Nettuno, lo storico sorvolo della sonda Voyager 2

La sonda Voyager 2 venne lanciata il 20 agosto 1977 da Cape Canaveral, poco dopo la sua gemella, la Voyager 1. I tecnici della NASA si accorsero che ricorrendo un “colpo di biliardo” planetario, avrebbero potuto visitare i pianeti giganti del sistema solare, in quel momento allineati in un evento che accade ogni 200 anni circa, inviando nello spazio due soli veicoli spaziali

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La sonda Voyager 2 sorvolò il pianeta Nettuno il 25 agosto del 1989. La Voyager 2 effettuò il primo e fino ad oggi unico sorvolo del pianeta più esterno del sistema solare portando a termine la missione “Grand Tour” organizzata dalla NASA, dopo aver visitato Giove, Saturno e Urano.

La sonda Voyager 2 venne lanciata il 20 agosto 1977 da Cape Canaveral, poco dopo la sua gemella, la Voyager 1. I tecnici della NASA si accorsero che ricorrendo un “colpo di biliardo” planetario, avrebbero potuto visitare i pianeti giganti del sistema solare, in quel momento allineati in un evento che accade ogni 200 anni circa, inviando nello spazio due soli veicoli spaziali.

Per portare a termine la missione, la sonda Voyager 2 utilizzò prima la gravità di Giove e poi quella di Saturno, ricorrendo all’effetto fionda gravitazionale che le fece guadagnare un surplus di velocità inviandola verso gli altri due giganti gassosi.

La missione della NASA fu un successo e la riprogrammazione della sonda, avvenuta a distanza di centinaia di milioni di chilometri, portò a un errore di soli 10 Km dalla sua traiettoria prestabilita.

Nel lungo viaggio dopo il sorvolo di Urano, avvenuto tre anni prima, gli ingegneri della NASA lavorarono senza sosta per migliorare il Deep Space Network, permettendo quindi alle deboli trasmissioni radio della sonda Voyager 2 di essere captate sulla Terra, dopo un viaggio di oltre 4,5 miliardi di km. 



Il sistema Deep Space Network, utilizzava le antenne radio dei siti di Madrid, in Spagna; Canberra in Australia; e Goldstone, in California.

Durante l’incontro con Urano avvenuto nel 1986, le tre antenne più grandi del DSN, con un’apertura di 64 metri vennero ampliate fino a un’apertura di 70 metri per facilitare la raccolta dei dati dall’incontro con Nettuno.

Il sistema di ricezione includeva anche antenne non appartenenti al DSN situate nelle vicinanze, tra cui un’altra parabola da 64 metri a Parkes, in Australia, e una serie di antenne da 25 metri del Very Large Array nel New Mexico.

L’utilizzo di ulteriori antenne assicurò che gli ingegneri potessero ricevere i deboli segnali della sonda Voyager 2. Il sistema permise di aumentare la quantità di dati inviati sulla Terra in un dato periodo, consentendo al veicolo spaziale di inviare più immagini dal flyby.

Il programma planetario Voyager è stato davvero un’opportunità per mostrare al pubblico in cosa consiste la scienza“, ha dichiarato Ed Stone, scienziato del progetto Voyager dal 1975. “Ogni giorno abbiamo imparato qualcosa di nuovo“.

Avvolto da una spessa coltre atmosferica color verde acqua e cobalto, l’ultimo pianeta visitato dalla sonda Voyager 2 sembra essere un fratello minore dai colori blu di Giove e Saturno, il blu indica l’abbondanza di metano nella sua atmosfera. Una tempesta gigante color ardesia fu ribattezzata “Grande macchia oscura“, simile alla Grande macchia rossa di Giove. Sono state scoperte sei nuovi satelliti e una serie di quattro anelli.

La squadra di tecnici riuscì a indirizzare la sonda Voyager 2 verso l’importante incontro con Nettuno modificando le rotta del veicolo spaziale in modo che potesse compiere un passaggio ravvicinato di Tritone, la luna più grande del pianeta. Il flyby mostrò ai tecnici in febbrile attesa una superficie geologicamente giovane ricca di geyser attivi.

Ciò indicava che Tritone non era una semplice palla una di ghiaccio, anche se la sua temperatura era la pi+ bassa mai registrata fino ad allora su un mondo del sistema solare dalla sonda Voyager 2, – 235° C.

La sonda Voyager 2 e Nettuno

Nettuno è circa 30 volte più lontano dal Sole di quanto non lo sia la Terra, per questo riceve solo un millesimo circa della quantità di luce solare rispetto al nostro pianeta.

Fu proprio la scarsa luminosità una delle incognite relative alle riprese della sonda Voyager 2. Mentre le immagini riprese dalla sonda durante il suo passaggio ravvicinato compivano il viaggio di quattro ore verso il controllo missione sulla Terra, i membri del team si affollarono attorno ai monitor dei computer per osservarle.

Una delle cose che ha reso gli incontri planetari Voyager diversi dalle missioni odierne è che non esisteva Internet che avrebbe permesso a tutto il team e al mondo intero di vedere le immagini contemporaneamente“, ha detto Stone. “Le immagini erano disponibili in tempo reale in un numero limitato di posizioni“.

Nonostante le incognite e le enormi difficoltà, il team diede al pubblico aggiornamenti il più rapidamente possibile, quindi dal 21 al 29 agosto vennero condivise le loro scoperte con il mondo durante le conferenze stampa che avvenivano quotidianamente. Il 24 agosto, il programma “Voyager All Night” trasmise regolarmente gli aggiornamenti dell’incontro ravvicinato della sonda Vpyager 2 con il pianeta Nettuno, che avvenne alle 4:00 GMT (21:00 in California il 24 agosto).

La mattina seguente, il vicepresidente Dan Quayle visitò il laboratorio per ringraziare il team della missione Voyager. Quella notte, Chuck Berry, la cui canzone “Johnny B. Goode” fu inclusa nel Golden Record che volò con entrambe le sonde Voyager, suonò alla celebrazione dell’impresa al JPL.

Naturalmente gli importanti traguardi raggiunto dalle sonde gemelle Voyager, la missione va ben oltre quella storica e indimenticabile settimana. Le due sonde hanno fatto il loro ingresso nello spazio interstellare dopo essere uscite dall’eliosfera, la bolla protettiva intorno al sistema solare creata dal flusso ad alta velocità di particelle e campi magnetici emessi dal Sole.

Le sonde spaziali Voyager stanno ancora riferendo alla Terra degli importanti dati di questa regione piena dei detriti delle stelle che sono esplose altrove nella nostra galassia. Hanno compiuto il primo piccolo passo dell’umanità nell’immensità del cosmo dove nessuna altra sonda è mai giunta prima.

Le sonde gemelle Voyager stanno trasmettendo ancora oggi importanti dati alle antenne del sistema di ricezione Deep Space Network con trasmettitori da pochi watt e lo faranno forse ancora per qualche anno, poi si spegneranno diventando i nostri muti ambasciatori per l’eternità..

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