“La ricerca di tecno-manufatti”: una civiltà ci ha preceduto nel sistema solare?

E se il sistema solare un tempo lontano fosse stato abitato da qualcuno venuto prima di noi e ormai scomparso? Ogni tanto gli scienziati si dilettano con esercizi mentali nei quali analizzano anche le ipotesi più assurde, è il caso degli astrofisici Avi Loeb di Harvard e Jason Wright della Penn State University che hanno analizzato la questione

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Una delle principali domande aperte sull’astrobiologia è se nel sistema solare esistono o sono mai esistite altre forme di vita oltre quelle evolutasi sulla Terra. Ogni tanto gli scienziati si dilettano con esercizi mentali nei quali analizzano anche le ipotesi più assurde.

È il caso degli astrofisici Avi Loeb di Harvard e Jason Wright della Penn State University hanno analizzato la questione, con Loeb che ha suggerito che sulla luna potrebbero esistere antichi manufatti tecnologici provenienti da oltre il Sistema Solare, equivalenti alla lettera di una qualche civiltà aliena che dice: “Noi esistiamo.

Wright, membro del Center for Exoplanets and Habitable Worlds, ha preso in considerazione la possibilità che una specie tecnologica possa essere sistita nel Sistema Solare prima dell’ascesa dell’umanità sulla Terra nel suo studio, “Precedenti specie tecnologiche indigene“.

Nel 2016, Wright ha scritto un articolo in cui esamina le possibili origini e posizioni delle “tecno-firme” di una tale civiltà, mentre altri astronomi hanno suggerito che si potrebbe tentare di individuare qualche residuo tecnologico negli oggetti della fascia di Kuiper che “potrebbero servire da lampione che segnala l’esistenza di tecnologie extraterrestri e quindi civiltà”.

Semmai specie aliene fossero sorte nel sistema solare potrebbero essersi sviluppate centinaia di milioni di anni fa sulla Terra o su un altro pianeta, come Venere prima che si scatenasse l’attuale effetto serra o Marte quando ancora avevo un’atmosfera e presentava acqua liquida in superficie.

Nel caso di Venere, l’insorgere dell’effetto serra e lo stravolgimento della sua superficie che abbiamo visto attraverso le sonde potrebbero aver cancellato tutte le prove dell’esistenza di vita e civiltà. Nel caso della Terra, l’erosione e, in definitiva, la tettonica a zolle potrebbero aver cancellato la maggior parte di tali prove se una eventuale altra specie tecnologica fosse vissuta più di un miliardo di anni fa.  Eventuali tecno-firme indigene, osserva Wright, potrebbero essere estremamente antiche, limitando i luoghi in cui potrebbero ancora essersi trovate a sotto le superfici di Marte o della Luna o nel Sistema Solare esterno.



Ma perché queste eventuali civiltà tecnologiche pre-umane sarebbero scomparse?

La risposta più ovvia è un cataclisma, che si tratti di un evento naturale, come un l’impatto di un asteroide che ha provocato un evento a livello di estinzione di massa, o autoinflitto, come una catastrofe climatica globale“, spiega Wright. “Nel caso di una precedente civiltà dotata della tecnologia necessaria per il volo spaziale, in grado quindi di colonizzare il Sistema Solare, un evento a livello di estinzione avrebbe avuto effetto solo nel caso di uno o più cataclismi a catena che verificatisi all’interno di tutto il sistema solare, ad esempio uno sciame di comete o una guerra interplanetaria, oppure se gli insediamenti non fossero stati in grado di essere completamente autosufficienti. In alternativa, potrebbe essere esplosa una supernova non molto lontano dal sistema solare inondandolo con una tempesta di raggi gamma“.

Da un punto di vista puramente scientifico, osserva Wright, è perfettamente ragionevole chiedersi se la vita potrebbe essere esistita altrove nel Sistema Solare.

In uno studio successivo presentato nel 2019, l’astrofisico di Harvard Avi Loeb, ha suggerito che la Luna della Terra potrebbe presentare tracce di antiche attrezzature tecnologiche insediate sulla superficie lunare un miliardo di anni fa.

Nell’articolo, che Loeb ha scritto con Manasvi Lingam, i due scienziati rispondono alla domanda sulla possibilità che siano esistite antiche civiltà nel sistema solare con un clamoroso “sì”, suggerendo di considerare la possibilità che sulla superficie lunare possano esistere ancora tracce di antichi insediamenti o di antichi mezzi esplorativi che potrebbero esservisi schiantati quando erano ormai “morti” (come ad esempio le sonde Pioneer che, ormai spente da decenni, vagheranno nello spazio forse per milioni di anni, finché non si schianteranno da qualche parte). Secondo Loeb, ritrovare anche solo qualche frammento di antichissime tecnologie potrebbero fornirci informazioni  sugli elementi costitutivi della vita dagli ambienti abitabili attorno ad altre stelle.

L’assenza di un’atmosfera lunare”, scrive Loeb in “La luna come rete da pesca per la vita extraterrestre”,  “garantisce che questi messaggeri involontari potrebbero essersi schiantati contro la superficie lunare senza bruciarsi. Inoltre, l’inattività geologica della Luna implica che questi eventuali frammenti tecnologici potrebbero essere rimasti lì dove sono caduti senza essere cancellati dalle intemperie o dall’attività tettonica. Come una cassetta postale naturale, la superficie lunare ha raccolto tutti gli oggetti che vi sono impattati negli ultimi miliardi di anni. E la maggior parte di questa “posta” è ancora lì, muta testimone degli eoni passati“.

In sostanza, dicono i due scienziati, dovremmo cominciare ad impegnarci in una sorta di archeologia spaziale, alla ricerca di tecnologie abbandonate sulla superficie degli oggetti del sistema solare o di tecnologie in disuso che potrebbero attraversare il sistema solare provenienti da altre stelle.

Fonti: Arxiv.org; Scientific American Blog e Cambridge University.

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