Il sigaro volante e la NATO

Nonostante l'incidente non sia uno dei più eclatanti, è un altro incidente che ha un collegamento con organizzazioni come la NATO, che è comparsa spesso in diverse vicende ufologiche.

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Nel maggio del 1963, nei cieli dell’oceano atlantico, venne segnalato un UFO sigariforme di grandi dimensioni. La storia però venne a galla solamente quasi vent’anni dopo, quando la redazione della rivista Flying Saucer Review ricevette una lettera dalla presunta testimone della vicenda, era la fine del 1980.
Sembrerebbe che l’avvistamento non sia stato segnalato tempestivamente in quanto la testimone non era all’epoca dei fatti a conoscenza del fenomeno UFO, oltre al fatto di aver vissuto un’esperienza, a suo dire, terrificante. Solo dopo essersi documentata sull’argomento la testimone avrebbe capito l’importanza di quanto da lei vissuto.
Nonostante l’incidente non sia uno dei più eclatanti, è un altro incidente che ha un collegamento con organizzazioni come la NATO, che è comparsa spesso in diverse vicende ufologiche. Secondo alcuni ufologi, se gli UFO sono macchine di altri mondi pilotate da intelligenze aliene sarebbe logico che gli stessi alieni si preoccupassero di spiare installazioni militari e organizzazioni cosi importanti.
Come spesso accade in queste strane e per molti appassionanti, la vera identità della testimone è rimasta nascosta. Sappiamo solo, secondo quanto raccontato sul sito.ufoinsight.com da Marcus Lowth che la testimone è una donna e proviene da un paese dell ‘”Europa occidentale che è membro della NATO” ed era sposata con un inglese al momento in cui ha raccontato quanto vissuto all’epoca. Secondo gli investigatori della Flying Saucer Review, la testimone è credibile. I dettagli della storia sono comparsi nell’edizione del novembre 1981 (volume 27, n. 3). È su questo rapporto che lo stesso Marcus Lowth ha basato il suo articolo.
L’avvistamento, secondo la testimone, “è avvenuto nella prima o nella seconda settimana di maggio 1963 “. la testimone era una impiegata della NATO in qualità di segretario di lingua inglese normalmente con sede a Parigi, Francia. Nel giorno in questione, faceva parte di un gruppo di 50 dipendenti della NATO che stavano per imbarcarsi su un volo che li avrebbe portarli a Ottawa in Canada per le riunioni ministeriali della NATO. Erano circa le 10 del mattino quando il DC-8 lasciò la pista dell’aeroporto di Orly a Parigi. Il tempo era perfetto con una chiara visibilità mentre il pilota dirigeva il velivolo a poco più di 35.000 piedi.
La testimone ha ricordato che quel giorno sull’aereo c’erano molti posti disponibili, come se fosse stato utilizzato esclusivamente dai militari. A bordo dell’aereo c’erano solo 50 membri della NATO per questo appariva decisamente vuoto, e i passeggeri avevano una serie di posti tra cui scegliere per sistemarsi per il viaggio. La testimone scelse di sedersi accanto a uno dei finestrini notando era molto più grande di un finestrino di un aereo di linea standard.
Fu mentre si preparava a sistemarsi al suo posto con il suo libro, con le fredde onde dell’Oceano Atlantico sotto di loro, che notò uno strano oggetto. Lo descrisse come “qualcosa di oscuro e assolutamente tremendo”. Inoltre, “risaltava in netto contrasto con la luminosità” del cielo del primo pomeriggio. L’oggetto, dopo uno sguardo più attento sembrava essere un “gigantesco ‘siluro’ grigio scuro”.
L’oggetto volante sembrava proprio un enorme siluro privo di ali, oblò o altre appendici. Non comparivano neppure i classici sistemi di propulsione, sebbene la testimone descrisse ciò che ritenne fosse la parte posteriore dell’oggetto come “tagliato nettamente e ad angolo retto”. La testimone stimò che l’oggetto volante misterioso si trovasse tra i 6.000 ei 7.000 piedi sotto di lei.
L’oggetto dopo alcuni istanti scomparve tra le nuvole. La testimone, scossa da quanto osservato si guardò intorno ma ebbe come l’impressione di essere stata la sola testimone e per questo decise di non farne parola con nessuno in quanto ritenne che nessuno le avrebbe dato credito. I pensieri le si accavallarono nella mente, iniziò a riflettere se l’oggetto volante misterioso avesse qualche collegamento con le armi nucleari. Anche se per il momento sarebbe rimasta in silenzio, decise che ne avrebbe parlato con un collega a Parigi esperto in questioni nucleari. Tuttavia, come avrebbe rivelato in seguito nel suo rapporto, avrebbe deciso di non raccontare quanto da lei vissuto. Mentre nella sua mente correvano questi pensieri l’aereo iniziò a tremare e a scuotersi forse a causa di una turbolenza, ma in un modo che la testimone non aveva mai sperimentato. Di li a poco una sensazione la pervase, iniziò a pensare che la causa degli scossoni fosse proprio il misterioso sigaro volante che forse li aveva seguiti.
Il racconto è simile a molti altri “incidenti” UFO che hanno visto coinvolti oggetti dall’aspetto sigariforme, tuttavia come per altri casi non ci sono testimoni che confermino la storia raccontata dalla testimone. Il racconto non contiene esagerazioni o altro, non parla di omini verdi o mostri, ma solo di uno dei tanti avvistamenti raccontati da un testimone in apparenza sincero. Ma lo scetticismo ci impone di fare alcune riflessioni: perché raccontare la storia dopo quasi vent’anni? perché nascondersi dietro l’anonimato?
Forse quel giorno altri hanno visto ma non hanno avuto il coraggio di parlare? O semplicemente la storia è stata inventata per confezionare una bufala e darla in pasto ai media? Non lo sappiamo e non lo sapremo mai, l’oggetto osservato è un classico dell’ufologia e i sigari volanti a partire dagli anni 50 sono stati segnalati molte volte e sono entrati nella leggenda grazie a un contattista, il noto imbroglione George Adamski che raccontava di incontrare i venusiani, saturniani e gioviani che venivano sul nostro pianeta a bordo di dischi volanti trasportati da immensi sigari volanti, vere e proprie portaerei dello spazio. Sicuramente questi racconti hanno influenzato una generazione di appassionati e non solo.
Fonte: https://www.ufoinsight.com/ufos/sightings/1963-ufo-atlantic-ocean

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