“Helgoland”, il nuovo libro di Carlo Rovelli, offre un nuovo modo di comprendere il mondo e il nostro posto in esso

"Se il mondo fisico è tessuto dal sottile gioco di immagini negli specchi riflessi negli specchi", scrive Rovelli in Helgoland, "... forse diventa più facile riconoscersi come parte di quell'insieme"

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Mentre leggi queste parole, il mondo intorno a te sembra piuttosto solido, piuttosto stabile: il dispositivo che stai utilizzando sembra esistere da solo, con le sue proprietà di forma, peso e colore. Così come la sedia su cui sei seduto, il tavolo su cui poggia la tua tazza di caffè e la tazza stessa.

Ma quella solidità e indipendenza è una specie di illusione o, almeno, così dice la fisica stessa che fa apparire queste parole sullo schermo del tuo computer, smartphone o tablet.

Quella fisica, chiamata meccanica quantistica, rappresenta la teoria più potente che gli esseri umani abbiano mai sviluppato.

E mentre gli scienziati sanno come usarla per realizzare tutti quei dispositivi digitali, non sappiamo cosa significhi. Non sappiamo cosa ci sta dicendo sulla natura fondamentale della realtà. È in quell’abisso che l’acclamato fisico teorico e autore Carlo Rovelli balza con il suo nuovo libro Helgoland. Dare un senso alla rivoluzione quantistica .

È un salto che ti piacerà fare con lui.

La Meccanica Quantistica ha ormai più di 100 anni. È nata all’inizio del XX secolo, quando i fisici esplorarono per la prima volta i regni atomico e subatomico. Con loro grande dispiacere, la realtà si è rivelata molto più strana rispetto al regno “classico” dell’esperienza ordinaria.



La teoria che svilupparono per controllare gli oggetti dei loro esperimenti fu un trionfo intellettuale. Quasi tutti i miracoli tecnologici con cui viviamo ora – dalle scansioni CAT ai computer – possono essere ricondotti a questo risultato.

Ma la meccanica quantistica non ha mai veramente “spiegato” la stranezza del micromondo. Ci ha solo fornito un metodo per fare previsioni incredibilmente accurate e costruire cose.

La principale tra le stranezze quantistiche (e ce ne sono molte) è il fatto che le particelle, come gli elettroni, esistono in sovrapposizioni di possibilità prima di essere osservate.

Un elettrone rotante non ruota né a sinistra né a destra finché non viene misurato. Invece, gira in entrambe le direzioni contemporaneamente. Allo stesso modo, quello stesso elettrone non sarà né qui né là prima di una misurazione, ma esisterà in entrambi i luoghi contemporaneamente.

Per Carlo Rovelli la radicale incertezza che ci impone la meccanica quantistica contiene una lezione altrettanto radicale su quanto ci siamo sbagliati riguardo alla natura dell’universo.

Rovelli è uno dei principali fisici teorici del mondo. È anche uno scrittore lirico i cui precedenti bestseller hanno offerto bellissime meditazioni sull’avventura della scienza.

Ciò che Rovelli offre in questo nuovo libro è un’interpretazione della meccanica quantistica.

Ci sono molte interpretazioni di questo tipo e negli ultimi anni sono apparsi una serie di lavori di noti fisici a difesa di alcune di queste. C’è il recente libro di Sean Carroll sull’interpretazione dei molti mondi, che dice che ci sono realtà parallele che spiegano la stranezza quantistica.

C’è anche l’argomento di Lee Smolin per l’interpretazione dell’onda pilota, che afferma che ci sono variabili nascoste che spiegano la stranezza quantistica. Rovelli ha sviluppato la sua interpretazione relazionale – e Helgoland rappresenta un argomento chiaro eppure poetico per la sua visione.

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