Ekgmowechashala: l’ultimo primate vissuto nel Nord America

Recenti scoperte fossili hanno aperto una finestra sulla vita di questa creatura enigmatica, conosciuta come Ekgmowechashala, offrendoci uno sguardo su un mondo che esisteva milioni di anni fa.

Gli scienziati hanno appreso che Ekgmowechashala (che si traduce in “piccolo uomo gatto” in Sioux), molto probabilmente è emigrato dalla Cina, attraversando il ponte terrestre di Bering verso il Nord America. In tal modo, i ricercatori hanno risolto un mistero di lunga data in biologia.

Circa 30 milioni di anni fa, il continente nordamericano era un paesaggio lussureggiante, dimora di una miriade di creature, alcune familiari e altre dimenticate da tempo. Tra questi esseri dimenticati c’era una specie di primati simile ai lemuri, l’ultima della sua specie a vagare per la terra prima dell’arrivo degli umani.

Un primate immigrato

La storia dei primati nel Nord America è una storia di evoluzione, adattamento e, infine, di estinzione. I reperti fossili indicano che diverse specie di primati un tempo prosperavano in quelli che oggi sono gli Stati Uniti e il Canada. Secondo il dottor John Flynn, paleontologo ed esperto di evoluzione dei mammiferi presso il Museo Americano di Storia Naturale, i primati arrivarono in Nord America dall’Africa. Sembra il viaggio più folle e incredibile, ma gli scienziati ritengono che la spiegazione più plausibile sia che i primati africani abbiano attraversato il vasto Oceano Atlantico su zattere di vegetazione.

I primi fossili di primati nordamericani risalgono a 43 milioni di anni fa, recuperati in Texas. Ciò avvenne durante l’era dell’Eocene, un’epoca in cui il pianeta era incredibilmente caldo, anche per gli standard odierni, quando il cambiamento climatico fa notizia ogni giorno. C’erano palme in Alaska e foreste pluviali in Antartide.

In queste condizioni, le scimmie in viaggio dall’Africa sarebbero state piuttosto contente della sistemazione che avrebbero trovato in Nord America. Ma questo paradiso dei primati non durò a lungo. Alla fine, il pianeta si è raffreddò, e lo ha fece rapidamente. I poli si ricoprirono di ghiaccio. Le foreste pluviali alle latitudini settentrionali morirono. Questo massiccio evento di cambiamento climatico, noto come Grande Coupure, si verificò circa 34 milioni di anni fa.

L’estinzione di massa colpì duramente i primati, troppo disabituati al gelo improvviso dell’inverno. Tuttavia, gli scienziati hanno trovato fossili del piccolo uomo gatto, o Ekgmowechashala, anche pochi milioni di anni dopo che gli ultimi primati del Nord America sembravano essersi estinti.

Perché Ekgmowechashala tra tutti i primati è sopravvissuto all’assalto della Grande Coupure?

I paleontologi sono rimasti perplessi per anni. Ma un nuovo studio dell’Università del Kansas ha finalmente risolto l’enigma: Ekgmowechashala non era mai stata lì quando si verificò l’estinzione di massa – solo successivamente migrò dalla Cina.

L’effetto Lazzaro paleontologico

Negli anni ’90, Chris Beard, professore all’Università del Kansas, raccolse fossili in Cina che somigliavano a quelli di Ekgmowechashala. Ora, Beard e colleghi hanno confrontato i molari superiori di questo sosia cinese, noto come Paleohodite, con Ekgmowechashala. Questa analisi ha rivelato una sorprendente somiglianza tra i fossili cinesi e quelli nordamericani: una prova convincente di una stretta relazione evolutiva.

“Durante la ricerca, non avevamo assolutamente idea che avremmo trovato un animale strettamente imparentato con questo bizzarro primate del Nord America’”, ha detto Beard in un comunicato stampa.

Ne consegue che l’ultimo primate del Nord America non era un sopravvissuto solitario, ma piuttosto un migrante che raggiunse il continente dall’Asia utilizzando il ponte terrestre di Bering, ora sommerso. È la stessa traversata che gli esseri umani utilizzarono quando l’ultima era glaciale abbassò il livello del mare per popolare le Americhe, circa 30.000 anni fa.

“La nostra analisi dissipa l’idea che Ekgmowechashala sia una reliquia o un sopravvissuto dei primi primati del Nord America”, ha dichiarato l’autrice principale Kathleen Rust. “Si trattava invece di una specie immigrata che si è evoluta in Asia ed è migrata nel Nord America durante un periodo sorprendentemente fresco, molto probabilmente attraverso la Beringia”.

Ciò rende Ekgmowechashala un “taxon di Lazzaro”, una specie che appare nella documentazione fossile molto tempo dopo che i suoi parenti sono scomparsi.

I ricercatori sottolineano che la storia di Ekgmowechashala, ambientata in un contesto di significativi cambiamenti ambientali e climatici, ricorda la nostra era attuale. Lo studio sottolinea l’importanza di comprendere come gli organismi si adattano ai cambiamenti ambientali, una lezione che risuona con le sfide affrontate dalle specie contemporanee, compreso l’uomo.

Fonte: Università del Kansas

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