Victor Goddard, viaggi nel tempo e fantasmi

Di questa storia buffa ci sono però versioni diverse, ricche di dettagli e aggiunte postume. Per capire come plausibilmente andarono le cose cercheremo di individuare i fatti provando a scremare le aggiunte fantasiose

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Nel 1935 sir Victor Goddard, alto ufficiale della Royal Air Force inglese, ebbe modo di vedere l’aerodromo di Drem, cittadina scozzese non lontana da Edimburgo e di constatarne lo stato di completo abbandono.

Alcuni giorni dopo nel volo di rientro alla base, il suo aereo finì dentro una tempesta improvvisa, lampi, pioggia battente e delle strane nuvole di colore giallo.
Goddard perse il controllo dei comandi rischiando di precipitare quando la tempesta cessò improvvisamente.

Ripresi i comandi, l’ufficiale cercò di orientarsi di nuovo: sapeva di essere all’altezza di Drem, ma quello che vide non assomigliava all’aerodromo abbandonato visto giorni prima.
Il luogo era infatti in attività, si vedevano gli operai in tuta blu indaffarati intorno ad alcuni strani aerei di colore giallo.

Questo però era alquanto strano, gli aerei della RAF non erano gialli e i meccanici e gli addetti indossavano tute da lavoro marroni. Appena superato l’aeroporto, improvvisamente, la tempesta riprese e Goddard dovette di nuovo lottare per mantenere in volo il suo aereo.

Tornato a casa, raccontò la sua strana storia ad amici e colleghi, senza che nessuno desse alla cosa particolare peso. Nel 1939, però, entrarono in uso dei nuovi modelli di bombardieri, stranamente molto simili a quelli visti da Goddard quattro anni prima, le tute degli addetti ai lavori furono sostituite con altre di colore blu, e la RAF iniziò a dipingere gli aerei di giallo.



Goddard rimase dell’idea di aver viaggiato nel tempo.

Nella foto di gruppo dello squadrone della Royal Air Force che nel 1919 lavorava a bordo della Hms Daedalus, alle spalle di uno degli uomini in ultima fila, spunta l’immagine di Freddy Jackson, un meccanico deceduto due giorni prima dello scatto. Dalle analisi fatte sulla foto si escluse una doppia esposizione.

Di questa storia buffa ci sono però versioni diverse, ricche di dettagli e aggiunte postume. Per capire come plausibilmente andarono le cose cercheremo di individuare i fatti provando a scremare le aggiunte fantasiose.

La storia viene raccontata secondo diverse versioni, alcune fonti parlano di un aerodromo visto dall’alto, per altre l’aerodromo sarebbe stato visitato di persona. Qualcuno invece propende per spiegazioni di tipo più ragionevole, bshistorian.wordpress.com ritiene semplicemente che Goddard – esperto e addestrato, ma ancora in un periodo pioneristico del volo, con strumenti tecnologicamente rudimentali – abbia perso l’orientamento e abbia sorvolato una zona a 150 km di distanza da Drem, sede di un aereoporto civile dove era plausibile trovare operai in normali tute blu e biplani di colori sgargianti.

Magari queste spiegazioni razionali non avrebbero convinto Goddard di non aver vissuto un’esperienza di “dislocazione temporale”, anche perché si sa che lo stesso Goddard era un fervido credente nel sovrannaturale.

Lo stesso Goddard fu, inoltre, autore di una delle più celebri foto di fantasmi di sempre, quella del Goddard Squadron, dove dietro ad un aviere compare il viso di un meccanico morto due giorni prima che venisse scattata la fotografia.

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