Reborn Dolls, una bambola in luogo di un bambino

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Forse ricorderete che un annetto fa alcuni media pubblicarono articoli e servizi in cui veniva presentato il fenomeno delle “Reborn Dolls“.

Cosa sono le “Reborn Dolls“?

Si tratta di un fenomeno in preoccupante espansione, in pratica sono delle bambole straordinariamente realistiche che riproducono le fattezze di neonati. Esistono donne che sentono talmente tanto il desiderio di maternità da inventarsela, sostituendo un bambino con una bambola.

Le bambole Reborn, ci dice Wikipedia, sono letteralmente “bambole rinate“, cioè nate due volte, sono bambole in vinile molto realistiche, lavorate artigianalmente per assomigliare il più possibile ai bambini veri. Non sono giocattoli per bambini (per legge sono vietate a minori di 14 anni), ma creazioni artistiche pensate principalmente per l’ambiente collezionistico. A seconda del tipo di lavorazione, il loro prezzo può variare da centinaia a migliaia di Euro. Spendendo da 500 a 20mila euro, è possibile ordinare in rete una copia perfetta di un pargolo con capelli veri, battito cardiaco, vocetta, piccole vene e anche macchie di latte.”

In molti casi, queste bambole vengono adottate in sostituzione di bambini veri. Si arriva all’estremo di pagare una baby sitter per custodire una bambola quando si è fuori casa. Sono perfino nati gruppi facebook di “mamme” che si scambiano consigli su come allevare “questi bambini speciali“. In servizi giornalistici si parla di mamme in giro con la carrozzina che sollecitano gli astanti a parlare a bassa voce  per “non svegliare la bimba” o che si mettono in fila dal pediatra tutte contente di prendere i complimenti delle altre mamme, quelle con i bambini veri, per “quanto è buono e silenzioso suo figlio“, per poi allontanarsi con una scusa poco prima che arrivi il loro turno di entrare dal medico.



In un articolo, si parla addirittura di una donna che ha scatenato un allarme in un cenro commerciale per essersi dimenticata la bambina (finta) in macchina, sotto il sole. Molte vanno tranquillamente in giro a fare shopping o ad incontri con le amiche portandosi la bambola in un marsupio o con la carrozzina…

Avevo visto fenomeni del genere già una decina di anni fa, su Second Life, il mondo 3D che permette di costruirsi una seconda vita, virtuale.  Avatar femminili che andavano in giro portandosi appresso un piccolo avatar nelle carrozzine o nei marsupi. Addirittura, una app permetteva di simulare la grvidanza cosi che il proprio avatar sviluppava un prominente pancione, fino al momento del parto da cui emergeva il piccolo avatar che avrebbe poi accompagnato la pseudo mamma nella sua via virtuale, piangendo per fare i capricci o per fame, ammalandosi delle malattie classiche dei bambini e via dicendo.

All’epoca trovavo il fenomeno bizzarro e mi domandavo cosa si muovesse nella mente di una persona che fingeva di avere una seconda vita virtuale con prole al seguito, oggi, ritrovando il fenomeno nel mondo reale, lo trovo preoccupante, anche un po’ grottesco, orrorifico dove la cosa sembra essere seria e non ludica.

Il fenomeno delle “Reborn Dolls” è piuttosto diffuso, soprattutto in paesi come USA, dove è nato ma a scopi di collezione, Gran Bretagna, Francia e Germania ma si va diffondendo un po’ in tutto l’occidente e in Giappone. Intorno a questo fenomeno è nato, e non poteva essere altrimenti, tutto un giro di affari su vestitini firmati o realizzati a maglia, peluche, mini-sedili per l’auto, biberon con finto latte da infilargli nella boccuccia, pappe vere servite col cucchiaino, Nutella per simulare la popò. Addirittura, in rete si può acquistare un apparecchietto simile a quelli che si usano per i test di gravidanza, dove appare sul display la scritta “reborn pregnant”(incinta di una reborn) da utilizzare prima dell’acquisto vero e proprio della bambola.

In un articolo, l’autore riferisce di avere visto un video inglese dove la bambola si era rotta e la “mamma” l’ha portata, avvolta in una coperta perché non prendesse freddo, dal costruttore, come si porta un bimbo malato al pronto soccorso pediatrico. Nel video, l’artigiano, furbetto, le comunicava con aria affranta, dopo aver visitato bambina finta, che non c’era più nulla da fare: restava solo da prepararle una bara e farle il funerale, cosa eseguita immediatamente tra le lacrime disperate della Mamma che, appena terminata la cerimonia, ha ordinato una sorellina della defunta per sostituirla.

C’è chi compra una reborn dolls a caso, chi invece ordina una copia perfetto del figlioletto morto: basta portare una foto e pagare un extra. E sono parecchie le mamme che dopo un lutto utilizzano una reborn come succedaneo al figlioletto precocemente scomparso.

Insomma, di cosa parliamo? Persone con turbe psichiatriche? Ragazze mai cresciute? Fuga dalla realtà per compensare un’insoddisfazione? Apparentemente si tratta di un fenomeno inoffensivo ma su questo dovrebbero cominciare ad esprimersi psichiatri, psicologi e sociologi.

Intanto, in Giappone, la JST Erato Asada Project sta per mettere in commercio un baby-robot  perfettamente somigliante ad un bambino umano, capace di camminare per casa, simulare il riposo e la veglia, rispondere alle domande, farne a sua volta, piangere e mangiare. Insomma, un surrogato perfetto per sostituire un figlio.

Stiamo entrando in Blade Runner?

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