Il 15 gennaio scorso è avvenuta l’eruzione del vulcano sottomarino Hunga Tonga, situato a 65 km a nord dell’isola Tongatapu (isola principale dell’arcipelago di Tonga nell’Oceano Pacifico).
L’espansione dell’onda del vulcano Tonga
Considerata la quantità di energia scaturita dell’eruzione, nonché la distanza che ha raggiunto la sua violenta onda d’urto, si sono registrati molteplici danni a cose e persone: stando alle dichiarazioni di James Garvin, ricercatore del Goddard Space Flight Center della Nasa, l’eruzione avrebbe prodotto un’energia compresa tra i 5 e i 10 megatoni; inoltre, l’onda d’urto avrebbe viaggiato ad una velocità di poco più di 1000 km/h, propagandosi pertanto in tutto il mondo in circa 35 ore.
Con l’espansione dell’onda di Tonga, si è assistito ad una sorprendente propagazione globale delle onde atmosferiche. In passato si è assistito ad eventi simili durante i test nucleari di fine ‘900, ma un evento naturale analogo si registrò il 27 agosto 1883, in occasione dell’eruzione del vulcano Krakatoa (nell’isola di Rakata, Indonesia).
Differentemente da quanto accaduto con l’eruzione di Tonga, l’onda prodotta dal Krakatoa ha continuato a propagarsi anche nei giorni successivi, compiendo così il totale di tre viaggi intorno al globo.
Il fenomeno della propagazione delle onde atmosferiche venne straordinariamente teorizzato per la prima volta dal fiscio-matematico Pierre-Simon de Laplace, noto scienziato di origine francese, affermatosi durante l’età napoleonica, tra XVIII e XIX secolo. Laplace, affermò che la forza di gravità e la galleggiabilità atmosferica agevolano i movimenti orizzontali dell’aria, predisse l’esistenza di moti atmosferici capaci di propagarsi molto rapidamente e di conseguenza capaci di seguire la curvature della Terra, fino ad “abbracciare” l’intera superfice terrestre.
Si pensi che le teorie di Laplace, in relazione alla vibrazione di fondo dell’atmosfera globale, sono state confermate solo di recente.
Sebbene il pericolo di ulteriori e imminenti eruzioni del Tonga sia scongiurato, sfortunatamente l’emergenza umanitaria nell’arcipelago è tuttora in corso; inoltre, sono tutt’altro che trascurabili gli effetti dell’eruzione, di carattere meramente ambientale: si pensi alla contaminazione di aria e mare dovuta all’immissione di polveri e altri materiali altamente inquinanti espulsi dal vulcano, i quali possono rivelarsi altrettanto dannosi per la salute degli abitanti dell’arcipelago.
Inoltre, normalmente le onde gravitazionali atmosferiche svolgono un’importante funzione di trasferimento di energie e di sostanze chimiche tra i vari strati dell’atmosfera, e ciò influenza i venti, le temperature e la composizione dell’aria. Alla luce di ciò, sono tuttora imprevedibili gli effetti a medio-lungo termine sul clima, soprattutto nell’emisfero in cui è avvenuta l’eruzione.