Il Bitcoin sta iniziando recuperare le sue ultime perdite, dopo aver toccato un minimo a 52 mila dollari. Nel frattempo la Cina approva gli investimenti in criptovaluta.
Russel Chesler, responsabile degli investimenti e dei mercati di capitale presso il ramo australiano del gestore di investimenti crypto-friendly VanEck, ha riassunto il contesto così: “La nostra opinione attuale è che, con i tassi d’interesse a breve termine destinati a restare bassi per il medio termine e le nostre previsioni di una continua crescita degli utili, è improbabile che l’aumento dei tassi d’interesse a lungo termini provochi una contrazione del mercato azionario.”
Nelle cerchie di Bitcoin, il tema principale rimane naturalmente la price action nel fine settimana, che ha visto un’improvvisa cascata di vendita, facendo precipitare BTC/USD di 7.000 dollari nel giro di pochi minuti, ma ad ogni modo il Bitcoin è riuscito a recuperare circa il 50% del terreno perduto in qualche ora.
Idee divergenti tra “modernisti” e conservatori
Riguardo al futuro del Bitcoin le reazioni sono divise tra chi considera la volatilità della criptovaluta “ordinaria amministrazione”, e quindi è fiducioso al riguardo, e tra chi invece ha opinioni più conservative come la fine della tendenza al rialzo nel mercato.
Come segnalato da Cointelegraph, un portale di divulgazione assolutamente indipendente che si occupa di notizie su bitcoin, blockchain e fintechi, i sospetti si stanno focalizzando su un blackout in Cina che ha colpito l’hash rate, oltre a voci di un potenziale provvedimento legale negli Stati Uniti contro istituzioni finanziarie non specificate per quanto riguarda il riciclaggio di denaro.
A tal riguardo il noto statistico Willy Woo ha affermato: “Abbiamo appena visto il più grande calo giornaliero dell’hash rate da novembre 2017. L’hash rate sul network si è praticamente dimezzato, causando caos nel prezzo di BTC“.
Secondo Woo e altri, un fattore di particolare importanza è il trasferimento di fondi a investitori che tradizionalmente HODLano (ovvero acquistaro una criptovaluta, e non la vendono per un periodo di tempo più o meno lungo, qualsiasi cosa succeda nel mezzo. Si tratta dell’approccio delle persone che più credono nel progetto) ed è un’altra caratteristica distintiva del rally di Bitcoin negli ultimi mesi.
Ma vediamo cosa ha invece detto l’analista William Clemente: “Questo aumento dell’offerta illiquida non coinvolge solo compratori di correzioni senza precedenti di vendita, ma anche una parziale accumulazione da 5-6 mesi fa di wallet che hanno appena superato la soglia ‘illiquida’ per questo parametro”.
Bisogna poi dire che circa il 13,5% dell’offerta totale disponibile di Bitcoin è stata attiva sopra i 53 mila dollari, cosa che secondo Woo conferma lo status della principale criptovaluta: “Questa contrazione è avvenuta mentre un numero senza precedenti di nuovi utenti arrivano sul network ogni giorno. Nelle ultime 2-3 settimane c’è stato un afflusso di retail”.
In Cina via libera agli investimenti in bitcoin
Nel frattempo la Cina ha approvato le criptovalute come “alternativa d’investimento” e al riguardo, Li Bo, vice-governatore della Banca Popolare Cinese, ha dichiarato: “Consideriamo Bitcoin e le stablecoin crypto asset, sono alternative d’investimento.”
Interessante il commento di Charles Edwards, fondatore della società d’investimento Capriole: “Ogni paese che vieta Bitcoin prima o poi annulla il divieto. Semplicemente, non è possibile essere competitivi nell’economia del XXI secolo senza”.
Chi avrà ragione in questo spazio sconfinato del mercato azionario virtuale? Chi avrà più successo? Solo il tempo ce lo dirà.