L’essere vivente di Marte che corre davanti al rover sollevando polvere

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Qualche anno fa, fece scalpore negli ambienti complottisti una sequenza di immagini riprese dal rover Spirit che mostravano una serie di sbuffi di sabbia davanti all’obbiettivo del rover, come se un gruppo di animali si stesse dando ad una fuga disordinata a causa dell’improvvisa comparsa del rover.

Ovviamente, la cosa rimbalzò subito tra gli appassionati che studiano ogni immagine di Marte pubblicata dalla NASA nella speranza di scoprire qualche particolare sfuggito al filtro dei tecnici dell’agenzia spaziale americana che, a loro dire, ci tiene nascoste moltissime scoperte già effettuate su Marte che proverebbero non solo l‘esistenza della vita sul Pianeta Rosso ma perfino la passata esistenza di una civiltà, presumibilmente estinta.

Normalmente si tratta di sassi e particolari conformazioni rocciose la cui forma può ricordare vagamente quella di un osso umano, di un cranio, oppure di qualche oggetto. Naturalmente si tratta di pareidolia, quel fenomeno per cui il nostro cervello tende a riconoscere oggetti familiari in forme vagamente definite.

Nell’occasione del filmato del presunto gruppo di animali in fuga, qualcosa effettivamente si muoveva, qualcosa che sollevava polvere e proiettava un’ombra ma chi ha urlato subito all’alieno non si è preoccupato di riguardare una seconda volta il filmato oppure ha voluto vedere quello che preferiva in un fenomeno ben noto anche sulla nostra Terra: i diavoli di sabbia o dust devil.

Il diavolo di sabbia (o diavolo di polvere) è un fenomeno meteorologico tipico dei territori desertici e secchi. Il “diavolo di sabbia“, pur assumendo la caratteristica forma, non ha nulla a che fare con una perturbazione a carattere temporalesco, come quella dei tornado, ovvero trombe d’aria.



La sua forma richiama molto quella delle tromba d’aria, tuttavia le dimensioni sono molto più piccole e l’altezza del cono di sabbia e polvere non si eleva oltre i 500 metri. La sua energia e di conseguenza gli effetti provocati sull’ambiente, sono in generale limitati, ma in qualche caso possono anche provocare danni agli edifici ed effetti conseguenti sulle persone. Un fenomeno simile al diavolo di sabbia è il diavolo di neve, che si sviluppa in aree innevate.

La particolarità di questo fenomeno, vere e proprie trombe d’aria in miniatura, è che si sviluppano anche quando in cielo non vi è nemmeno una nuvola; infatti non sono collegate a nessuna nube di passaggio o temporale. La durata di questo particolare e frequente fenomeno può andare da meno di 30 secondi fino a 20-30 minuti.

La sua formazione è causata da un eccessivo surriscaldamento della superficie di un suolo secco e caldo che, in presenza di una leggera depressione sovrastante, genera un mulinello di aria che può crescere in dimensioni e in potenza. L’aria surriscaldata, essendo meno densa, per la spinta archimediana tende infatti a dirigersi verso l’alto, richiamando nuova aria dall’ambiente circostante. Se al piccolo vortice è associato un movimento rotatorio derivante dall’ingresso non uniforme dell’aria dai suoi fianchi, questa rotazione si intensifica nello stiramento verticale che l’aria calda subisce durante la sua risalita, a causa della conservazione del momento angolare. Questo avvitamento viene quindi amplificato dando luogo al caratteristico vortice, che poi si sposta sul terreno in funzione dell’afflusso di nuova aria.

L’afflusso di aria relativamente calda dalle aree circostanti mantiene in equilibrio il vortice, che nella sua corsa è in grado di raccogliere e aspirare polvere, sabbia e piccoli oggetti. Quando infine il vortice arriva su una superficie relativamente fredda come un prato o un’area in grado di schermarlo, non ha più l’energia e il tempo per riscaldare la nuova aria e quindi l’equilibrio si rompe, provocando il rapidissimo collasso della tromba d’aria e il suo conseguente dissolvimento.

Insomma, nessuma forma di vita è stata ancora avvistata su Marte anche se non si dispera ancora di trovarla. Come sappiamo, recentmente, il rover Curiosity ha individuato a pochi centimetri di profondità nel terreno marziano alcune delle molecole organiche che costituiscono la base della vita e l’aumento stagionale della concentrazione del metano atmosferico, pur avendo anche altre spiegazioni di carattere inorganico, potrebbe essere associato ad un aumento del metabolismo di eventuali forme di vita nei periodi in cui la temperatura del pianeta si alza.

Bisogna avere pazienza e, nel frattempo, possiamo ammirare in quante manifestazioni Marte sia simile alla Terra.

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