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La gravità della Terra ci protegge dagli asteroidi

Due astronomi, uno finlandese, l'altro americano, hanno scopeto che la gravità della Terra riuscirebbe a distruggere gli asteroidi che si avvicinano

Una coppia di astronomi, uno del Southwest Research Institute (USA) e l’altro dell’Asteroid Engineering Laboratory dell’Università di Lulea Technology (Finlandia) hano scoperto, tramite una simulazione al computer, che alcuni asteroidi che si avvicinano troppo alla Terra possono essere fatti a pezzi dalla sua gravità.

Kevin Walsh e Michael Granvik hanno pubblicato il loro articolo sul server di prestampa arXiv: la sua pubblicazione è prevista a breve su The Astrophysical Journal Letters. Negli ultimi anni gli scienziati finora non è mai avvenuta una collisione che potesse portare l’umanità all’estinzione. Ciò ha portato gli esperti a riflettere sul ruolo che gioca la gravità terrestre sugli oggetti spaziali in avvicinamento. 

Gli asteroidi smembrati dalla gravità terrestre?

A causa di una forza di attrazione sul lato dell’asteroide più vicino alla Terra, questo potrebbe essere smembrato, riducendolo frammenti molto più piccoli. Incuriositi da questa idea, Granvik e Walsh hanno deciso di trovare un modo per testare questa possibilità. Il loro lavoro è iniziato dieci anni fa, quando hanno iniziato a studiare i dati sugli oggeti spaziali alla ricerca di prove di un asteroide che avrebbe potuto essere fatto a pezzi dalla gravità terrestre.

Sfortunatamente, non sono stati in grado di trovarne nessuno, probabilmente pensavano, a causa del flusso risultante di asteroidi più piccoli che si mescolavano con altri piccoli asteroidi. Ciò li ha portati a costruire un modello che potrebbe essere utilizzato per calcolare le traiettorie di asteroidi di diverse dimensioni che potrebbero poi essere utilizzati per stimare il loro numero a diverse distanze dalla Terra.

I dati del modello 

Il lavoro da parte degli scienziati non finisce qui, in quanto hanno in seguito confrontato ciò che il loro modello mostrava con i dati del mondo reale e hanno scoperto che le stime calcolate dal loro modello erano molto inferiori. Pensando che la differenza potesse essere dovuta ad asteroidi che erano stati fatti a pezzi, hanno creato una simulazione che consentiva di modificare il numero di questi massi spaziali considerando anche quelli modificati dalla gravità.

Cosa è stato scoperto?

Gli scienziati hanno scoperto che il loro modello simulava il numero reale di piccoli asteroidi che sono stati visti e contati, suggerendo che era in grado di simulare la probabilità che asteroidi più grandi venissero fatti a pezzi mentre viaggiavano vicino o verso la Terra. La gravità di un pianeta di tipo M, come la Terra, può rimuovere il 50%–90% della massa di un asteroide durante il loro incontro.

Gli scienziati continuano a monitorare 

Gli asteroidi sono corpi rocciosi o metallici che orbitano attorno al Sole, principalmente nella fascia degli asteroidi tra Marte e Giove. La maggior parte di essi è relativamente piccola e non rappresenta una minaccia significativa per la Terra. Tuttavia, esistono asteroidi più grandi che potrebbero causare danni significativi se colpissero il nostro pianeta. Gli scienziati stanno monitorando attentamente gli asteroidi potenzialmente pericolosi e sviluppando metodi per prevenire eventuali collisioni.

L’astronomia osservativa è un elemento chiave per individuare e seguire la traiettoria di questi corpi celesti. Esistono anche progetti e missioni spaziali che cercano di migliorare la nostra comprensione degli asteroidi e di sviluppare tecniche per deviarli o distruggerli, nel caso in cui si avvicinino troppo alla Terra.

Uno dei progetti più noti dedicati alla ricerca e alla mitigazione del rischio asteroidale è il programma della NASA chiamato “Near-Earth Object Observations” (Osservazioni degli oggetti vicini alla Terra), noto anche come “Spaceguard”. L’obiettivo principale di questo programma è individuare, monitorare e caratterizzare gli asteroidi e i comete che si avvicinano alla Terra.

Inoltre, l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha lanciato la missione “Hera” come parte del programma AIDA (Asteroid Impact & Deflection Assessment). L’obiettivo di Hera è studiare l’asteroide binario Didymos e il suo satellite Dimorphos, che è stato colpito intenzionalmente dalla sonda DART (Double Asteroid Redirection Test) della NASA. L’obiettivo di DART è testare la capacità di deviare la traiettoria di un asteroide.

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