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Se ci troviamo nello spazio, in un punto esattamente al di sopra del polo nord terrestre, possiamo vedere che la Terra ruota attorno al proprio asse in senso antiorario. Allo stesso modo, se osserviamo la rotazione di Mercurio, Marte, Giove, Saturno o Nettuno da un punto al di sopra dei loro poli nord, vedremo lo stesso schema: la rotazione sarà in senso antiorario.
Per Venere, invece, è diverso. Venere ruota in senso orario! Perché è così? Ancora non possiamo stabilirlo con un alto grado di certezza. Tuttavia, possiamo fare ipotesi ragionevoli basate sulla nostra comprensione delle leggi della fisica.
Tutti i nostri modelli di formazione del sistema solare prevedono che tutti i pianeti debbano ruotare
- Approssimativamente sullo stesso piano;
- nella stessa direzione attorno al Sole;
- nella stessa direzione attorno al proprio asse.
Le prime due previsioni si sono perfettamente avverate, ma la terza è un problema nel caso di Venere.
Ci sono due teorie principali nell’astrofisica moderna per spiegare questa rotazione atipica di Venere. Entrambe affermano che inizialmente Venere ruotava come gli altri pianeti, ma poi ha cambiato il senso della sua rotazione.
Teoria delle maree
Nella prima teoria, il cambio di direzione di rotazione di Venere è spiegato unicamente dall’influenza delle forze di marea del Sole. Le forze di marea sorgono perché il campo gravitazionale del Sole è disomogeneo. Più sei vicino al Sole, più forte è l’attrazione, più sei lontano, più l’attrazione è debole. Pertanto, l’attrazione del Sole sul lato di Venere rivolto verso di esso è più forte che sul lato opposto.
La differenza in queste forze può essere significativa e l’esposizione prolungata a tali forze può far sì che un pianeta venga intrappolato in modo mareale dalla sua stella, cioè sarà sempre rivolto verso un lato della stella. Ad esempio, la Luna è nella morsa mareale della Terra e questo è il motivo per cui ci mostra sempre la stessa faccia.
Si ritiene che le forze di marea del Sole possano aver prima rallentato la rotazione di Venere attorno al suo asse, per poi svolgerla nella direzione opposta. Esistono modelli matematici che mostrano la possibilità teorica di un tale sviluppo.
La grande collisione
La seconda ipotesi è chiamata ipotesi della grande collisione. Si basa sull’idea che in passato Venere ruotava attorno al proprio asse così come gli altri pianeti ma che, ad un certo punto della sua storia, abbia avuto un impatto con un altro grande corpo celeste che ha invertito il suo moto di rotazione. Secondo i calcoli degli astrofisici, l’oggetto dovrebbe avere avuto una massa paragonabile a quella di Venere stessa.
Curiosità su Venere
L’orbita di Venere è quasi circolare, con un’eccentricità orbitale inferiore all’1% e una distanza media dal Sole di 108 milioni di chilometri. Con una velocità orbitale di 35 km/s, Venere impiega 224,7 giorni a compiere una rivoluzione attorno al Sole mentre il periodo sinodico, ossia l’intervallo di tempo per ritornare nella stessa posizione nel cielo terrestre rispetto al Sole, è di 584 giorni. L’inclinazione orbitale rispetto all’eclittica è di 3,39º.
La rotazione di Venere, rimasta ignota fino alla seconda metà del XX secolo, avviene secondo il moto retrogrado (in senso orario), cioè al contrario di come avviene per il Sole e per la maggior parte degli altri pianeti del sistema solare. La rotazione è molto lenta, con il giorno sidereo venusiano che dura circa 243 giorni terrestri ed è superiore al periodo di rivoluzione attorno al Sole; la velocità di rotazione all’equatore risulta di appena 6,5 km/h. Come detto, alcune ipotesi sostengono che la causa sia da ricercarsi nell’impatto con un corpo celeste di dimensioni ragguardevoli.
All’inizio del 2012, analizzando i dati della sonda Venus Express, si è scoperto che la rotazione di Venere sta ulteriormente rallentando, con un periodo di rotazione che è stato misurato in 243,0185 giorni, 6 minuti e mezzo superiore alla precedente misurazione di 16 anni prima effettuata dalla sonda Magellano.
Venere è il pianeta che più si avvicina alla Terra e in occasione delle congiunzioni inferiori la distanza media tra i due corpi è di circa 41 milioni di chilometri. Essendo l’orbita di Venere quasi circolare, il massimo avvicinamento alla Terra avviene quando questa si trova al perielio. In queste occasioni e nei periodi di massima eccentricità orbitale dell’orbita terrestre, la distanza minima di Venere dalla Terra è di 38,2 milioni di chilometri.
A causa della rotazione retrograda, il moto apparente del Sole dalla superficie venusiana è opposto a quello osservato dalla Terra: quindi chi si trovasse su Venere vedrebbe l’alba a ovest e il tramonto a est. Nonostante il pianeta impieghi 225 giorni terrestri per compiere una rivoluzione attorno al Sole, tra un’alba e l’altra (giorno solare) trascorrono soltanto 117 giorni terrestri perché mentre Venere ruota su se stesso in senso retrogrado, si sposta anche lungo la propria orbita compiendo il moto di rivoluzione che procede in senso opposto a quello di rotazione. Ne deriva che lo stesso punto della superficie si viene a trovare nella stessa posizione rispetto al Sole ogni 117 giorni terrestri.