La leggenda dei Dark Watchers della California

Le storie dei Dark Watchers sono state raccontate per secoli. La maggior parte dei racconti arriva dalle tribù native locali, che parlavano delle misteriose figure nelle loro tradizioni orali più antiche

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Se non hai paura e ti interessa vedere i Dark Watchers, dovresti andare in un luogo particolare, ai piedi della catena montuosa di Santa Lucia, le montagne che si innalzano dalle rive di Monterey e lungo la costa della California centrale.

Con un po’ di fortuna potresti osservare stagliarsi contro le montagne gigantesche ombre nere alte anche tre metri, rese ancora più sinistre e imponenti dai lunghi mantelli e da cappelli molto ampi.

Le storie dei Dark Watchers sono state raccontate per secoli. La maggior parte dei racconti arriva dalle tribù native locali, che parlavano delle misteriose figure nelle loro tradizioni orali più antiche.

Nel 1700, quando gli spagnoli arrivarono in quelle terre iniziarono a chiamare le apparizioni “los Vigilantes Oscuros” (letteralmente “gli osservatori oscuri”).

E quando i coloni angloamericani iniziarono a rivendicare la regione, anche loro provarono la strana sensazione di essere osservati.

I racconti variano, anche se tutti concordano sul fatto che i Dark Watchers si comportano più da ombre che esseri umani e sono, in un certo senso, più “guardinghi” che aggressivi.

I racconti sui Dark Watchers sono arrivati al grande pubblico nella prima metà del secolo scorso grazie a due scrittori.

Nel 1937 il poeta Robinson Jeffers, si ispirò ai racconti dei tanti testimoni per realizzare la sua raccolta “Such Counsels You Gave To Me and Other Poems”.

La nebbia, la foschia e le nuvole basse della catena montuosa di Santa Lucia creano un ambiente inquietante, ma forse ottimale per la creazione delle ombre soprannominate Dark Watchers.

“Ha pensato che potesse essere uno degli osservatori, che sono spesso visti lungo la costa, forme che sembrano umane ai nostri occhi, ma certamente non lo sono. Vengono da dietro le creste per osservare”, scriveva Jeffers.

“… Non fu sorpreso quando la figura che si voltava verso di lui nel calmo crepuscolo mostrò il proprio volto. Poi si sciolse e si fuse nelle ombre al di là di esso”.

Un anno dopo, John Steinbeck, cresciuto a Salinas, parlò dei Dark Watchers nel suo racconto “Flight”. Nel racconto, un adolescente messicano americano uccide un uomo ed è costretto a fuggire a Santa Lucias.

Mentre sua madre gli dice addio, lo esorta a dire le sue preghiere, a prendersi cura del suo cavallo aggiungendo “quando arrivi sulle alte montagne, se vedi qualcuno degli uomini oscuri che guardano, non avvicinarti a loro né cercare di parlare loro”.

Se vuoi incontrare i Dark Watchers, dovresti portare un regalo

La madre di Steinbeck, Olive Hamilton, raccontava di portare della frutta e qualche volta dei fiori. Il figlio di Steinbeck, Thomas, raccontò che sua nonna, insegnante, non era una donna che credeva alle favole, ma credeva fermamente nei Dark Watchers.

Raccontava spesso ai suoi figli e ai nipoti di lasciare frutta o noci nel Mule Deer Canyon mentre andava a scuola a Big Sur trovando al ritorno al loro posto mazzi di fiori.

Le storie impressionarono Steinbeck e furono riprese da personalità di Big Sur come Doc Ricketts e Billy Post.

“I veterani di Big Sur lo giurano”, dichiarò al Monterey County Weekly, nel 2017 il pittore Benjamin Brode, coautore di un libro sui Dark Watchers con Thomas Steinbeck .

Se ci credi veramente sono più che sufficienti secoli di avvistamenti. Ma se sei uno scettico, i racconti non bastano e hai la necessità di capire se dietro i Dark Watchers si nasconde un fenomeno naturale che causa quelle imponenti visioni oscure.

Cosa causa i Dark Watchers?

Esistono ovviamente diverse spiegazioni naturali ai Dark Watchers. Una teoria sostiene che siano semplici ombre che vengono oscurate dalla nebbia o dalla foschia. Queste ombre vengono distorte dal nostro cervello assumendo un vago contorno umanoide.

Il fenomeno è conosciuto sotto il nome di pareidolia; il nostro cervello alla ricerca di schemi dà un senso alla natura circostante.

I test di Rorschach, ad esempio sono manifestazioni della pareidolia. Allo stesso modo lo sono le immagini in cui le persone vedono “volti” nei paesaggi lunari e marziani.

Studi scientifici hanno dimostrato che i nostri pensieri sono in grado di alterare ciò che sentiamo o vediamo, creando una realtà che appartiene solo a noi.

La nostra immaginazione quindi può influire su ciò che vediamo e sentiamo: il mondo che ci circonda è solo lo specchio di ciò che percepiamo in modo soggettivo piuttosto che il riflesso della realtà oggettiva.

La pareidolia visiva è l’illusione subcosciente che porta a percepire forme note, oggetti o profili sia naturali che artificiali da forme assolutamente casuali.

È la tendenza istintiva e automatica della nostra mente forgiata dai millenni a trovare forme ordinate e familiari in immagini disordinate. La pareidolia si manifesta soprattutto nella percezione visiva di forme o volti umani.

L’altra spiegazione ai Dark Watchers è chiamato lo spettro di Brocken. Come nel Big Sur, chi abita vicino alle montagne Harz ha raccontato, per centiunaia di anni, di aver visto figure oscure sul picco di Brocken.

Anche queste storie ispirarono scrittori come Lewis Carroll e Samuel Taylor Coleridge, facendo diventarte il picco di Brocken un luogo molto strano, quasi magico.

In realtà, lo spettro di Brocken è qualcosa di assolutamente spiegabile. Accade quando le ombre, come quelle di un escursionista, sono proiettate su vette montuose velate da una fitta nebbia.

Se il Sole è dietro l’osservatore, la nebbia fa sembrare l’ombra enorme e minacciosa . L’ombra può anche dare l’impressione di sfrecciare via mentre la nebbia si sposta o viene spazzata dalla brezza.

Se siete curiosi e avete voglia di vedere i Dark Watchers ora sapete che non dovete avere paura.