Lo smilodonte, passato alla storia come la tigre dai denti a sciabola è stato uno dei predatori più abili e temibili della sua epoca. Il nome deriva dal suo tratto distintivo rappresentato dagli enormi canini superiori molto simili a zanne, che venivano utilizzati per uccidere le prede.
Tuttavia, quest’esemplare –vissuto tra il Miocene (23,03 milioni di anni fa e terminata 5,332 Ma) e Pleistocene (2,58 milioni di anni fa e 11.700 Ma)– non aveva, come si potrebbe pensare, un morso efficace. Anzi negli anni è stato dimostrato che proprio per via del morso debole, dopo aver rincorso e acciuffato la preda, la immobilizzava con le zampe per poi azzannarla e provocare la morte per dissanguamento.
Agile, massiccia e spietata, poteva raggiungere anche i 3 metri di lunghezza, come confermano alcuni fossili ben conservati; la sua potenza è stata paragonata a quella di un Grizzly e la sua abilità era tale che nemmeno i giganti della terra come i mammut, potevano sfuggire a un suo attacco.
Oggi, un nuovo studio della Royal Ontario Museum (ROM) e dell’Università di Toronto, ha individuato un dettaglio davvero interessante: i cuccioli di questo esemplare, a differenza degli attuali felini, restavano con la madre fino all’età adulta. Insolito se consideriamo che per le altre specie è diverso.
La tigre dai denti a sciabola restava a lungo nel nucleo familiare
I cuccioli del minaccioso predatore Smilodon fatalis, impiegavano molto più tempo nel rendersi indipendenti. Lo sottolinea la ricerca della ROM, pubblicata il 7 gennaio 2021 su iScience; i fossili di una famiglia di felini dai denti a sciabola, i cui resti sono stati scoperti nell’attuale Ecuador nei primi anni ’60, hanno permesso agli scienziati di dimostrare che, mentre i grossi felini dell’era glaciale crescevano abbastanza rapidamente, restavano di contro, più a lungo con la madre prima di separarsene rispetto ad altri grossi esemplari.
“Questo studio è iniziato come una semplice descrizione di fossili inediti”; dice Ashley Reynolds, una studentessa laureata del Royal Ontario Museum che ha condotto la ricerca mentre completava il suo dottorato in Ecologia e Biologia Evolutiva presso l’Università di Toronto. “Ma quando abbiamo notato che le due mascelle inferiori su cui stavamo lavorando condividevano un tipo di dente che si trovava solo in circa il cinque per cento della popolazione di Smilodon fatalis, sapevamo che il lavoro stava per diventare molto più interessante”.
Incoraggiati da questa nuova scoperta, i ricercatori hanno scavato più a fondo e hanno scoperto che probabilmente si trattava di tre individui imparentati: un adulto e due felini “adolescenti”. Inoltre, sono stati in grado di determinare che le tigri più giovani, avevano almeno due anni al momento della loro morte. Un’età in cui alcune grosse specie viventi, sono già indipendenti.
A sostegno di questa tesi, il team ha studiato la conservazione e la formazione del sito ecuadoriano (un’area di studio chiamata tafonomia), in conformità a documenti storici di raccolta e della serie d’indizi sulle ossa fossili stesse.
L’Ecuador e la grande scoperta
La maggior parte degli esemplari di smilodonte sono stati raccolti da depositi famosi come La Brea Tar Pits di Los Angeles, California. Meglio conosciuta con il nome di “trappola per predatori”.
Ciò nonostante, il giacimento dell’Ecuador, che si è formato su un’antica pianura costiera, deriva probabilmente da un evento catastrofico di morte di massa. Questo significa che, a differenza della “trappola“, tutti i fossili del giacimento sono morti nello stesso momento. Poiché questo conserva un’istantanea di un ecosistema, fossili simili possono fornire nuove e uniche intuizioni sul comportamento delle specie estinte.
“La vita sociale di questi predatori iconici è stata misteriosa, in parte perché la loro concentrazione nelle infiltrazioni di catrame lascia molto spazio all’interpretazione“; dice il Dr. Kevin Seymour, Assistente Curatore di Paleontologia dei Vertebrati al ROM e co-autore di questo studio. “Questo storico assemblaggio di fossili di tigri sciabola dell’Ecuador si è formato in modo diverso, permettendoci di determinare che i due giovani probabilmente vissero, e morirono, insieme – ed erano quindi probabilmente fratelli“.
I fossili sono stati raccolti a Coralito, in Ecuador, nel 1961 da A. Gordon Edmund, che fu curatore della Paleontologia dei vertebrati al ROM dal 1954 al 1990; e da Roy R. Lemon, che fu curatore della Paleontologia dei vertebrati dal 1957 al 1969. Insieme, Edmund e Lemon hanno raccolto tonnellate di sedimenti imbevuti di catrame che sono stati poi preparati dal ROM.
“Queste collezioni, famose in tutto il mondo, realizzate 60 anni fa, sono state studiate per anni; ma la misura della loro importanza è che continuano a produrre nuove intuizioni sulla vita di questi animali estinti“; conclude il Dr. David Evans, Temerty Chair of Vertebrate Palaeontology al Royal Ontario Museum e relatore della tesi di Reynolds.