“Negli anni ’40 la gente dormiva, mediamente, più di otto ore a notte mentre ora, nell’età moderna siamo scesi a circa 6,7 e 6,8 ore a notte“, Così dice Matt Walker, professore di neuroscienze e psicologia presso l’Università della California, Berkeley.
“Si tratta di una sconvolgente perdita di sonno nello spazio di soli 70 anni, siamo ormai quasi sul punto in cui abbiamo eliminato il 20% del sonno dal nostro ciclo di vita“.
Per gli adulti, il mondo moderno è pieno di cose che riducono il sonno. Caffeina, che ci tiene svegli. L’alcool, che frammenta il nostro sonno e sopprime il sogno e, sebbene abbiamo migliorato sensibilmente le condizioni in cui dormiamo, grazie a migliori materassi e alle case senza fumo, anche il nostro ambiente a clima controllato potrebbe avere creato problemi.
Cose come il riscaldamento centralizzato o la climatizzazione degli ambienti hanno sconvolto millenni di adattamento fisiologico. Il nostro corpo si aspetta che la sera, dopo che è calato il sole, le temperature scendano mentre dall’alba in avanti tendano a salire. L’effetto di un ambiente a clima controllato e costante è sorprendentemente negativo per la nostra fisiologia che non riesce più a capire in modo naturale quando è giunto il momento di dormire.
E poi c’è la tecnologia. Non è più solo la luce artificiale ad influenzarci ma tutti i tipi di dispositivi con schermi a LED, che emettono una potente forma di luce blu che inibisce il rilascio dell’ormone melatonina che serve proprio a regolare il ritmo sonno-veglia.
La tecnologia provoca anche procrastinazione del sonno. Arriva una certa ora, ad esempio la mezzanotte, in cui pensiamo sia ora di mandare l’ultima email e smettere di lavorare ma poi ci viene voglia di dare un’ultima occhiata a Facebook o Twitter procrastinando il momento del sonno.
Inoltre viviamo in un’epoca in cui la pressione economica e sociale a lavorare di più, dormire meno e essere più produttivi è un forte stimolo ad inibire il sonno assumendo forti dosi di caffè per continuare a produrre anche quando la stanchezza sembra dirci sia ora di cedere il passo al sonno. Secondo il professor Walker, il numero di persone che possono sopravvivere a sei ore di sonno o meno senza subire danni è zero.
Questa sentenza è evidenziata da oltre diecimila studi di ricerca sull’argomento.
Con meno di sette ore di sonno quotidiano le conseguenze per la salute sono subito evidenti ed inevitabili: malattie come il morbo di Alzheimer, il cancro, l’obesità, il diabete, l’ansia e la depressione non sono le sole conseguenze del minore riposo che concediamo al nostro corpo ma vi sono effetti anche a livello psicologico, sono, infatti, aumentati in modo drammatico i casi di persone affette da manie paranoidi o tendenti al suicidio.
Quasi tutte le malattie del corpo e della mente sono direttamente o indirettamente collegate alla deficienza di sonno.
È evidente che nella società moderna sono in pochi a potersi permettere otto ore di sonno filate ogni notte ma sarebbe quantomeno opportuno, almeno 4 o 5 volte la settimana, porsi un’orario oltre il quale spegnere i monitor dei pc o dei tablet, ma anche la televisione, mettere lo smartphone in modalità “riposo”, bere un bel bicchiere d’acqua, stendersi sul letto e concedersi 10 minuti di lettura di un bel libro o di una rivista per rilassarsi e poi lasciarsi scivolare nelle braccia di morfeo.
Gli effetti positivi di un’ora di più di sonno al giorno vi saranno subito evidenti e la qualità della vostra vita se ne gioverà immediatamente.