Nel deserto arabo, una costruzione monumentale si sta progressivamente ampliando. Situato nel deserto di Dubai, il Mohammed Bin Rashid Al Maktoum Solar Park, che prende spunto dal nome del sovrano dell’emirato arabo, e dal vice presidente e primo ministro degli Emirati Arabi Uniti, continua la sua espansione, superando cosi una pietra miliare.
Le immagini satellitari dell’impianto, che ha raggiunto l’ottavo anno di sviluppo, danno un’idea della sua grandezza. La centrale energetica, formata da migliaia di pannelli fotovoltaici, è disposta su un asse direzionato verso est-ovest, con la sua uniformità crea un contrasto con le pieghe della dune di sabbia che la circonda.
Secondo l’Autorità per l’energia e l’acqua di Dubai, la DEWA, una volta terminata la struttura, con un investimento pari a 50 miliardi di dirham, o 13,6 miliardi di dollari, potrà alimentare fino a 1.3 milioni di case, arrivando a ridurre le emissioni di carbonio di 6,5 milioni di tonnellate all’anno.
La realizzazione dell’impianto è stata decisa nel 2012, il completamento è previsto per il 2030, e arriverà a produrre 5.000 megawatt.
La costruzione dell’impianto è stata suddivisa in tre fasi: la prima e la seconda fase, che sono state completate, comprendevano 2,3 milioni di pannelli fotovoltaici e una produzione di 213 megawatt. La terza fase, attualmente in via di lavorazione, verrà completata entro il 2020, secondo la
DEWA, aggiungendo all’impianto oltre 3 milioni pannelli fotovoltaici, che ne aumenteranno la produzione di 800 megawatt.
Il progetto dell’impianto, dopo essersi sviluppato linearmente al terreno, si sta avviando verso la quarta fase, arrivando a toccare una meta molto ambiziosa. La DEWA, dichiara che la base della costruzione è completa, ed afferma che, sarà la torre a energia solare più alta al mondo.
La torre, nella parte superiore, sarà fornita di specchi eliostati, che saranno in grado di accumulare la luce solare scaldando cosi un flusso di sali fusi. Il calore prodotto sarà utilizzato per alimentare le turbine a vapore che genereranno elettricità.
Secondo Christos Markides, professore di tecnologie per l’energia pulita all’Imperial College di Londra, ha dichiarato che “La CSP, avrà un efficienza maggiore rispetto al fotovoltaico (PV), e immagazzinerà l’energia sotto forma di calore anziché in batteria. L’immagazzinamento dell’energia termica, rispetto a quella elettrica, avrà un costo 10 volte minore, creando così un grande vantaggio a questo tipo di tecnologia”.
La DEWA, ha dichiarato che la CSP “Potrà creare elettricità anche senza il sole e fino a notte fonda. La torre di Dubai potrà immagazzinare calore per 15 ore, fornendo cosi energia per 24 ore al giorno. La torre CSP, avrà un altezza di 260 metri e sarà circondata da 70.000 eliostati”.
Un rendering digitale della torre solare, progettata per il Mohammed Bin Rashid Al Maktoum Solar Park di Dubai. Credito: DEWA
La fase quattro, oltre alla realizzazione della torre CSP, da 100 megawatt, fornirà altri 850 megawatt di potenza, grazie alla presenza dei canali parabolici, un altra forma di CSP, e fotovoltaici. Recentemente, è stato annunciato che la fase cinque, che fornirà 900 megawatt, inizierà la distribuzione di energia a partire dal 2021. Rimangono attualmente in fase di programmazione le rimanenti installazioni, che porteranno l’impianto al suo obiettivo finale, cioè produrre 5.000 megawatt.
Le fasi da una a quattro, che comprendono una capacità di 1.963 megawatt, faranno entrare il Mohammed Bin Rashid Al Maktoum Solar Park, nella lista degli impianti con maggiori capacità di tutto il mondo. La Ladakh Solar Farm, in India, che sarà operativa nel 2023, arriverà a produrre 3.000 megawatt, secondo il World Economic Forum. Attualmente, il Tengger Desert Solar Park, che produce 1.547 megawatt, a Ningxia, in Cina, è considerato il più grande impianto fotovoltaico operativo al mondo.
Tengger Desert Solar Park in Cina, immagine ripresa dal satellite tramite Google Earth. Credito: Google Earth
Riuscire a realizzare strutture di tali dimensioni è solo una delle difficoltà che si presentano. La costruzioni di questi impianti in climi ostili e il degrado provocato dal tempo, sono problematiche fondamentali da risolvere.
La DEWA, ha dichiarato alla CNN che “La polvere rimane una problematica significativa da risolvere, poiché l’accumulo sui moduli può provocare una sostanziale riduzione di produzione di energia”. Il dipartimento del governo, ha affermato che, “Oltre a studiare tecnologie per creare un rivestimento dei pannelli, sta ideando un sistema di lavaggio automatico effettuato a secco, per pulire l’intero impianto in tempi brevi”.