I rotoli del mar morto sono falsi

La fondatrice di Art Fraud Insights, Colette Loll, ha dichiarato che la sua azienda ha portato avanti una "revisione esaustiva" scoprendo che "nessuno dei frammenti dei rotoli del Mar Morto presenti nella collezione del Museo della Bibbia è autentico”.

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Una serie di test eseguiti su alcuni frammenti degli storici rotoli del Mar Morto hanno confermato che sono dei falsi. A dare la notizia i funzionari del Museo della Bibbia.
Per Kipp Davis, esperto dei Rotoli del Mar Morto della Trinity Western University, la notizia non è stata una sorpresa in quanto aveva espresso seri dubbi sull’autenticità dei frammenti già nel 2017. Secondo Davis c’erano dubbi sulla qualità e la tecnica degli scribi nella scrittura dei testi, e sulla composizione fisica e lo stato attuale dei manoscritti.
Davis ha parlato di almeno sette frammenti presenti negli archivi del museo come “falsi moderni“, aggiungendo che le analisi di ulteriori frammenti sarebbero “imminenti”. Nel museo anche i frammenti rimanenti dopo un controllo sono risultati falsi.
Il museo della Bibbia acquistò i frammenti di pergamena nel 2002 e già allora si sospettava che diversi falsi fossero entrati in qualche modo nel mercato. Anche la fondatrice di Art Fraud Insights, Colette Loll ha dichiarato che la sua azienda ha portato avanti una “revisione esaustiva” scoprendo che “nessuno dei frammenti dei rotoli del Mar Morto presenti nella collezione del Museo della Bibbia è autentico”.

I test effettuati

Le analisi utilizzate per smascherare i clamorosi falsi sono state diverse, gli esperti del settore sono ricorsi all’utilizzo dell’imaging multispettrale e di trasformazione della riflettanza detta anche RTI, alla microscopia tradizionale e 3D e infine ai test microchimici.
Con la tecnica RTI si ottiene un’immagine surrogata che viene catturata da una telecamera fissa, eseguendo più scatti dello stesso oggetto con varie fonti di luce. Da qui, il software compila tutte le immagini in un file composito che assomiglia a una normale foto, “ma in realtà è la documentazione dell’interazione della superficie del soggetto con le posizioni di luce, a livello di singolo pixel“. La direzione della luce, lo zoom e le opzioni di miglioramento dell’immagine possono essere manipolate per rendere meglio visibili i segni.
Inoltre, i test microchimici studiano il modo in cui le particelle reagiscono a sostanze chimiche specifiche. I ricercatori possono quindi dedurre ed acquisire informazioni sull’oggetto che stanno analizzando in base alle reazioni che ottengono.
I risultati ottenuti hanno chiarito che i frammenti “mostravano segni di scrittura moderna, incisi su depositi archeologici di pelle, rivestiti con un tipo di colla di pelle animale a base proteica, che agiva per rinforzare il materiale, replicando anche la lucentezza della superficie del vero rotolo del Mar Morto originale”.

Gli sconosciuti falsari

Il falsario o i falsari restano ancora sconosciuti, non sappiamo chi ha realizzato i falsi. Il capo curatore del museo Jeffrey Kloha si augura che ulteriori analisi più approfondite consentiranno agli esperti di bloccare la realizzazione e la vendita di manufatti storici falsi.
I metodi sofisticati e costosi impiegati per scoprire la verità sulla nostra collezione potrebbero essere usati per far luce su altri frammenti sospetti e forse anche essere efficaci per scoprire chi è il responsabile“, afferma Kloha.
Il Museo della Bibbia è stato trasparente sulla sfortunata scoperta e ha condiviso il solido rapporto ufficiale di Art Fraud Insights.
Fonte: https://www.popularmechanics.com/science/archaeology/a31704630/dead-sea-scroll-fake/