L’incidente di Dal’negorsk

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di Oliver Melis

L’incidente sarebbe avvenuto nel Gennaio del 1986 sul monte Izvestkovaya noto anche come cima 611 a causa della sua altezza.

La narrativa racconta che durante la sera del 29 gennaio del 1986, verso le 20, gli abitanti di Dal’negorsk videro una sfera rossastra attraversare il cielo, l’oggetto che era grande la metà della Luna, si spostava parallelo al terreno e non emetteva il minimo rumore.

La sfera iniziò ad abbassarsi mentre si avvicinava alla montagna 611 e finì per schiantarsi sulla cima della stessa. Un solo un testimone dell’evento raccontò di aver udito un forte rumore. La sfera raggiunse il suolo e illuminò la zona di una luce simile a un incendio. La velocità di caduta fu stimata in circa 15 m/s.

Qualche giorno dopo il presunto schianto alcuni ufologi guidati da Valery Dvuzhilny salìrono sulla cima del monte per effettuare rilievi e raccogliere campioni di terreno. Gli ufologi trovarono un cratere di circa 2×2 metri (altre altre fonti riferirono che le dimensioni del cratere erano di 3×3 metri). Il terreno circostante appariva come se fosse stato riscaldato ad una temperatura molto alta mentre le rocce erano ricoperte da una patina nerastra e, attorno al cratere, erano presenti resti di alberi arsi, alcune rocce presentavano in superficie sferette argentate che furono riconosciuta per sferette di grafite.

L’analisi chimica effettuata sulle sferette mostrò che erano composte da grafite, silicio e ferro. Alcune di esse mostravano quantità significative di zinco, bismuto ed altri elementi rari. Fu eseguita un’analisi di campioni di rocce, suolo e residui di alberi bruciati e fu notato che la composizione era simile a quella dei campioni raccolti dal sito dell’evento di Tunguska, fatto accaduto nel 1908 quando un asteroide, o una piccola cometa, impattò l’atmosfera ed esplose ad una derta altezza sopra Tunguska distruendo un ampio tratto di foresta. Ulteriori analisi hanno rinvenuto la presenza di oro, argento, nichel e molibdeno. È stata ritenuta molto interessante la presenza di oro, perché a Dal’negorsk non sono presenti miniere né rocce che contengono questo minerale.



L’ufologo Valery Dvuznilny ipotizzò che ad impattare contro la cima della montagna 611 si sia stato un veicolo extraterrestre.

Negl Stati Uniti  l’incidente di Dal’neorsk è stato oggetto di una puntata della trasmissione televisiva Sightings trasmessa nel 1995 dalla rete Fox. Secondo il giornalista Tod Mesirow, che si erarecatosi sul luogo ed ed aveva intervistato i testimoni e alcuni scienziati le analisi dei frammenti metallici dimostrerebbero che il metallo rivenuto sul luogo dell’incidente non sarebbe di manifattura umana ma qualcosa d’altro.

Lo scienziato Gennadi Belimov ha affermato, nel 1993, che a schiantarsi fu un pallone sonda militare sovietico, spiegazione che torna decisamente troppo spesso nei casi di UFO crash; c’è anche da rilevare che la velocità di caduta del pallone sonda si sarebbe aggirata intorno ai 54 km/h, molto inferiore a quella stimata da Dvuzhilny. La spiegazione di Belimov è stata contestata dall’ufologo Michael Gershtein, che sostiene che l’oggetto, secondo tutte le testimonianze, aveva una traiettoria definita e non sarebbe potuto essere, quindi, un pallone spinto dal vento.

Secondo il giornalista scientifico V. Psalomschokov si trattò, in realtà, di un veicolo militare sovietico pilotato a distanza.

Alexander Rempel, in un articolo pubblicato sulla rivista NLO Magazine, scrisse che dall’esame dei frammenti non si poteva concludere se l’oggetto fosse di natura terrestre o meno.

Sulla questione disse la sua anche il geologo V. Berliozov che affermò che le tracce di impatto sul suolo lasciano pensare ad un oggetto naturale di origine spaziale e che, pertanto, fu probabilmente un meteorite a schiantarsi quella sera.

Y. Vasilyev, in un articolo pubblicato sulla rivista Ribak Primorya, ha ipotizzò che si sia trattato di un frammento dello Space Shuttle Challenger caduto in territorio sovietico.

La ridda di ipotesi suscitata da un fatto cui tuttora non è stata data una spiegazione definitiva dimostra che fare ipotesi avendo a disposizione pochi dati non è mai semplice e chi è indirizzato verso un certo tipo di pensiero, ad esempio che crede fermamente che gli UFO siano astronavi di origine extraterrestre non farà altro che avvallare l’ipotesi di tanti ufologi che giocano sulla scarsità di dati.

Insomma, davanti a fenomeni sconosciuti e con poche informazioni il metodo di indagine più valido resta quello del rasoio di Occam.

La realtà ci dice che sul luogo dell’incidente sono stati trovati solo pochi frammenti di minerali  e che, in ordine di probabilità, tutte le ipotesi, dalla meteora al pallone sonda, passando per il frammento dello Challenger e al drone societico fino all’astronave aliena mantengono tutti una certa percentuale di credibilità.

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