Ecco perché non dovrebbero essere autorizzati allevamenti intensivi di polpi a scopo alimentare

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Non si può negare che l’allevamento del bestiame sia stato un fatto positivo per l’umanità nel corso dei millenni e, tutto sommato, animali come le pecore e le mucche si sono ben adattati alla vita d’allevamento. Purtroppo, però, c’è un animale che gli umani amano mangiare, ma che sembra proprio non sia il caso di inserire in allevamenti intensivi.

Alcuni ricercatori sostengono in un nuovo studio che i polpi non dovrebbero mai essere allevati​, non solo per la loro intelligenza ma anche a causa dell’impatto ambientale che questa attività potrebbe provocare. La domanda globale di polpi per uso alimentare è in aumento e lo scorso anno i prezzi sul mercato di questi animali sono cresciuti a causa della scarsità del prodotto. I prezzi dovrebbero rimanere alti almeno per il resto del 2019. La quantità dei polpi pescati in natura è variabile, il che a sua volta contribuisce a un approvvigionamento inaffidabile e, per questa ragione si sta tentando di allevare i polpi.

In diversi paesi del mondo, sono in corso sforzi per avviare l’allevamento dei polpi e si stanno tentando anche studi per effettuare modifiche genetiche per accelerare l’acquacoltura di questi cefalopodi. Una squadra di scienziati ambientali, filosofi e psichiatri in una recente edizione di “Issues in Science and Technology”, scrive che“Questo,naturalmente potrebbe causare impatti ambientali importanti, tra i quali inquinamento da azoto e fosforo da rifiuti animali, l’incrocio e la diffusione di malattie e la perdita di habitat naturale, per citarne alcuni”. Ma la più grande preoccupazione per l’ambiente deriva dalla tipologia di dieta dei polpi. Come la maggior parte delle creature acquatiche, i polpi sono carnivori e hanno bisogno di proteine ​​e olio di pesce nella loro dieta, inoltre le larve di polpo mangiano solo cibo vivo, che deve venire da qualche parte.

I polpi hanno bisogno di molto cibo, almeno tre volte il peso dell’animale nel corso della sua vita, e assicurare che i loro bisogni alimentari siano soddisfatti negli allevamenti genererebbe ulteriore pressione su queste attività di pesca già in declino. Questo probabilmente ridurrebbe la sicurezza alimentare globale per gli esseri umani.

Ma, anche se questo problema potesse essere risolto, mantenere i polpi negli allevamenti sarebbe crudele. Se sei mai stato in un acquario marino, probabilmente lo sai. I polpi sono ben noti per la loro intelligenza e capacità di risoluzione dei problemi. Negli acquari dei polpi vengono spesso tenuti giocattoli per evitare che i cefalopodi si annoino. Possono aprire barattoli, riconoscere singoli umani, ricordare i test che hanno già soatenuto, persino sfuggire da un acquario quando ne hanno abbastanza.



Hanno anche mostrato comportamenti preoccupanti, se tenuti in cattività, con forme di cannibalismo ed autolesionismo, che potrebbero essere il risultato di una malattia infettiva. In un ambiente senza stimoli questi animali diventano frustrati e annoiati.

“Oltre alla loro salute e sicurezza biologica di base, è probabile che i polpi necessitino di alti livelli di stimolazione cognitiva, oltre alle opportunità di esplorare, manipolare e controllare il loro ambiente”hanno scritto gli scienziati. “I sistemi di allevamento intensivo sono inevitabilmente inadeguati e privi di questo tipo di habitat naturale.”

Al momento, ci sono alcune grandi sfide da superare, ad esempio: se si riuscisse ad avviare un allevamento di polpi, come si potrebbero tenere in vita i giovani animali fino all’età adulta? I progressi tecnologici potrebbero provocare qualche miglioramento, visto che la ricerca sta crescendo in tutto il mondo. La sperimentazione sull’allevamento dei polpi in Messico ha già registrato una svolta nell’ultimo decennio. Una società di prodotti ittici giapponesi ha segnalato con successo la schiusa di uova nel 2017.

Con così tanti problemi già evidenti, gli scienziati sperano che i tentativi di allevare i polpi, debbano essere stroncati sul nascere. “La nostra speranza e che la società riconosca i gravi problemi ambientali e di benessere associati a tali progetti e che l’allevamento di polpi sarà scoraggiato o impedito“, hanno scritto.

“Sarebbe opportuno per i governi, per le società private e per le istituzioni accademiche smettere di investire nell’allevamento dei polpi e concentrare invece i loro sforzi per raggiungere un futuro veramente sostenibile e compassionevole per la produzione di cibo”.

Lo studio è stato pubblicato su Issues in Science and Technology 35 .

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