di Oliver Melis
Richard Sharpe Shaver iniziò a pubblicare sulla rivista Amazing stories nel 1945 alcuni racconti ambientati nel perduto continente di “Lemuria” che lo vedevano come protagonista. Fin qui nulla di strano ma Shaver sosteneva che i suoi racconti fossero reali. La vicenda viene raccontata nel libro di Claudio Foti, edito da 73mm nella collana Weird Tales. Lo strano caso di Richard Sharpe Shaver.
Lemuria è un ipotetico continente scomparso, alcuni lo collocano nell’Oceano Indiano altri in quello Pacifico. La teoria dell’esistenza di Lemuria, fu formulata nel contesto della biogeografia del XIX secolo, dallo zoologo Philip Sclater a metà dell’ottocento, quando osservando che esistevano alcune specie simili di lemuri in Madagascar e India suppose che l’isola africana e il subcontinente asiatico fossero stati in un remoto passato collegati da un continente “ponte” poi sprofondato nell’Oceano Indiano.Tale ipotesi è stata scartata in seguito alla scoperta e alla comprensione della tettonica a zolle su cui concorda la maggior parte degli scienziati.
Sebbene Lemuria sia scomparsa dalle discussioni scientifiche, è sopravvissuta grazie a tanti scrittori dell’occulto che condividono quasi in toto le storie sulla fine catastrofica che avrebbe fatto sprofondare il continente nelle profondità dell’oceano, analogamente alla fine di Atlantide, misterioso continente raccontato da Platone nei dialoghi.
La storia si complica quando qualcuno sostiene di aver avuto contatti diretti con gli alieni, di poter leggere il pensiero o che ha visitato un “continente scomparso” del quale non si ha nessuna prova sia esistito veramente. Richard Sharpe Shaver non era presentato come scrittore di fiction, ma le sue narrazioni venivano presentate come esperienze reali. Sotto la guida di Ray Palmer (noto per aver “inventato” i dischi volanti), che aveva “scoperto” Shaver, Amazing Stories virò verso la pseudoscienza, assicurando a Shaver uno spazio sempre maggiore finché nel 1949 l’editore licenziò Ray Palmer sostituendolo con Howard Browne, che tornò ad occuparsi seriamente di fantascienza, evitando di dare in pasto la rivista alla pseudoscienza, sempre sulla cresta dell’onda anche grazie al nascente fenomeno ufologico che, grazie a molti giornali scandalistici e sensazionalistici trovava sempre più terreno fertile.
Negli anni Quaranta le opere di Shaver pubblicate sulla rivista Amazing Stories, ebbero un successo tale da trasformarlo in un fenomeno editoriale mai visto prima, che all’epoca gli diede una successo maggiore di quello raggiunto da altri illustri colleghi come H.P. Lovecraft o Robert E. Howard.
Le storie narrate da Shaver non erano solo racconti ma esperienze reali, almeno questa era l’affermazione che lo scrittore statunitense faceva, e nei suoi racconti affermava di essere entrato in contatto con entità superiori che gli avevano rivelato la vera storia dell’umanità, che da secoli era posta sotto gli influssi di una popolo “alieno” che vive sotto la superficie del pianeta Terra. L’antica civiltà figlia di esseri che avevano in passato abbandonato la Terra a causa delle radiazioni solari era in possesso di una tecnologia molto avanzata e viveva in costruzioni sotterranee dalle quali rapiva esseri umani o lanciava con dei raggi misteriosi dei messaggi psichici che tormentavano in passato i nostri antenati umani.
Shaver sostenne che era entrato in contatto con questi esseri che venivano chiamati “Deros” e che era stato, per anni, loro prigioniero nelle profondità della terra. Le pubblicazioni delle storie di Shaver cessarono nel 1948, troppi lettori entusiasti dei racconti finirono per credere che fossero reali, cosi le pubblicazioni cessarono. Negli ultimi anni della sua vita Shaver si dedicò ai “book rock“, pietre che credeva fossero state create dalle antiche razze avanzate e incorporate con immagini e testi leggibili. produsse dipinti basandosi sulle immagini tratte da queste rocce, fotografandole. Postumo, Shaver ha guadagnato la reputazione di artista e i suoi dipinti e fotografie sono state esposte in diversi luoghi oltre a Los Angeles e New York.
Negli anni ’30 Richard Sharpe Shaver, sentì delle voci attraverso i suoi strumenti di saldatura, voci spiacevoli, ossessionate dalla tortura e dalla perversione sessuale. Le loro chiacchiere lo spinsero verso atti disperati che lo portarono negli ospedali psichiatrici e nelle prigioni. Mentre Shaver stava scontando la sua pena in una prigione, una donna si materializzò e lo portò in una caverna sotto la superficie Terrestre…
Così iniziò la carriera di scrittore che vi abbiamo raccontato.
Fonti: Claudio Foti, Lo strano caso di Richard Sharpe Shaver, , Weird Tales, 73MM, Wikipedia