NASA e ROSCOSMOS stanno studiando una missione congiunta su Venere

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Da molto tempo siamo ormai concentrati principalmente su Marte come pianeta dove possiamo immaginare sia, o sia stata possibile, la vita e come possibile destinazione per viaggi di esplorazione e possibili colonie spaziale.

Eppure, esiste un pianeta che è davvero il gemello della Terra, almeno come dimensioni e gravità: Venere.

Le poche missioni che sono riuscite a scendere sulla superficie del pianeta sono durate pochi minuti ma sono riuscite ad inviare alcune immagini di una bellezza struggente che ci dicono che forse all’umanità potrebbe piacere vivere in quel posto, se l’atmosfera non fosse velenosa e le temperature proibitive. Le sue nuvole sono fatte di acido solforico, la sua superficie è così calda che si scioglierebbe persino piombo, ed i suoi venti soffiano costantemente, spazzando la superficie con la forza di un uragano.

Ecco perché sono state poche le sonde che sono riuscite a sopravivere al tuffo nell’armosfera ed a trasmettere informazioni. D’altra parte, i planetologi di tutto il mondo sono alla disperata ricerca di una migliore comprensione di ciò che accade sulla superficie del pianeta e stanno progettando un nuovo lander in grado di resistere alle dure condizioni ambientali di Venere. Questo lander è, per ora, chiamato Venera-D.

In realtà, non c’è ancora nulla di ben definito, siamo ancora allo stadio degli studi di concetto in cui si sta cercando di capire quali sono le domande scientifiche cui si vorrebbe che la missione trovasse risposta e quali componenti possano rispondere meglio a tali domande. Nel frattempo si è accertato che la prima finestra utile per il lancio si presenterà nel 2026.



La missione sarà uno sforzo congiunto compiuto da NASA e ROSCOSMOS. Come sappiamo, se la NASA ha acquisito una esperienza particolare per lùinvio di misisoni su Marte, la russa ROSCOSMOS si trova praticamente nella situazione inversa.

Ora, le due agenzie stanno collaborando per discutere un nuovo tipo di missione di Venere: un lander che potrebbe sopravvivere sulla superficie mortale del pianeta non solo per giorni, ma mesi, trasmettendo conoscenze scientifiche cruciali su quel mondo infernale.

Tale processo si concentra sull’elaborazione di un elenco di varie priorità scientifiche e degli strumenti necessari per affrontarle.

Si stanno stabilendo gli obiettivi specifici della missione, come far atterrare la sonda incolume su Venere e fare in modo che possa lavorare dall’alba al tramonto per mesi. Venere ruota in senso inverso rispetto alla Terra ed un giorno dura più di un anno.

Un’altro aspetto interessante da affrontare per una missione su Venere sarebbe l’osservazione dell’attività vulcanica,  in particolare la composizione della lava. Gli scienziati hanno visto molte prove di attività vulcanica, come un canale lungo 7.700 chilometri, più lungo del corso del fiume Nilo, qui sulla Terra: “Quel canale non può essere stato scavato dall’acqua, quindi deve essere stata la lava. Qui sulla Terra, qualche colata lavica può fare qualcosa del genere ma è raro. “Anche se non sai nulla di geologia, la tua risposta è … ‘Wow è strano.'” Ha spiegato Tracy Gregg, co-presidnete di missione.

Ci sono un sacco di misteri scientifici da provare ad spiegare. “Venere è strana, ha cose che nessuno è stato in grado di spiegare“, ha detto la Gregg.

Arrivare su Venere è molto più facile che andare su Marte, non a caso Venere viene spesso sfruttata dalle sonde destinate verso il sistema solare esterno (ma la sonda solare Parker sta facendo proprio questa operazione per avvicinarsi al sole alla velocità giusta, in questi giorni) per sfruttare l’effetto fionda del suo pozzo gravitazionale e accelerare la propria velocità di crociera senza consumare carburante.

Il rapporto finale sulla fattibilità e sulel specifiche di missione sarà presentato a fine gennaio 2019.

Se tutto andrà bene, nel 2026 l’uomo proverà a tornare su Venere.

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