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Vaccini Covid19: aumenta il rischio di aborto spontaneo?

Un nuovo studio sui vaccini Covid19 ha cercato di spiegare il reale rischio di aborto spontaneo che potrebbe contrarre chi si sottopone a vaccinazione

I vaccini contro il Covid19 tornano per l’ennesima volta sotto la lente di ingrandimento, stavolta con un sospetto inquietante: aumenta forse il rischio di incorrere in un aborto spontaneo?

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Diverse ricerche hanno dimostrato che i vaccini contro il Covid19 non causano infertilità né aumentano il rischio di problemi legati alla gravidanza, compresi gli aborti spontanei. Nonostante queste evidenze, aleggia con persistenza una certa diffidenza sui potenziali impatti negativi sulla gravidanza.

Vaccini Covid19 e aborto spontaneo: timori infondati?

Uno studio recente condotto da ricercatori della Boston University School of Public Health (BUSPH) ha offerto informazioni più complete sulla sicurezza dei vaccini Covid19 per le persone che stanno prendendo in considerazione una gravidanza.

Pubblicato sulla rivista Human Reproduction, la ricerca non ha rilevato alcun aumento del rischio di aborto spontaneo precoce o tardivo a seguito del fatto che partner maschi o femmine ricevessero un vaccino Covid19 prima del concepimento.

Lo studio è il primo a valutare il rischio di aborto spontaneo precoce (meno di otto settimane di gestazione) in seguito ai vaccini preconcezionali contro il Covid19, nonché il primo a valutare la vaccinazione maschile e l’aborto spontaneo. I ricercatori sperano che questi risultati forniscano informazioni utili alle persone che stanno pianificando una gravidanza, così come ai loro operatori sanitari.

Questi risultati dovrebbero essere replicati in altre popolazioni, ma sono rassicuranti per le coppie che stanno pianificando una gravidanza“, ha dichiarato l’autrice principale della ricerca, Jennifer Yland, dottoranda in epidemiologia presso il BUSPH.

Per poter sviluppare lo studio, Yland e colleghi hanno analizzato i dati del sondaggio sui vaccini contro il Covid19 e sull’aborto spontaneo tra i partecipanti maschi e femmine al Pregnancy Study Online (PRESTO) basato su BUSPH, uno studio in corso del National Institutes of Health che arruola donne che cercano di concepire, e li segue dal preconcetto fino a sei mesi dopo il parto.

Il campione di partecipanti ha coinvolto 1.815 donne negli Stati Uniti e in Canada che sono state seguite nello studio da dicembre 2020 a novembre 2022. Sono state osservate dal loro primo test di gravidanza positivo fino a un aborto spontaneo o altro evento (come aborto indotto, gravidanza ectopica, o 20 settimane di gestazione), a seconda di quale evento si sia verificato per primo.

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Tra le donne partecipanti, il 75% aveva ricevuto almeno una dose dei vacci Covid19 prima della gravidanza. Quasi un quarto delle gravidanze ha avuto come esito un aborto spontaneo e il 75% di questi aborti si è verificato prima dell’ottava settimana di gestazione, ma non vi è stato alcun aumento del rischio.

Il rischio di aborto spontaneo è stato del 26,6% tra le partecipanti donne non vaccinate, del 23,9% tra le partecipanti donne che avevano ricevuto una dose dei vaccini prima del concepimento, del 24,5% tra coloro che avevano completato un ciclo primario completo prima del concepimento, del 22,1% tra coloro che avevano completato il ciclo vaccinale tre mesi prima del concepimento e il 20,1% tra coloro che avevano ricevuto solo una dose di vaccino a due dosi prima del concepimento.

Il tasso di aborto tra gli individui vaccinati non solo era paragonabile a quello dei partecipanti al PRESTO che avevano concepito prima della pandemia, ma i nostri dati indicavano un rischio di aborto leggermente inferiore tra gli individui vaccinati rispetto agli individui non vaccinati”, ha dettagliato Yland.

I funzionari sanitari federali continuano a raccomandare i vaccini contro il Covid19 alle persone che intendono concepire e sottolineano che i benefici derivanti dalla ricezione di un vaccino contro il Covid19 superano i potenziali rischi della vaccinazione durante il preconcetto o la gravidanza.

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In Italia, secondo il Ministero della salute: “In contemporanea con la campagna antinfluenzale per la stagione 2023/24, il Servizio Sanitario Nazionale ha avviato una campagna nazionale di vaccinazione anti Covid19 con l’utilizzo di nuovi vaccini adattati a Omicron XBB.1.5.

Obiettivo della campagna di vaccinazione è quello di prevenire la mortalità, le ospedalizzazioni e le forme gravi di COVID-19.

Sono disponibili i vaccini a mRNA Comirnaty Omicorn XBB 1.5 e il proteico adiuvato Nuvaxovid XBB 1.5.

La Circolare ministeriale 27 settembre 2023 e la Circolare 4 dicembre 2023, che fanno seguito alla Circolare 14 agosto 2023, forniscono indicazioni e raccomandazioni per la somministrazione dei vaccini aggiornati, da utilizzare sia per il richiamo sia per la prima dose.

Una dose di richiamo dei vaccini adattato è offerta attivamente alle categorie a maggior rischio:

  • Persone di età pari o superiore a 60 anni
  • Ospiti delle strutture per lungodegenti
  • Donne che si trovano in qualsiasi trimestre della gravidanza o nel periodo “postpartum” comprese le donne in allattamento;
  • Operatori sanitari e sociosanitari addetti all’assistenza negli ospedali, nel territorio e nelle strutture di lungodegenza;
  • Studenti di medicina, delle professioni sanitarie che effettuano tirocini in strutture assistenziali e tutto il personale sanitario e sociosanitario in formazione;
  • Persone dai 6 mesi ai 59 anni di età compresi, con elevata fragilità, in quanto affette da patologie o con condizioni che aumentano il rischio di COVID-19 grave”.
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