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Le origini dell’astronomia – video

L'astronomia è una disciplina antichissima, che ha origini remotissime. Già i popoli antichi, come Babilonesi, Egizi, Cinesi, Greci e Romani, osservavano il cielo con curiosità e interesse

L’astronomia è una disciplina antichissima, che ha origini remotissime. Già i popoli antichi, come Babilonesi, Egizi, Cinesi, Greci e Romani, osservavano il cielo con curiosità e interesse, cercando di comprendere i misteri celesti e di utilizzare le informazioni ottenute per scopi pratici, come la navigazione, l’agricoltura e la previsione del tempo.

Gli antichi Babilonesi, ad esempio, erano famosi per i loro osservatori astronomici, in cui si effettuavano osservazioni accurate delle posizioni dei pianeti e degli astri. Gli Egizi, invece, utilizzavano la posizione delle stelle per stabilire l’alba del Nuovo Anno e per costruire le loro tombe in modo che fossero allineate con le costellazioni.

In Grecia, l’astronomia conobbe un grande sviluppo grazie ai filosofi naturalistici ionici come Talete, Anassimandro e Anassimene, che vissero nel VI secolo a.C.. Talete è considerato come il padre dell’astronomia, poiché fu il primo a tentare di spiegare i fenomeni celesti con principi naturali, invece di attribuirli agli dei. Anassimandro e Anassimene, invece, svilupparono la teoria delle cause naturali e formularono le prime leggi fisiche per spiegare i movimenti degli astri.

Nel IV secolo a.C. Platone fondò l’Accademia a Atene, che divenne un importante centro di studi astronomici. Uno dei suoi allievi più famosi, Aristotele, sviluppò un sistema geocentrico per spiegare i movimenti degli astri, secondo cui la Terra era al centro dell’universo e tutto girava intorno ad essa. Questa teoria fu accettata per lungo tempo e fu solo nel XVI secolo che fu sostituita dalla teoria eliocentrica proposta da Copernico.

Nel periodo romano, l’astronomia continuò ad essere oggetto di studio e osservazione. Il matematico e astronomo romano Tolomeo, vissuto nel II secolo d.C., compilò un grande trattato di astronomia, chiamato Almagesto, che divenne il testo di riferimento per gli astronomi fino al Rinascimento.

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Durante il Medioevo, l’astronomia conobbe un periodo di declino, poiché la Chiesa cristiana considerava gli studi astronomici come inutili e persino pericolosi. La Chiesa la vedeva come una minaccia alla fede, poiché metteva in dubbio le dottrine religiose e minacciava la posizione dominante della Chiesa stessa. Inoltre, l’astronomia non aveva alcuna utilità pratica per la vita quotidiana della gente comune.

Tuttavia, non tutti i pensatori medievali erano contrari all’astronomia

Alcuni studiosi, come il monaco e matematico inglese Beda il Venerabile, continuarono a studiare e a scrivere sull’astronomia, anche se in modo molto limitato rispetto agli antichi.

Inoltre, era ancora utilizzata per scopi pratici, come la navigazione e la previsione del tempo. Gli Arabi, in particolare, furono molto attivi in questo campo, sviluppando una grande quantità di conoscenza astronomica e costruendo osservatori per osservare il cielo.

Durante il Medioevo, l’astronomia era principalmente basata sulla tradizione antica, e gli astronomi si basavano principalmente sui testi degli antichi per le loro conoscenze. Tuttavia, con l’avvento del Rinascimento, l’astronomia conobbe una rinascita.

Gli studiosi del Rinascimento cominciarono a mettere in dubbio la tradizione antica e a utilizzare la scienza e la matematica per ottenere nuove conoscenze sull’universo. Questo portò alla scoperta di nuove teorie e allo sviluppo di nuovi strumenti per l’osservazione del cielo, dando origine alla nascita dell’astronomia moderna.

L’astronomia moderna è nata con la rinascita della scienza durante il periodo del Rinascimento, con la nascita di nuove teorie e la costruzione di nuovi strumenti per l’osservazione del cielo. Gli astronomi del Rinascimento, come Galileo Galilei e Johannes Kepler, iniziarono a mettere in dubbio la tradizione antica e a utilizzare la scienza e la matematica per ottenere nuove conoscenze sull’universo.

Galileo Galilei fuo uno dei primi a utilizzare il telescopio per osservare il cielo e scoprire nuovi corpi celesti come le lune di Giove e le macchie solari. Keplero, invece, formulò le leggi del moto planetario che descrivono il moto dei pianeti intorno al Sole.

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