La storia di Cincinnato, dittatore romano

Cincinnato è sinonimo di chi, dopo aver offerto un contributo importante alla patria, accetta di buon grado di tornare nell'ombra e ad una vita semplice

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Lucio Quinzio Cincinnato fu console nel 460 a.c., dittatore nel 458 e, secondo la tradizione, ma dal punto di vista storico non esistono conferme, di nuovo dittatore del 439 a. c.

Cincinnato si rovinò per salvare il figlio

Secondo lo storico Tito Livio, Cincinnato riassumeva appieno le caratteristiche del cittadino romano dell‘epoca della repubblica: un uomo valoroso, integerrimo, laborioso completamente dedito agli interessi della repubblica, pronto a rinunciare a onori e pretese personali.
Cincinnato fu coinvolto nelle vicende del figlio Cesone, che era un cittadino patrizio e fu accusato di avere ucciso in una rissa il fratello di un tribuno della plebe; al processo Cincinnato chiese indulgenza per il figlio supplicando che non fosse condannato avendo riguardo alla sua persona, che non aveva mai offeso nessuno con azioni o parole.
Il figlio di Cincinnato se la cavò ma dovette partire in esilio per l’Etruria e il padre fu costretto a pagare una ingente somma di denaro, che lo costrinse per qualche periodo di tempo a vivere in un tugurio fuori città .

Cincinnato console

Quando lo storico Livio riprese a parlare di Cincinnato, egli aveva superato le difficoltà finanziarie ed era stato nominato console con l’appoggio dei patrizi. Nell’antica Roma i consoli erano i due magistrati che, eletti ogni anno, esercitavano collegialmente il supremo potere civile e militare.
Esercitò l’alta magistratura con equilibrio, seppure tra forti contrasti con la parte plebea e con i settori del Senato più propensi a concessioni verso di essa. Egli stesso comunque rifiutò il reincarico, quando comprese che sarebbe stato causa di nuove frizioni. Egli tornò ai campi, ma in sua assenza la situazione a Roma peggiorò;  i contrasti tra patrizi e plebei indebolivano lo Stato e la guerra contro gli Equi aveva preso una brutta piega.

Cincinnato dittatore

Fu deciso di nominare dittatore proprio Cincinnato, il quale era l’unico ad avere l’onore e il prestigio per risolvere la difficile situazione. Un dittatore, nell’antica Roma, in età repubblicana, era un magistrato nominato, in via straordinaria, per l’adempimento di compiti eccezionali quasi sempre di carattere militare
Cincinnato da contadino ritornò ad essere un uomo pubblico pronto a sacrificarsi per il bene dello Stato. In breve raggiunse Roma e cercò di comprendere la situazione al fine di agire con avvedutezza e prontezza.
Gli Equi erano un popolo di montanari, che vivevano in Abbruzzo nei pressi del lago Fucino, oggi completamente prosciugato; intorno al 458 a.C. un gruppo di essi, attraversando l’Aniene, scese nella zona intorno a Tivoli, mentre un altro raggiunse Preneste, che fu conquistata.
Il console romano Minucio rimase accerchiato dagli Equi nella valle sotto il monte Algido e solo cinque cavalieri riuscirono a portare la notizia a Roma. Cincinnato decise di accorrere in aiuto del console; gli avversari sorpresi dalla rapidità delle sue azioni furono sbaragliati e a Cincinnato fu tributato il trionfo.
A soli sedici giorni dalla nomina a dittatore e con grande anticipo sulla sua scadenza naturale, Cincinnato ritenne esaurito il suo mandato e tornò alla vita agricola.
Secondo Tito Livio, Cincinnato, ormai anziano, sarebbe stato nominato di nuovo dittatore nel 439 a. C., in un periodo di gravi contrasti interni, ma la maggior parte degli storici non lo ritiene possibile.
Cincinnato è un personaggio leggendario e le sue gesta hanno attribuito al suo nome è diventato sinonimo di chi, dopo aver offerto un contributo importante alla propria patria, accetta di buon grado di tornare nell’ombra e ad una vita semplice rinunciano agli onori e alla vita pubblica.