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La missione ESA Hera aggiungerà obiettivi alla missione DART per la difesa planetaria

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La missione internazionale di difesa planetaria che coinvolge la NASA e l’ESA includerà ora due CubeSat. APEX (Asteroid Prospection Explorer) e Juventas saranno a bordo della navicella spaziale Hera dell’ESA, che raggiungerà il sistema di asteroidi binari Didymos poco dopo che che il più piccolo dei due oggetti, Didymoon, sarà colpito dalla sonda della NASA DART (Double Asteroid Redirect Test). Hera si occuperà di effettuare rilevamenti ed osservazioni sulle conseguenze dell’impatto come parte dell’esperimento mirato a sperimentare l’efficacia dell’impatto come strumento per deviare gli asteroidi.

Sebbene parti della missione siano state perfezionate nel corso degli anni, principalmente a causa di problemi di finanziamento, un obiettivo chiave della missione è quello di combinare le missioni DART e Hera per ottenere un ritorno scientifico e tecnologico globale, proteggendo al contempo l’elemento di cooperazione internazionale che sarà in gioco. In pratica si studieranno le opzioni disponibili per proteggere il pianeta da un “attacco” portato da asteroidi vaganti.

Al contrario di quanto accadeva nel film Armageddon, secondo i piani dell’ufficio internazionale di difesa planetaria, i salvatori del pianeta saranno veicoli spaziali robotici.

Per testare le potenziali tecniche di “deflessione” di un asteroide, uno dei metodi preferiti per mitigare la minaccia DART si dirigerà verso il sistema di asteroidi binari Didymos, sperimentando, con l’occasione, anche un nuovo sistema di propulsione elettrica basato sullo xenon. Il sistema di guida di DART comprenderà una fotocamera integrata e un sofisticato software di navigazione autonomo.

Raggiunto Didymos, probabilmente nell’ottobre 2022, DART si scaglierà verso Didymoon alla velocità di circa 6 km / s. L’ultima cosa che DART trasmetterà sulla Terra prima della collisione sarà un primo piano delle caratteristiche della superficie di Didymoon.

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La missione DART – NASA

La collisione cambierà la velocità della luna nella sua orbita attorno al corpo principale di una frazione dell’uno percento, abbastanza da essere misurata usando i telescopi sulla Terra. In aggiunta, Hera fornirà una visione ravvicinata del sistema binario quando lo raggiungerà, qualche anno dopo.

Hera, che prende il nome dalla dea greca del matrimonio, è il contributo europeo a una missione internazionale doppia, seguirà DART per fornire una dettagliata scansione post-impatto che trasformerà questo esperimento per la difesa planetaria in una tecnica ben compresa e ripetibile.

Hera testerà anche molteplici nuove tecnologie, come la navigazione autonoma attorno all’asteroide gestita da una intelligenza artificiale, e la raccolta di dati scientifici cruciali che serviranno ad aiutare gli scienziati e i futuri pianificatori di missione a capire meglio le composizioni e le strutture degli asteroidi.

La missione Hera, che sarà lanciata nel 2023, viaggerà verso la coppia di asteroidi. Il corpo principale è un “sasso” di 780 metri di diametro orbitato da una mini luna di 160 metri, chiamata informalmente “Didymoon“, delle dimensioni della Grande Piramide di Giza.

L’ESA ha annunciato che Hera porterà due piccoli CubeSat da spiegare ed eventualmente sbarcare.

L’idea di costruire CubeSats per lo spazio profondo è relativamente nuova ma è stata recentemente convalidata dall’atterraggio di InSight su Marte lo scorso novembre, quando una coppia di CubeSats che accompagnavano la missione è riuscita a ritrasmettere i segnali radio del lander sulla Terra, oltre a restituire immagini del pianeta Rosso“, ha osservato Paolo Martino, ingegnere capo di Hera.

Il primo CubeSat è chiamato Asteroid Prospection Explorer (o ‘APEX’) ed è stato sviluppato da un consorzio svedese / finlandese / ceco / tedesco.

Eseguirà misurazioni spettrali dettagliate delle superfici di entrambi gli asteroidi – misurando la luce solare riflessa da Didymos ed esaminando le superfici per scoprire come questi asteroidi hanno interagito con l’ambiente spaziale, individuando eventuali differenze di composizione tra i due. Inoltre, APEX produrrà letture magnetiche che daranno un’idea della struttura interna di questi corpi.

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APEX e JUVENTAS – tramite l’ESA

Guidato da una telecamera di navigazione e uno strumento “laser radar” (lidar), APEX effettuerà, se sarà possibile, anche un atterraggio su uno degli asteroidi, raccogliendo dati preziosi nel processo utilizzando sensori inerziali e procedendo a osservazioni ravvicinate dell’asteroide materiale di superficie.

In orbita attorno a Didymoon, Juventas si allineerà con Hera per eseguire esperimenti di radio trasmissioni da satellite a satellite ed eseguirà un’indagine radar a bassa frequenza dell’interno degli asteroidi, una sorta di dettagliata “scansione a raggi X” di Didymoon per svelare il suo interno.

Hera sarà lanciata con un razzo Ariane 6, e sarà una delle prime missioni scientifiche ad utilizzare il nuovo missile della Arianespace.

Hera è destinata ad essere la prima missione del genere umano in un sistema di asteroidi binari. Oltre a testare nuove tecnologie nello spazio profondo e raccogliere dati scientifici cruciali, Hera è progettata per essere il contributo dell’Europa a uno sforzo di difesa planetaria internazionale: sonderà il cratere creato da DART e misurerà la deviazione orbitale di Didymoon causata dalla precedente collisione.

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Questo esperimento unico convaliderà la tecnica di deflessione degli asteroidi denominata impattatore cinetico, e servirà a proteggere il nostro pianeta dagli impatti degli asteroidi.

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