Come ci spiega Wikipedia, il Ginkgo biloba è una pianta, unica specie sopravvissuta della famiglia Ginkgoaceae, dell’intero ordine Ginkgoales e della divisione delle Ginkgophyta. È un albero antichissimo le cui origini risalgono a 250 milioni di anni fa nel Permiano e per questo è considerato un fossile vivente.
Caratteristiche del Ginkgo biloba
Appartiene alle Gimnosperme: i semi non sono protetti dall’ovario. Le strutture a forma di albicocca che sono prodotte dagli esemplari femminili non sono frutti, ma semi ricoperti da un involucro carnoso.
La pianta, originaria della Cina, viene chiamata volgarmente ginko o ginco o albero di capelvenere. Il nome Ginkgo deriva probabilmente da un’erronea trascrizione del botanico tedesco Engelbert Kaempfer del nome giapponese ginkyō (ぎんきょう?) derivante a sua volta da quello cinese 銀杏 “yin xing ” (銀, yín «argento» e 杏, xìng «albicocca»; 銀杏T, yínxìngP, «albicocca d’argento»).
Questo nome è stato attribuito alla specie dal famoso botanico Carlo Linneo nel 1771 all’atto della sua prima pubblicazione botanica ove mantenne quell’erronea trascrizione del nome originale. Il nome della specie (biloba) deriva invece dal latino bis e lobus con riferimento alla divisione in due lobi delle foglie, a forma di ventaglio.
L’insolita longevità di questa pianta
Recentemente è stata scoperta la ragione per cui il Ginkgo Biloba riesce a vivere anche più di 1000 anni.
Uno studio ha dimostrato come quest’albero crei prodotti chimici protettivi che riescono a respingere le malattie, la siccità e non solo, basti pensare che sei esemplari di Ginkgo Biloba erano presenti ad Hiroshima il giorno in cui esplose la bomba atomica e sono tutt’ora in vita.
A differenza di molte altre specie arboree, i geni del ginkgo non sono programmati per innescare un inesorabile declino con il passare degli anni.
Nonostante sia possibile trovare questa specie arborea nei parchi e nei giardini di tutto il mondo resta comunque a rischio estinzione.
Richard Dixon, dell’University of North Texas, Denton, ci spiega che “Il segreto del Ginkgo Biloba sta nella sua capacità di mantenere un sistema di difesa sano e di essere una specie che non ha un determinato programma di invecchiamento preimpostato. Quando gli alberi di ginkgo invecchiano, non mostrano alcuna prova di indebolimento delle loro capacità di difendersi dallo stress”.
I ricercatori statunitensi e cinesi, hanno studiato alberi di ginkgo biloba con un’età compresa tra i 15 e i 667 anni. Per fare ciò, hanno analizzato gli anelli nel tronco oltre a cellule, corteccia, foglie e semi. Dallo studio è emerso che sia gli alberi giovani che quelli vecchi producono sostanze chimiche che combattono gli stress causati da agenti patogeni e dalla siccità.
Queste sostanze comprendono antiossidanti, antimicrobici e ormoni vegetali che proteggono dalla siccità e dagli stress ambientali. Alcuni studi genetici hanno dimostrato che i geni legati all’invecchiamento nel ginkgo biloba non si attivano automaticamente così come in altre piante o erbe.
Sebbene un albero di Ginkgo Biloba che abbia vissuto per secoli possa apparire provato a causa del gelo o dei fulmini, in esso sono ancora funzionanti tutti i processi necessari per una sua sana crescita.
Potrebbe valere anche per altre specie di alberi secolari
Dixon è dell’idea che lo stesso discorso si possa fare anche per altre specie di alberi secolari, come per esempio la sequoia gigante, la quale ha un tipo di legno ricco di sostanza chimiche antimicrobiche.
Lo studioso inoltre dice che: “Spero che il nostro studio, possa incoraggiare gli altri a scavare più a fondo in quelle che sembrano essere le caratteristiche importanti per la longevità nel ginkgo biloba e in altre specie arboree secolari”.
A sostegno di questi studi, Mark Gush, responsabile della scienza orticola e ambientale presso la RHS (Royal Horticultural Society), ha dichiarato che un pino di Bristlecone (Pinus Longaeva), può essere considerato l’albero più longevo al mondo. Infatti l’albero sopracitato ha più di 4.800 anni.
Mark Gush spiega che “oltre ad una fornitura costante di cibo, luce e acqua, si ritiene che la capacità di vivere così tanto a lungo, sia collegata ad un tasso di crescita lenta, agli adattamenti cellulari e alla protezione da cause secondarie come parassiti e altri tipi di malattie, la resistenza ai cambiamenti delle condizioni climatiche estreme con conseguente danni fisici”.
Inoltre lo studioso ha aggiunto che, così come il Regno Unito sta intraprendendo un ambizioso programma di piantagione degli alberi, è sempre più importante capire quale genere di specie arboree sarà più longeva e dove sarebbe più opportuno piantarle.