Potremo mai esplorare un buco nero?

Nel nostro universo esistono un gran numero di buchi neri. Questi oggetti sembrano essere un ingrediente essenziale nell'evoluzione dell'universo, dal Big Bang fino ai giorni nostri. Ci piacerebbe moltissimo poter esplorare un buco nero ma, distanza a parte, non c'è modo di far conoscere le osservazioni fatte al di fuori dell'orizzonte degli eventi

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Potremo mai esplorare un buco nero?
Potremo mai esplorare un buco nero?

Un essere umano potrà mai esplorare un buco nero per risolvere i misteri che avvolgono questi misteriosi e terribili mostri cosmici?

In teoria, un viaggiatore potrebbe entrare in un buco nero solo se si trattasse di un buco nero appartenente alla categoria dei “buchi neri supermassicci“. Ma una volta entrato, dovrebbe tenere i segreti per sé, infatti non potrebbe comunicare con nessuno oltre l’orizzonte degli eventi né, tanto meno, potrebbe uscirne per raccontarci cosa ha visto.

Nel nostro universo esistono un gran numero di questi mostruosi giganti. Questi oggetti sembrano essere un ingrediente essenziale nell’evoluzione dell’universo, dal Big Bang fino ai giorni nostri. Probabilmente hanno avuto un qualche impatto pure sulla nascita della vita sulla Terra.

Nell’universo esiste un vero e proprio zoo di buchi neri. Possono avere diverse dimensioni e possono essere caricati elettricamente proprio come protoni ed elettroni.

Esplorare un buco nero: quanti tipi ne esistono?

Alcuni buchi neri ruotano attorno al proprio asse. Esistono due tipi di buchi neri, non ruotanti ed elettricamente neutri – cioè non caricati positivamente o negativamente – e constano di poche masse solari. I secondi sono buchi neri supermassicci, con una massa da milioni a addirittura miliardi di volte quella del Sole.

Tra questi due tipi di buchi neri esistono due sostanziali differenze, la prima, più evidente, è la differenza di massa, la seconda è la distanza del loro centro dall’orizzonte degli eventi, questa misura è chiamata distanza radiale



L’orizzonte degli eventi di un buco nero è il punto di non ritorno. Tutto ciò che supera questo limite viene inghiottito verso il centro per sparire per sempre dall’universo conosciuto.

In prossimità dell’orizzonte degli eventi, la gravità è così potente che niente può contrastarla. Anche la luce che si muove alla velocità più alta consentita nel nostro universo, non può sfuggire, da cui il termine “buco nero”.

La dimensione radiale dell’orizzonte degli eventi dipende dalla massa del buco nero stesso ed è la chiave per la sopravvivenza di un viaggiatore che intendesse esplorarlo avventurandosi al suo interno. Buchi neri con una massa pari a quella del Sole, avranno un orizzonte degli eventi con un raggio di circa 3 km.

Il buco nero supermassiccio al centro della nostra galassia, la Via Lattea, al contrario, ha una massa di circa 4 milioni di masse solari e ha un orizzonte degli eventi con un raggio pari a 17 raggi solari.

Pertanto, il nostro viaggiatore interessato ad esplorare un buco nero di dimensioni stellari si avvicinerà maggiormente al centro del buco nero prima di oltrepassare l’orizzonte degli eventi.

Questo implica, a causa della vicinanza, che l’attrazione del buco nero sul viaggiatore differirà di un fattore 1.000 miliardi di volte tra la testa e i piedi. Il viaggiatore subirebbe un processo chiamato spaghettificazione e non sopravvivrebbe alla caduta oltre l’orizzonte degli eventi.

Il viaggiatore in caduta verso un buco nero supermassiccio raggiungerebbe invece l’orizzonte degli eventi tenendosi molto più lontano dalla fonte centrale dell’attrazione gravitazionale, il che significa che la differenza nell’attrazione gravitazionale tra la testa e i piedi sarebbe vicina allo zero. 

In questo modo, il viaggiatore attraverserebbe l’orizzonte degli eventi senza subire effetti mareali, non sarebbe cioè “spaghettificato” e sopravvivrebbe al balzo oltre l’orizzonte degli eventi.

La maggior parte dei buchi neri che osserviamo nell’universo sono circondati da dischi di materiale incandescente, costituiti principalmente da gas e polvere o resti di stelle e pianeti che si sono avvicinati troppo all’orizzonte e sono stati catturati dal buco nero, questi dischi sono chiamati dischi di accrescimento

I dischi di accrescimento renderebbero molto pericoloso viaggiare nei pressi di un buco nero. Per entrare in un buco nero in sicurezza, occorrerebbe avvicinarsi a un buco nero supermassiccio completamente isolato che non si “nutre” di gas e polveri.

Un viaggiatore, per esplorare un buco nero supermassiccio isolato per studi scientifici, una volta oltrepassato l’orizzonte degli eventi, potrebbe fare osservazioni e misurazioni ma tutto questo resterebbe confinato all’interno dell’orizzonte degli eventi.

Le proprietà dei buchi neri impediscono la fuga di qualsiasi informazione dal loro orizzonte degli eventi, il viaggiatore non sarebbe in grado di comunicare con l’esterno e non potrebbe svelare nessun mistero.

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