Russia-Ucraina: chi sono i volontari pro Putin?

Oltre 16mila volontari provenienti dai Paesi mediorientali sono pronti a sostenere militarmente la Russia nella guerra in Ucraina

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Oltre 16mila volontari provenienti dai Paesi mediorientali sono pronti a sostenere militarmente la Russia nella guerra in Ucraina.

In particolare, il supporto di questi combattenti sarà concentrato nelle regioni separatiste filorusse nel Donbass. “Conosciamo molti di questi volontari. Hanno aiutato nella lotta contro l’ISIS negli ultimi 10 anni”, ha dichiarato il ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu. No, non si tratta né di un bluff propagandistico del Cremlino né di un tentativo per mescolare le carte in tavola.

Vladimir Putin in persona ha dato il via libera per accogliere tra le fila dell’esercito russo gli stessi volontari che negli anni passati hanno sostenuto Mosca in altri contesti. Chiaro il doppio intento russo: raddoppiare la forza d’urto di quella stessa invasione che, secondo l’Occidente, starebbe perdendo slancio e, al tempo stesso, consentire alla Russia di schierare uomini temprati da durissime battaglie senza correre il rischio di veder morire altri militari russi.

E così, nel corso di una riunione del Consiglio di sicurezza, il ministro Shoigu è stato chiarissimo: “Riceviamo un numero enorme di richieste da vari tipi di volontari provenienti da diversi Paesi che vorrebbero venire nelle Repubbliche popolari di Lugansk e Donetsk per partecipare a quello che considerano un movimento di liberazione”.

L’identikit dei volontari

La maggior parte dei volontari viene dal Medio Oriente. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha parlato di “miliziani siriani, ma non solo”. Peskov si è limitato a spiegare ai giornalisti che il ministro della Difesa russo sta rispondendo direttamente “a cittadini siriani e di altri Paesi” mediorientali che vogliono combattere in Ucraina, senza tuttavia fornire ulteriori dettagli in merito. “Riteniamo giusto rispondere positivamente alle richieste soprattutto perché queste richieste non sono per soldi, ma per il vero desiderio di queste persone”, ha specificato Shoigu.



La conferma è arrivata anche dall’Ucraina. “Funzionari russi, tra i quali il ministro della Difesa russa, Sergei Shoigu, hanno annunciato il frettoloso reclutamento di 16mila volontari che hanno combattuto contro l’Isis da usare contro i civili ucraini. Le affermazioni della propaganda russa sulle armi chimiche testimoniano del tentativo di arrivare a uno scenario siriano in Ucraina”, ha scritto in un tweet è il consigliere di Volodymyr Zelensky, Mykhailo Podolyak.

Il rischio di uno “scenario siriano”

Se in un primo momento il conflitto ucraino era combattuto da due schieramenti – l’esercito russo e quello, appunto, di Kiev – è sempre più probabile che la situazione dell’Ucraina possa trasformarsi in una sorta di scenario siriano. La Russia, come detto, ha accettato di accogliere volontari del Medio Oriente ma può contare anche sul contributo dei ceceni e dei miliziani del Gruppo Wagner.

L’Ucraina, dal canto suo, oltre ad aver ricevuto armi ed equipaggiamenti da diverse potenze occidentali, a sua volta ha accettato migliaia di volontari stranieri per contrastare l’avanzata di Mosca. I suddetti volontari sono stati tutti incorporati nella Legione Internazionale; alcuni di loro sembrerebbero essere addirittura idonei per occupare un posto nelle unità di forze speciali. Il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha dichiarato che Kiev ha ricevuto più di 20.000 domande da parte di stranieri che vogliono partecipare al conflitto dalla parte ucraina.

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