Il Sole ha emesso un’eruzione di classe x lo scorso 14 dicembre, alle 18:02 (ora italiana), segnando un evento eccezionale. Gli esperti hanno classificato questo brillamento come X2.8, la classe più alta, confermandolo come il più potente degli ultimi anni.
Questo straordinario fenomeno è stato monitorato attraverso il telescopio spaziale Solar Dynamics Observatory della NASA, rendendolo il brillamento più intenso di tutto il ciclo di attività solare in corso e il più potente dal 2017, quando, il 10 settembre, venne registrato un brillamento di classe X8.2.
Le conseguenze di questa potente eruzione solare mettono ora la Terra a rischio di tempeste geomagnetiche.
Sole: l’eruzione di classe x
Come se questo on bastasse, l’eruzione solare del 14 dicembre è stata accompagnata, come spesso accade in tali situazioni, da un’espulsione di massa coronale (CME). Questa è una sorta di getto di particelle cariche, presenti sotto forma di plasma, che viene espulso nello spazio a velocità estremamente elevate.
Dai dati raccolti, emerge che esistono buone probabilità che questa CME possa raggiungere la Terra, aumentando ulteriormente il rischio di tempeste geomagnetiche nei prossimi giorni. Mauro Messerotti è docente di Meteorologia spaziale all’Università di Trieste e ricercatore dell’Istituto Nazionale di Astrofisica.
L’esperto ha spiegato all’Ansa: “Al momento è ancora difficile prevedere l’intensità dell’eventuale tempesta solare ed il suo momento di arrivo. Ma il brillamento ha già prodotto una piccola interruzione di un paio d’ore dei segnali radio alle alte frequenze sopra il continente americano e sembra abbia anche provocato un disturbo dei satelliti Gps”.
Le macchie solari
La regione di macchie solari chiamata AR 3514, da cui è scaturito l’immenso brillamento, sta mostrando un’attività alquanto vivace. Il fisico ha aggiunto al riguardo: “Anche oggi ha emesso altri brillamenti di classe M (quella subito inferiore alla classe X, quindi ci aspettiamo di vedere ulteriore attività di questo tipo)”. Da notare come, al momento, il Sole si stia avvicnando all’apice della sua attività durante il ciclo solare di 11 anni, previsto per il 2024. Nel momento in cui tale fase sarà oltrepassata, ci sarà un’inversione della polarità del campo magnetico solare, con una diminuzione dell’attività.
Le classi di potenza
Le eruzioni solari, o brillamenti, vengono classificate in base alla loro luminosità nei raggi X, misurata a terra in W/m2 nella banda compresa tra 0,1 e 0,8 nm. Queste classificazioni seguono un sistema di cinque classi di potenza: A, B, C, M e X, ordinate in modo crescente. Ogni classe è caratterizzata da una potenza dieci volte superiore rispetto a quella precedente. La classe X rappresenta il livello più elevato, con un flusso di 10−4 W/m2. Inoltre, ciascuna classe è suddivisa linearmente in 9 sottoclassi numerate da 1 a 9.
Per comprendere meglio questa scala, si può considerare che un brillamento M5 è la metà di un brillamento M10, corrispondente a un brillamento di classe X1. A sua volta, un brillamento X2 è quattro volte più potente di un M5 e dieci volte più potente di un M2. Oltre la classe X9, la più alta, la numerazione prosegue linearmente, fornendo un quadro completo della potenza di questi eventi solari.
Fenomeni rari
Brillamenti di tale portata sono eventi rari, comparabili a quelli del 16 agosto 1999 e del 2 aprile 2001, entrambi classificati con una potenza X20, ossia due volte più intensi di un brillamento di classe X10, il quale rappresenta il massimo della scala della classe X. Il primato dell’eruzione solare più potente mai registrata appartiene all’evento del 4 novembre 2003, inizialmente stimata come X28 e successivamente corretta a X45. Questi fenomeni eccezionali sono estremamente infrequenti e si verificano solo in alcune circostanze, come l’evento di Carrington, che si verifica solo poche volte per secolo.
L’attività del Sole normalmente si colloca nelle classi A e C, mentre la classe M è raggiunta solo durante il massimo del ciclo undecennale del sole. I brillamenti di classe X, che rappresentano gli eventi più intensi, si concentrano quasi esclusivamente durante i periodi di picco dell’attività solare e sono quindi relativamente rari, con solo poche decine registrate per ogni ciclo solare. Eventi eccezionali come quello del 4 novembre 2003 sono ancora più rari, verificandosi solo in poche occasioni per secolo. La regione di macchie solari 486, responsabile del brillamento del 2003, è stata osservata come la più turbolenta mai registrata.