I ricercatori vogliono trasformare il pianeta rosso in verde

Gli astronauti impegnati in una missione sul pianeta rosso dovranno fare affidamento sulle risorse che riusciranno a trovare sul posto (ISRU), sostituendo tutti i materiali che non possono essere trasportati dalla Terra

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Per arrivare su Marte occorreranno almeno sette mesi. La Nasa è in grado di far giungere i rifornimenti sulla ISS la Stazione Spaziale Internazionale, ma non può rifornire eventuali astronauti impegnati in lunghe missioni sul pianeta rosso.

Gli astronauti impegnati in una missione sul pianeta rosso dovranno fare affidamento sulle risorse che riusciranno a trovare sul posto (ISRU), sostituendo tutti i materiali che non possono essere trasportati dalla Terra.

Tra i rifornimenti da trovare sul posto ci sarà il cibo che dovrà essere coltivato in loco in quantità sufficiente a garantire la sopravvivenza di una una missione a lunga permanenza. Invece di trasportare i fertilizzante dalla Terra, i ricercatori stanno cercando di capire come i futuri coloni possano utilizzare il terreno marziano. Grazie alle missione esplorative condotte dai rover e dai lander della NASA oggi gli scienziati conoscono il ph e la composizione minerale del suolo di Marte, noto come regolite.

La superficie di Marte mostra il suo colore rosso a causa dell’ossidazione delle sue rocce, della regolite e la polvere. Secondo le conoscenze acquisite dalla NASA sotto la polvere c’è la crosta, che contiene ferro, magnesio, calcio, potassio e altri elementi. Ma la loro presenza non è sufficiente per garantire che le piante possano prosperare. I nutrienti potrebbero non esistere in una forma utilizzabile o biodisponibile e i livelli di alcuni di essi potrebbero essere tossici.

Alcuni studi che hanno replicato il suolo del pianeta rosso, hanno dimostrato che è possibile coltivare delle piante. Tuttavia non disponiamo di sufficienti quantità di repolite marziana da affermarlo con assoluta certezza. Purtroppo non è possibile condurre esperimenti sul suolo di Marte e per questo si cerca di replicare gli esperimenti sul nostro pianeta.



I ricercatori del Florida Institute of Technology hanno provato a coltivare Arabidopsis thaliana, un’erbaccia, e Lactuca sativa, utilizzando una simulazione della regolite marziana che è simile al basalto. Gli scienziati hanno scoperto che nessuna delle due piante nel terreno sintetico marziano si è sviluppata senza l’aggiunta di nutrienti supplementari.

Nello studio, che sarà pubblicato su Icarus i ricercatori hanno affermato:

“Questi risultati sottolineano che le soluzioni alimentari ISRU sono probabilmente a un livello di prontezza tecnologica inferiore a quanto si pensava in precedenza”

Ad esempio, è un errore presumere che la regolite sia uniforme su tutto il pianeta. La simulazione ha sottolineato che non è possibile coltivare piante ovunque sul pianeta rosso, Marte è un pianeta diversificato.

Un secondo studio, anch’esso pubblicato su Icarus, ha preso in esame cinque simulazioni del terreno di Marte. Laura Fackrell, dottoranda presso l’Università della Georgia ad Atene, e i suoi colleghi, hanno creato le miscele con le caratteristiche della regolite marziana che potrebbero rendere difficile la coltivazione delle piante. Il suolo marziano potrebbe avere un’elevata salinità o un basso livello di materia organica. Tali condizioni potrebbero richiedere ai futuri coloni di Marte di aggiungere altri minerali e componenti ai loro giardini prima inpiantarvi le coltivazioni.

“È noto che tipi specifici di batteri e funghi sono benefici per le piante e potrebbero essere in grado di sostenerle in condizioni di stress come quelle che vediamo su Marte”, ha detto Fackrell a Science News.

Marte è un obiettivo ancora lontano, ci vorranno ancora molti anni prima che una missione umana vi giunga, il viaggio e la permanenza sono piene di insidie da affrontare. Nel frattempo la ricerca su come rendere coltivabile la superficie del pianeta rosso continua. Per capire come rendere Marte un luogo adatto ad accogliere le piante si studiano luoghi sulla Terra ad alta temperatura.

Fackrell, ad esempio, ha studiato i microbi che vivono nelle sorgenti termali. “Tutto ciò che apprendiamo sull’agricoltura su Marte potrebbe esserci utile per l’agricoltura in ambienti difficili sulla Terra che ci aiuta a costruire un futuro sostenibile”, ha detto al Florida Tech News.

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