I lupi di Chernobyl sono mutati e hanno imparato a resistere ai tumori

I biologi dell'Università di Princeton hanno studiato i lupi di Chernobyl che vivono nella zona di esclusione nei pressi della centrale abbandonata e in un decennio di studi hanno scoperto che stanno prosperando rispetto ai branchi di lupi vicini

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I lupi di Chernobyl sono mutati e hanno imparato a resistere ai tumori

I biologi dell’Università di Princeton hanno studiato i lupi di Chernobyl che vivono nella zona di esclusione nei pressi della centrale abbandonata e in un decennio di studi hanno scoperto che stanno prosperando rispetto ai branchi di lupi vicini, probabilmente a causa della riduzione del contatto umano e di mutazioni genetiche che li proteggono dai tumori.

I biologi stanno lavorando con gli oncologi per capire se queste particolari mutazioni dei lupi di Chernobyl potrebbero avere usi terapeutici per gli esseri umani.

Il disastro di Chernobyl

Il 26 aprile 1986, un disastro colpì la piccola città al confine tra l’Ucraino e la Bielorussia di Chernobyl (allora parte dell’Unione Sovietica) quando una serie di esplosioni in uno dei reattori della locale centrale nucleare provocarono una fusione nucleare. L’evento ebbe un forte impatto su centinaia di migliaia di persone e sull’ambiente circostante.

Nell’esplosione iniziale morirono subito due operai e altri 29 lavoratori morirono per avvelenamento da radiazioni nei tre mesi successivi, come ha riferito Time nel 2018. Molti di coloro che morirono si erano consapevolmente esposti alle radiazioni mortali mentre lavoravano per mettere in sicurezza l’impianto e prevenire ulteriori perdite di materiale radioattivo. Secondo l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, i funzionari governativi sovietici fecero trasferire circa 200.000 persone dalla regione.

Negli anni che seguirono, i tumori nei bambini salirono alle stelle in Ucraina, con un aumento di oltre il 90%. Un rapporto pubblicato dalle agenzie delle Nazioni Unite nel 2005 prospettava che 4.000 persone sarebbero potute morire a causa  dell’esposizione alle radiazioni di Chernobyl.



Greenpeace International stimò, nel 2006, che il numero di vittime in Ucraina, Russia e Bielorussia potrebbe essere arrivato a 93.000 persone, con altre 270.000 a rischio di sviluppare tumori a causa delle radiazioni.

Ma veniamo ai lupi di Chernobyl.

L’insolita resistenza ai tumori dei lupi di Chernobyl

Quasi 40 anni dopo, sta accadendo qualcosa di strano nella cosiddetta zona di esclusione di Chernobyl (CEZ), un perimetro di circa 1.600 chilometri quadrati attorno alla centrale nucleare: tutta l’area sta lentamente diventando uno dei più grandi esperimenti scientifici al mondo per esplorare gli effetti a lungo termine delle radiazioni ionizzanti. Anche se gli esseri umani hanno quasi tutti abbandonato l’area, altri animali sono rimasti nei paraggi.

Nel 2016, uno studio ha scoperto che le raganelle orientali (Hyla orientalis) nella CEZ mostrano caratteristiche diverse rispetto alle raganelle della stessa specie che vivono nei territori esterni alla CEZ, e nel 2023, un altro studio ha scoperto differenze genetiche distinte tra i cani di Chernobyl e i cani che vivono a sole 16 chilometri di distanza.

Ora, i biologi dell’Università di Princeton Cara Love e Shane Campbell-Stanton stanno esplorando un’altra strana caratteristica dei mammiferi della CEZ: la popolazione di lupi di Chernobyl è inaspettatamente prospera. I risultati dello studio, che va avanti da dieci anni, sono stati presentati all’incontro annuale della Società di biologia integrativa e comparata lo scorso gennaio.

L’analisi dei lupi di Chernobyl è particolarmente interessante perché sono predatori all’apice della catena alimentare. Questa è solitamente una posizione privilegiata in un ecosistema, ma quando l’ecosistema è inondato di radiazioni, questi animali sono costretti a mangiare prede irradiate che mangiano piante irradiate cresciute in un terreno irradiato. Fondamentalmente, i lupi di Chernobyl sono immersi completamente in un ambiente satura di radiazioni.

Ciò porterebbe a far pensare che i lupi di Chernobyl che vivono nella CEZ dovrebbero essere particolarmente colpiti da ogni tipo di tumore ma, secondo quanto riporta la d.essa Love, questo non sta accadendo. Infatti, all’inizio di questo mese ha riferito che nella CEZ la densità della popolazion è in realtà sette volte più densa che nelle aree naturali protette della vicina Bielorussia.

I lupi di Chernobyl (una normale popolazione di lupi grigi) offrono un’opportunità davvero interessante per comprendere gli impatti dell’esposizione cronica, a basse dosi e multigenerazionale alle radiazioni ionizzanti“, ha detto Campbell-Stanton in un’intervista alla NPR. “Come biologo evoluzionista, la prima domanda nella mia mente è se questa radiazione sia o meno un fattore di stress sufficiente per costituire effettivamente una pressione selettiva“.

Nel 2014, il team di Princeton ha attaccato collari a questi lupi di Chernobyl che vivono nella CEZ sia con GPS che con dosimetri di radiazioni, nel tentativo di comprendere la risposta della popolazione alle radiazioni cancerogene di Chernobyl. Col tempo hanno scoperto che i lupi di Chernobyl sono costantemente esposti a radiazioni sei volte superiori al limite legale per gli esseri umani.

Possibili ricadute nelle terapie antitumorali umane

La teoria di Love e Campbell-Stanton è che i lupi di Chernobyl stanno sperimentando una sorta di rapida selezione naturale, probabilmente causata dall’altrettanto rapido cambiamento nel loro ambiente circostante. Probabilmente, alcuni dei lupi stanziati all’interno della CEZ cavevano geni che li rendevano più resistenti ai tumori rispetto ad altri lupi. Pur continuando a contrarre il cancro allo stesso ritmo, questi canidi resilienti semplicemente non ne hanno risentito così tanto da essere sterminati, riuscendo quindi a trasmettere quei geni alle generazioni successive.

Quindi, in generale, abbiamo scoperto che le regioni all’interno dell’area di Chernobyl in cui si manifesta una più rapida evoluzione della popolazione animale residente sono quelle in cui risiedevano esemplari dotati di geni che sappiamo avere un ruolo nella risposta immunitaria al cancro o, in generale, nella risposta immunitaria antitumorale nei mammiferi“, ha spiegato Campbell-Stanton.

Sebbene i dati mostrino una chiara causa genetica dietro la resistenza al cancro dei lupi di Chernobyl, Campbell-Stanton si affretta a sottolineare che questi lupi sono anche liberi da altre pressioni biologiche, in particolare da quelle umane. Il team sta attualmente lavorando con specialisti oncologi per capire come questi risultati potrebbero avere un impatto sulla salute umana.

Per decenni Chernobyl è stata dipinta come un immenso disastro ecologico (e sicuramente lo è stato), ma negli ultimi dieci anni la CEZ è apparsa sempre più come un’opportunità scientifica senza precedenti.

Approfondimento: l’Unione Sovietica

L’Unione Sovieticaufficialmente Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche o URSS, è stato un paese transcontinentale che si estendeva su gran parte dell’Eurasia dal 1922 al 1991. Il paese era uno stato successore dell’Impero russo; nominalmente era un’unione federale di quindici repubbliche nazionali, la più grande e popolosa delle quali era la SFSR russa, ma in pratica sia il suo governo che la sua economia furono altamente centralizzati fino ai suoi ultimi anni. Essendo uno stato monopartitico governato dal Partito Comunista dell’Unione Sovietica, era considerato il principale stato comunista del mondo.

Le radici del paese affondano nella Rivoluzione d’Ottobre del 1917, che vide i bolscevichi rovesciare il governo provvisorio russo formatosi all’inizio di quell’anno in seguito alla Rivoluzione di febbraio che aveva dissolto l’Impero russo. Il nuovo governo, guidato da Vladimir Lenin, istituì la Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa (RSFSR), il primo stato costituzionalmente socialista al mondo. Le persistenti tensioni interne sfociarono nella brutale guerra civile russa. Mentre la guerra procedeva a favore dei bolscevichi, la RSFSR iniziò a incorporare le terre acquisite dalla guerra in stati nominalmente indipendenti, che furono fusi nell’Unione Sovietica nel dicembre 1922.

Dopo la morte di Lenin nel 1924, salì al potere Joseph Stalin.

Quest’ultimo inaugurò un periodo di rapida industrializzazione e collettivizzazione forzata che portò a una significativa crescita economica, ma contribuì anche a una carestia nel 1930-1933 che uccise milioni di persone. Anche il sistema dei campi di lavoro forzato del Gulag fu ampliato in questo periodo. Durante la fine degli anni ’30, Stalin condusse una Grande Purga per rimuovere i suoi avversari reali e percepiti.

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