Gli esperti hanno la consapevolezza che il pennacchio (dalla grande mole) di granelli di ghiaccio e vapore acqueo emesso dalla Luna di Saturno Encelado è ricco di composti organici; alcuni di questi sono essenziali per la vita come la conosciamo.
Ora c’è un ulteriore passo avanti a favore riguardo all’abitabilità, in quanto è stato trovata una concreta conferma dell’esistenza dell’acido cianitrico, una molecola fondamentale affinché possa esserci la vita. Gli scienziati della Nasa hanno confermato, inoltre, come l’oceano che si nasconde sotto lo strato ghiacciato di Encelado e fornisce il pennacchio, contiene una potente fonte di emergia chimica.
La fonte di energia, che finora non è stata identificata, è formata da numerosi composti organici e, alcuni di questi, servono come combustibile per gli organismi sulla Terra.
Nasa: i risultati pubblicati
I risultati, pubblicati giovedì 14 dicembre su Nature Astronomy, indicano che all’interno di questa piccola luna potrebbe esserci molta più energia chimica di quanto si pensasse in precedenza. Maggiore è l’energia disponibile, maggiore è la probabilità che la vita proliferi e si sostenga. Jonah Peter, autore principale della pubblicazione, è uno studente di dottorato ad Harvard, che ha svolto molti studi della ricerca, mentre era attivo al Jet Propulsion Laboratory della Nasa nel sud della California.
Peter ha spiegato tramite alcune dichiarazioni riportate dal sito ufficiale dell’agenzia spaziale: “Il nostro lavoro fornisce un’ulteriore prova del fatto che Encelado ospita alcune delle molecole più importanti sia per creare gli elementi costitutivi della vita sia per sostenere quella vita attraverso reazioni metaboliche”.
Peter: “Encelado potrebbe soddisfare i requisiti di abitabilità”
Peter ha aggiunto: “Non solo Encelado sembra soddisfare i requisiti di base per l’abitabilità, ma ora abbiamo un’idea di come potrebbero formarsi biomolecole complesse lì e che tipo di percorsi chimici potrebbero essere coinvolti”. E inoltre: “La scoperta dell’acido cianidrico è stata particolarmente emozionante, perché è il punto di partenza per la maggior parte delle teorie sull’origine della vita”.
Gli ingredienti dell’esistenza
L’esistenza come la conosciamo richiede elementi costitutivi tra cui gli amminoacidi, e l’acido cianidrico è una delle molecole più importanti e versatili necessarie per formare gli amminoacidi. Poiché le sue molecole possono essere impilate insieme in molti modi diversi, gli autori dello studio si riferiscono al cianuro di idrogeno come al coltellino svizzero dei precursori degli aminoacidi.
“Più cercavamo di colmare i buchi nei nostri risultati testando modelli alternativi”, ha aggiunto Peter, “più le prove diventavano forti. Alla fine, è diventato chiaro che non c’è modo di abbinare la composizione del pennacchio senza includere l’acido cianidrico”.
Attività chimiche su Encelado
Nel 2017, gli scienziati hanno trovato prove su Encelado di attività chimiche che potrebbero aiutare a sostenere la vita, se presente, nel suo oceano. La combinazione di anidride carbonica, metano e idrogeno nel pennacchio suggeriva la metanogenesi, un processo metabolico che produce metano. La metanogenesi è diffusa sulla Terra e potrebbe essere stata fondamentale per l’origine della vita sul nostro pianeta.
Il nuovo lavoro rivela prove dell’esistenza di ulteriori fonti chimiche di energia molto più potenti e diversificate rispetto alla produzione di metano: gli autori hanno trovato una serie di composti organici ossidati, indicando agli scienziati che esistono molti percorsi chimici per sostenere potenzialmente la vita nel sottosuolo di Encelado. Questo perché l’ossidazione aiuta a guidare il rilascio di energia chimica.
L’oceano di Encelado simile a una batteria
“Se la metanogenesi è come una piccola batteria di orologio, in termini di energia, allora i nostri risultati suggeriscono che l’oceano di Encelado potrebbe offrire qualcosa di più simile alla batteria di un’auto, in grado di fornire una grande quantità di energia a qualsiasi forma di vita che potrebbe essere presente” ha affermato Kevin Hand del JPL, coautore dello studio e ricercatore principale del lavoro che ha portato ai nuovi risultati.