I ricercatori della Western Sydney University e del CSIRO, l’agenzia scientifica nazionale australiana, hanno scoperto strane nuvole di elettroni che circondano le galassie nelle profondità del cosmo. Le nuvole, che distano circa un miliardo di anni luce e non sono mai state viste prima, assomigliano a due fantasmi che danzano.
Il radiotelescopio Askap
Il radiotelescopio Askap (Australian Square Kilometre Array Pathfinder), con 36 antenne ciascuna dal diametro di 12 metri, apre la strada al progetto internazionale del super-radiotelescopio Ska (Square kilometers array). Le antenne di Ska (250 solo quelle previste nella fase iniziale), funzionano come un unico gigantesco occhio puntato sulle prime galassie che si sono ‘accese’ nell’universo.
Il telescopio ASKAP è gestito dal CSIRO e fa parte dell’Australia Telescope National Facility. Utilizza una nuova tecnologia per raggiungere una velocità di rilevamento estremamente elevata, rendendolo uno dei migliori strumenti al mondo per la mappatura del cosmo a lunghezze d’onda radio.
“Fantasmi danzanti” scoperti nel cosmo
I “fantasmi danzanti” sono stati scoperti nel cosmo come parte della prima ricerca del cielo profondo utilizzando il radiotelescopio ASKAP (Australian Square Kilometer Array Pathfinder) del CSIRO.
La scoperta, riportata questa settimana su Publications of the Astronomical Society of Australia (PASA), descrive il primo Pilot Survey del progetto EMU (Evolutionary Map of the Universe), uno dei numerosi oggetti e fenomeni scoperti nella ricerca guidata dal ricercatore Professor Ray Norris della Western Sydney University e del CSIRO.
La ricerca del professor Ray Norris
Il professor Ray Norris ha dichiarato che: “Ci stiamo abituando alle sorprese mentre scrutiamo i cieli nel cosmo come parte del progetto EMU e esploriamo più in profondità nell’Universo rispetto a qualsiasi telescopio precedente. Quando vai coraggiosamente dove nessun telescopio è mai arrivato prima, è probabile che tu faccia nuove scoperte”.
“Quando abbiamo visto per la prima volta i ‘fantasmi danzanti’ non avevamo idea di cosa fossero. Dopo settimane di lavoro, abbiamo capito che stavamo vedendo due galassie “ospiti”, a circa un miliardo di anni luce di distanza. Al loro centro ci sono due buchi neri supermassicci, che emettono getti di elettroni che vengono poi piegati in forme grottesche da un vento intergalattico”.
“Le nuove scoperte, tuttavia, sollevano sempre nuove domande e questa non è diversa. Non sappiamo ancora da dove viene il vento, e perché è così aggrovigliato? E cosa sta causando i flussi di emissione radio? Probabilmente ci vorranno molte più osservazioni e modelli prima di capire una di queste cose”, ha affermato il professor Norris.
Altri oggetti e fenomeni scoperti finora nell’ambito del progetto EMU includono la scoperta dei misteriosi Odd Radio Circles (ORC) che sembrano essere anelli giganti di emissione radio larghi quasi un milione di anni luce, che circondano galassie lontane.
“Stiamo trovando sorprese anche in posti che pensavamo di aver capito. Accanto alla galassia ben studiata IC5063, abbiamo trovato una radiogalassia gigante, una delle più grandi conosciute, la cui esistenza non era mai stata nemmeno sospettata. Il suo buco nero supermassiccio sta generando getti di elettroni lunghi quasi 5 milioni di anni luce. ASKAP è l’unico telescopio al mondo in grado di vedere l’estensione totale di questa debole emissione”, ha affermato il professor Norris.
Il progetto EMU
Il progetto EMU, operativo dal 2009, è un team internazionale di oltre 400 ricercatori provenienti da 21 nazioni differenti, guidati dal professor Andrew Hopkins della Macquarie University. L’indagine pilota EMU è guidata dall’ex leader del progetto EMU, il professor Ray Norris della Western Sydney University.
Il gruppo EMU utilizza il nuovo telescopio ASKAP situato nel nord-ovest dell’Australia e dotato dell’innovativa tecnologia dei Phased Array Feeds (PAF), idoneo ad osservare ampie zone di cielo: circa 120 volte più grandi della luna piena, per merito del suo campo di vista. ASKAP è inoltre caratterizzato da una estrema sensibilità che permetterà la scoperta di nuove classi di oggetti astronomici nel cosmo.