Rendere Marte più simile alla Terra sarebbe un compito molto interessante da portare a termine.
Alla fine del film di fantascienza Total Recall del 1990, basta premere un pulsante. Nel giro di pochi minuti, il cielo di Marte si trasforma da un rosso infernale a un blu simile alla Terra. Dopo aver quasi soffocato sulla superficie marziana pochi istanti prima, Arnold Schwarzenegger assorbe a pieni polmoni la dolce aria marziana.
Cos’è la terraformazione?
È l’idea di rendere un pianeta più ospitale per gli umani. Si tratta di un concetto sviluppatosi sin dai primi anni del 1900 e si è diffuso ovunque: dai libri ai film ai videogiochi. Una volta, l’idea di trasformare Marte in Terra 2.0 avrebbe potuto essere semplicemente una nozione fantasiosa, tanto teorica quanto lo era effettivamente andare sul pianeta.
Ma nel 2023, Marte è molto più a “portata di mano”. Sono tanti i soggetti pubblici e privati che intendono portare esseri umani su Marte ma mentre per gli esseri umani le possibilità di raggiungere il Pianeta Rosso migliorano e l’obbiettivo appare sempre più vicino, l’idea di terraformare Marte appare parecchio complicato, per lo meno con le tecnologie attualmente disponibili.
Sotto pressione
Marte, circa il 70% delle dimensioni della Terra, ha un’atmosfera prevalentemente di anidride carbonica e offre una temperatura media di -62 gradi Celsius. Dato che l’atmosfera è molto sottile (quella della Terra è più di 100 volte più densa) non c’è molta protezione dalle radiazioni.
Queste caratteristiche si potrebbero rivelare davvero problematiche per gli umani che fossero interessati a pianificare un soggiorno abbastanza lungo sul pianeta. La terraformazione, in linea di massima, dovrebbe permettere la creazione di un’atmosfera più densa con un conseguente aumento della pressione atmosferica. Con molta ambizione, l’aria potrebbe diventare respirabile. Forse, un giorno, Marte potrebbe diventare autosufficiente per elementi essenziali come il cibo e l’acqua.
“Se vogliamo davvero pensare seriamente alla colonizzazione di Marte, dovremmo pensare a qualcosa di diverso da un campeggio“, ha dichiarato Caleb Scharf, direttore dell’astrobiologia alla Columbia University.
C’è una solida mole di idee su come terraformare Marte e suonano tutte abbastanza particolari. Principalmente, hanno a che fare con l’immissione nell’atmosfera di molto gas serra (CO2), liberandolo dal ghiaccio e dal suolo del pianeta.
Nel 1993, i ricercatori Robert Zubrin e Chris McKay scrissero un articolo che analizzava le teorie sulla terraformazione del pianeta rosso. Una di queste proponeva la costruzione di specchi orbitali giganti per riflettere la luce solare e aumentare la temperatura di Marte, fondere l’acqua ghiacciata sul pianeta e quindi rilasciare anidride carbonica nell’atmosfera.
I coloni marziani potrebbero costruire fabbriche il cui scopo esplicito dovrebbe essere quello di pompare gas serra artificiali come i gas fluorocarbonici. Forse, si potrebbero anche sfruttare asteroidi ricchi di ammoniaca, allineandoli per colpire Marte.
Poi c’è l’idea del fondatore di SpaceX, Elon Musk: Nuclealizzare Marte. Musk sostiene che lanciare bombe nucleari sulle calotte polari marziane potrebbe sciogliere il ghiaccio e immettere nell’atmosfera sufficiente anidride carbonica.
Ma questa idea sarebbe comunque molto azzardata.
Nel luglio 2018, i ricercatori Bruce Jakosky e Christopher Edwards hanno pubblicato uno studio in cui si conclude che per tutte le idee che sono state proposte per decenni, gli umani proprio non hanno la tecnologia, in questo momento, per terraformare Marte. “Teoricamente, è possibile terraformare Marte, ma i modi in cui lo si potrebbe fare, non sono affatto praticabili al momento“, ha dichiarato Jakosky.
C’è una lista di domande a cui rispondere: come costruiamo esattamente uno specchio gigante nello spazio? Come costruiamo una fabbrica quando non abbiamo nemmeno una tenda? Cosa succede quando si bombardano le calotte di ghiaccio e i gas si liberano?
Inoltre, lo studio ha scoperto che anche se gli umani potessero attingere a tutte le fonti disponibili di anidride carbonica su Marte, dalle calotte polari ai depositi di minerali, la pressione di Marte aumenterebbe solo fino a circa il 7%.
Cos’è l’aerogel?
“La NASA non sta attualmente pianificando alcuna attività riguardante la terraformazione di Marte“, ha dichiarato la portavoce Kathryn Hambleton.
Ma solo perché non è possibile “attivare un interruttore” per i cambiamenti climatici su un pianeta non significa che non ci siano altri modi per farlo. Un’idea che i ricercatori stanno esaminando è quella di usare l’aerogel per costruire, un lontano giorno, delle strutture simili a serre.
L’aerogel è un solido a bassissima densità che contiene il 99% di aria. È un buon isolante e la NASA lo sta già utilizzando sui suoi rover Marziani.
In uno studio pubblicato qualche anno fa, il professore associato dell’Università di Harvard, Robin Wordsworth, ha fatto un esperimento; ha simulato la luce del Sole su Marte su 2-3 centimetri di aerogel di silice ed è stato in grado così di riscaldare la superficie sottostante fino a 30 gradi Celsius. Questo basterebbe a sciogliere il ghiaccio su Marte.
“Si potrebbe iniziare con poche, piccole strutture in aerogel in una determinata area e poi espanderle man mano“, ha detto Laura Kerber, ricercatrice della NASA al Jet Propulsion Lab che ha collaborato allo studio.
L’aerogel non è perfetto, è fragile e deve essere prodotto da qualche parte. Ma Kerber è cautamente ottimista e il team vuole fare ulteriori esperimenti con l’aerogel in luoghi come l’Antartide.
Adottare un approccio più controllato potrebbe aiutare ad affrontare alcune delle considerazioni etiche relative alla terraformazione, come, ad esempio, se gli umani hanno il diritto di alterare un intero pianeta. Come hanno sottolineato Scharf, Zubrin e Kerber, la terraformazione del pianeta probabilmente spazzerebbe via qualsiasi prova di vita che non abbiamo trovato, o anche solo la documentazione geologica del sistema solare che non abbiamo più sulla Terra.
Terraformare Marte: forse in futuro
Sebbene un Marte terraformato non sia qualcosa che chiunque viva oggi potrà vedere, Zubrin pensa che il fatto che chiunque possa concettualizzare anche solo i modi teorici per terraformare Marte significa che in futuro la tecnologia necessaria sarà disponibile.
Di fatto, già tra 100 anni potremmo avere una tecnologia adeguata.