Heaven’s Gate

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di Oliver Melis per Aenigma

La cometa Hale-Bopp è stata, forse, la cometa più osservata del XX secolo e una delle più luminose mai viste da molti decenni. È stata definita come la Grande Cometa del 1997, visibile a occhio nudo per ben 18 mesi, il doppio della Grande Cometa del 1811.

Fu scoperta il 23 luglio 1995 quando si trovava a grande distanza dal Sole e si ritenne che, passandogli vicino, sarebbe potuta diventare luminosissima. Quando infatti transitò al perielio il 1º aprile 1997 Hale-Bopp andò oltre le previsioni.

I segni del cielo in generale e le comete in particolare, in passato hanno sempre risvegliato la più potente emozione umana, la paura e la paura più antica e potente è la paura dell’ignoto come diceva H.P. Lovecraft, che di paura se ne intendeva.



Proprio la paura è stata la causa scatenante che per millenni ha portato l’uomo ad associare la superstizione e la sfortuna a tutto quello che era ignoto e incontrollabile. Oggi al passaggio di una fugace meteora o al lento transito di una cometa mostriamo stupore, meraviglia ma, in passato, soprattutto le comete venivano considerate portatrici di morte, guerre e sventure, carestie, pestilenze e invasioni.

Questi sentimenti vivono ancora in tanti di noi che, trascinati e convinti da pazzi scatenati, credono che il passaggio di una cometa sia un qualcosa da salutare immolandosi nell’altare della pazzia.

Il passaggio di Hale-Bopp fu visto come una possibilità di trascendere la vita terrena per un gruppo di persone convinte da un Santone: le cronache raccontano che il 26 marzo 1997 la polizia trovò in una villa di San Diego, in California, i corpi di 39 persone. Si trattava di parte dei seguaci di una setta chiamata “Heaven’s Gate” e del loro leader Marshall Applewhite.

Di li a poco la polizia capì che quel gruppo di persone si erano suicidate con barbiturici e vodka, non prima di aver registrato un video per i posteri con i loro ultimi pensieri. Attraverso quelle immagini loro stessi hanno raccontato cosa li ha spinti a togliersi la vita: erano convinti che avrebbero lasciato il loro corpo e si sarebbero ricongiunti con i veri creatori della razza umana, gli extraterrestri, in arrivo su una nave spaziale occultata nei pressi della cometa.

Marshall Applewhite li aveva convinti che la cometa Hale-Bopp, era il segno premonitore che aspettavano, un segno che anticipava l’arrivo dei creatori che con le loro astronavi li avrebbero portati via. Marshall aveva convinto i suoi adepti dicendo loro che erano i prescelti, i più fedeli e devoti che si sarebbero dovuti salvare prima che la Terra venisse distrutta, molti di questi adepti erano finiti nelle grinfie del Santone attraverso il suo sito internet.

I corpi vennero ritrovati dalla polizia avvolti in un sudario viola e la morte era avvenuta dopo aver assunto un miscuglio di alcool e droghe, attraverso il soffocamento con sacchetti di plastica avvolti attorno al capo. Sei maschi, tra i quali anche il santone Applewhite che oltre a rinunciare al proprio nome e a sostituirlo con una sigla numerica, erano stati castrati.

Il gruppo non si suicidò contemporaneamente ma secondo un ex adepto che svelò la procedura tutto si compi in tre giorni.

Applewhite aveva avuto in passato problemi di salute e venne anche ricoverato in un ospedale psichiatrico dove conobbe Bonnie Nettles, infermiera. Diceva di sentire delle voci e riusci a far credere agli adepti di essersi in passato reincarnato in Gesù e ora era una nuova reincarnazione.

Gli adepti della setta Heaven’s gate dovevano seguire rigidi schemi, abbandonare la propria personalità per far parte di un collettivo dove le differenze erano bandite, dipendevano in tutto e per tutto dal fondatore che indicava loro anche le letture, probabilmente si trattava di gente debole o forse anche di persone mentalmente disturbate che aspettavano solo che le promesse di Applewhite si realizzassero, abbandonare la Terra e la dissolutezza nella quale avevano vissuto per abbracciare i creatori a bordo di un UFO che avrebbe viaggiato nello spazio vicino alla cometa Hale-boop.

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