Inferno australiano: facciamo il punto

L'Australia sta combattendo una delle sue peggiori stagioni di incendi boschivi, alimentata da temperature da record e mesi di grave siccità.

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Da settembre ad oggi sono morte almeno 25 persone e migliaia sono le persone che hanno perso case e terreni. Di seguito, un breve riepilogo di quanto sta accadendo.

Dove sono divampati gli incendi?

Ogni territorio dell’Australia è stato teatro di incendi, a partire dalla scorsa estate. Ma i più grandi incendi sono divampati lungo la costa orientale e meridionale, negli stati del Nuovo Galles del Sud e del Queensland, dove vive la maggior parte della popolazione. Tra le città più rappresentative dell’area troviamo, infatti, Sydney e Adelaide.

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Immagine rilevata dal satellite Aqua della NASA, usando lo spettroradiometro (MODIS) – Credits NASA

Quanto sono grandi gli incendi in Australia?

Finora sono stati distrutti dal fuoco oltre 6,3 milioni di ettari (63.000 km quadrati o 15,6 milioni di acri) di terreni. Per avere un’idea più precisa, un ettaro corrisponde, grosso modo, alle dimensioni di un campo da rugby. Comparando questi numeri con quelli di alcuni passati eventi catastrofici, ricordiamo che gli incendi dell’Amazzonia del 2019 hanno distrutto circa 900.000 ettari e che nel 2018 sono andati a fuoco circa 800.000 ettari nello stato della California.

Come sono iniziati gli incendi in Australia?

L’Australia ha sempre convissuto con gli incendi boschivi. Così come altri paesi conoscono la “stagione delle piogge“, l’Australia vanta una propria “stagione degli incendi“. Ma le cose quest’anno sono andate decisamente peggio degli altri anni.
Gli incendi sono generalmente causati da eventi fortuiti, quali la caduta di fulmini o la combustione causata da scintille accidentali su una vegetazione riarsa dalla siccità, ma in molti casi gli incendi hanno origine dolosa.

Gli incendi in Australia sono causati dai cambiamenti climatici?

Quest’anno, un fenomeno meteorologico naturale noto come “Indian Ocean Dipole” ha generato un clima caldo e secco in tutto il paese. Ma la comunità scientifica è unanimamente concorde nel sostenere che l’aumento dei livelli di CO2 sta provocando il riscaldamento del pianeta, che l’Australia è diventata più “calda” negli ultimi decenni e che le sue temperature continueranno ad aumentare.
Quest’anno l’Australia ha stabilito per due volte il nuovo record di temperatura: il 18 dicembre scorso è stata registrata una media massima di 41,9° C. Alle temperature bollenti si è aggiunto, inoltre, un lungo periodo di siccità. La comunità scientifica ha da tempo segnalato che questo clima, più caldo e più secco rispetto al passato, contribuirà a generare incendi più frequenti e più intensi, rendendo la loro diffusione molto più rapida e difficilmente contrastabile.

Come vengono combattuti gli incendi?

I vigili del fuoco stanno utilizzando acqua e sostanze ignifughe, versate incessantemente da aerei ed elicotteri, oltre che da terra.
Ma combattere gli incendi boschivi è estremamente difficile e spesso le autorità devono concentrarsi ad arrestarne la diffusione, prima ancora che ad estinguere i focolai. Una tecnica utilizzata per contenere la diffusione delle fiamme, ad esempio, consiste nello scavare il terreno lungo il fronte dell’incendio, al fine di impedire alle fiamme di diffondersi. La priorità delle autorità è salvare vite, contenendo e circoscrivendo quanto più è possibile.



Chi sta combattendo gli incendi?

I pompieri professionisti sono in prima fila nel combattere le fiamme, ma ancora più numerosi sono le migliaia di volontari accorsi da tutto il paese. Purtroppo, già tre di loro hanno perso la vita.
Sono arrivati consistenti aiuti anche da paesi esteri: gli Stati Uniti, il Canada e la Nuova Zelanda hanno inviato i propri vigili del fuoco per fornire supporto nella battaglia contro le fiamme. La polizia locale, i militari e la marina australiani sono coinvolti, invece, nelle operazioni di salvataggio e di evacuazione.

Quanti animali sono morti negli incendi?

Mentre le persone sono in grado di fuggire dagli incendi, grazie ai piani di evacuazione posti in essere dalle autorità, se necessario, gli animali rimangono le vittime più colpite dalla devastazione degli incendi. Uno studio ha stimato che circa mezzo miliardo di animali sono morti solo nel Nuovo Galles del Sud. La stima è stata fornita dal prof. Chris Dickman, esperto di Biodiversità australiana all’Università di Sydney. Secondo quando dichiarato dal prof. Dickman in uno studio del 2007 per il WWF, in cui si stimava l’impatto del disboscamento sulla fauna locale, la popolazione animale veniva stimata secondo una media 17,5 mammiferi, 20,7 uccelli e 129,5 rettili per ettaro. Questi numeri sono stati poi moltiplicati per la quantità di ettari di terreno colpiti dagli incendi.

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(Credits: Matthew Abbott for The New York Times)

Abbiamo stimato che nei soli tre milioni di ettari del Nuovo Galles del Sud che sono bruciati fino a circa 10 giorni fa, probabilmente ben 480 milioni di mammiferi, uccelli e rettili sono stati colpiti dagli incendi“, ha affermato il prof. Dickman. Probabilmente non tutti gli animali sono morti a causa delle fiamme, considerato che animali di taglia grande come i canguri o gli emù, nonché gli uccelli, sono stati in grado di allontanarsi autonomamente dal fronte degli incendi. Molti di essi, però, potrebbero aver trovato la morte a causa della mancanza di cibo o di riparo, a causa della distruzione del loro habitat.
I numeri, quindi, sono ancora indicativi.
Gli esperti affermano, inoltre, che oltre 100.000 capi di bestiame, quali mucche e pecore, potrebbero essere andati perduti, con impatti devastanti per gli allevatori.

Cosa sta facendo il governo?

Ogni stato australiano gestisce in autonomia le proprie operazioni, ma il Primo Ministro Scott Morrison ha promesso un aumento dei finanziamenti per il contenimento degli incendi ed il pagamento dei vigili del fuoco volontari e altri 2 miliardi di dollari (1,4 miliardi di dollari; 1 miliardo di sterline) per la ricostruzione.
Ma il governo nazionale ha subito forti critiche da parte dei suoi oppositori per non aver fatto abbastanza in merito al cambiamento climatico. Il paese, infatti, è uno dei maggiori produttori di gas serra pro-capite al mondo, sebbene, in base ad accordi internazionali, si sia impegnato a raggiungere obiettivi di riduzione.
Fonte: BBC

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