamo il cielo nelle frequenze non accecate dai segnali di navigazione satellitare come il GPS“.

Secondo i dati attuali dell’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari spaziali esterni, ci sono 5.162 oggetti in orbita attorno alla Terra, di cui circa 2.000 sono operativi.

Pertanto, l’implementazione di una rete di 12.000 satelliti non avrebbe precedenti. L’ambiente in cui viviamo è costantemente saturato dalle onde radio: il WiFi, le torri telefoniche e le reti wireless emettono molto rumore radio, ma i satelliti sono molto peggiori per i radiotelescopi di qualsiasi altra cosa basata a terra. Una costellazione completa di satelliti Starlink significherà probabilmente la fine dei radiotelescopi basati a Terra, in grado di scansionare i cieli per deboli oggetti radio“, ritiene Duffy. Gli enormi benefici della copertura globale di internet supereranno il costo per gli astronomi, ma perdere la possibilità di scansionare i segnali radio del cielo è un costo per l’umanità, poiché potremmo non essere più in grado di vedere il bagliore del Big Bang o quello della nascita di nuove stelle.”

Secondo Duffy, la flotta Starlink renderà “inevitabile” questa interferenza sulle radiofrequenze e suggerisce che dovremmo “costruire un radiotelescopio sul lato più lontano della Luna“, protetto dal rumore radio della Terra.

A quanto pare, SpaceX non ha ancora completamente valutato le probabili interferenze radioastronomiche che provocheranno i suoi satelliti Starlink. L’anno scorso, l’astronomo della National Astronomy Radio Observatory, Harvey Liszt, ha scritto alla Federal Communications Commission (FCC) degli Stati Uniti, esprimendo preoccupazione per il progetto. Secondo Liszt, il coordinamento tra diversi osservatori nazionali e SpaceX “si è interrotto in modo inconcludente verso la metà del 2017, dopo un tentativo e un trattamento preliminare delle preoccupazioni della radioastronomia e del modo in cui SpaceX intendeva affrontarle“.

È anche possibile che SpaceX non abbia ancora comunicato come intende risolvere questo problema perché questi primi 60 sono ancora considerati come “satelliti di test”. In ogni caso, SpaceX ha confermato su Twitter che sono previsti fino a sei lanci nel 2019.

Con così tanti satelliti, non è solo l’inquinamento da radiofrequenza che potrebbe diventare un problema. Potrebbe aggravarsi anche il problema della spazzatura spaziale. SpaceX sta proponendo di aggiungere 12.000 nuovi satelliti in bassa orbita terrestre, dove si trova la maggior parte della spazzatura: il 40% in più di oggetti nel giro di pochi anni, in contrasto con i 60 anni necessari per accumulare l’attuale massa di detriti spaziali“, dice Alice Gorman, un’archeologa spaziale alla Flinders University di Adelaide, in Australia.

In verità SpaceX ha un piano di mitigazione dei detriti spaziali che è stato depositato presso la FCC nel 2017; il piano prevede che i satelliti saranno de-orbitati quando saranno prossimi “alla fine della loro vita utile (circa 5-7 anni) ad un ritmo molto più rapido di quanto richiesto dagli standard internazionali“.

[I satelliti] verranno deorbitati propulsivamente facendoli scendere verso un’orbita di smaltimento dalla quale rientreranno nell’atmosfera terrestre entro circa un anno dal completamento della loro missione.

Il vero timore è che un impatto fortuito di uno dei satelliti con un frammento di spazzatura spaziale possa avviare una catena di collisioni a cascata conosciuta come sindrome di Kessler. Uno scenario proposto dallo scienziato della NASA Donald Kessler nel 1978 che si realizzerebbe quando la quantità di oggetti nell’orbita terrestre divenga abbastanza alta, una collisione potrebbe creare un effetto a cascata, creando molto più detriti e aumentando la probabilità di ulteriori collisioni.

“SpaceX ha fatto tutte le cose giuste in relazione al problema del rientro dei satelliti fuori servizio evitando le collisioni… Resta da vedere se il sistema funzionerà con un numero così grande di nuovi satelliti”.

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