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Denisoviani: l’eredità genetica che ci ha modellato

Le recenti scoperte sul DNA dei Denisoviani hanno messo in discussione l'idea di una linea evolutiva umana lineare e ci mostrano come le nostre origini siano molto più complesse di quanto pensassimo

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I Denisoviani sono una specie di ominini estinta, strettamente imparentata con i Neanderthal. Le prime evidenze di questa specie sono emerse dall’analisi del DNA estratto da un frammento di osso ritrovato nella grotta di Denisova, in Siberia.

Nonostante le scarse informazioni fossili, gli studi genetici hanno rivelato che i Denisoviani si sono incrociati con i Neanderthal e con gli Homo sapiens.

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Denisoviani: un’eredità genetica che ci ha modellato

Le prime evidenze di questa specie sono emerse dall’analisi del DNA estratto da un frammento di osso ritrovato nella grotta di Denisova, in Siberia. Nonostante le scarse informazioni fossili, gli studi genetici hanno rivelato che i Denisoviani si sono incrociati con i Neanderthal e con gli Homo sapiens.

Gli incroci tra Denisova e Homo sapiens si sono verificati in più occasioni e hanno lasciato un’impronta genetica evidente nelle popolazioni moderne, in particolare in quelle che vivono in Asia e Oceania. Questi antichi incontri hanno fornito agli esseri umani moderni geni che si sono rivelati essenziali per adattarsi a diversi ambienti.

Alcuni studi hanno dimostrato che i geni ereditati dai Denisoviani hanno aiutato le popolazioni tibetane a vivere ad altitudini elevate, migliorando la loro capacità di utilizzare l’ossigeno in condizioni di bassa pressione. Anche le popolazioni che vivono in regioni fredde, come gli Inuit, portano nel loro DNA tracce di geni denisoviani che potrebbero aver contribuito alla loro capacità di resistere al freddo. Si ipotizza che alcuni geni denisoviani possano aver rafforzato il sistema immunitario degli esseri umani moderni, aiutandoli a combattere le infezioni.

Il genoma umano è un mosaico complesso, frutto di millenni di evoluzione e di incroci tra diverse specie. I Denisova rappresentano solo uno dei tanti tasselli di questo puzzle, ma la loro storia ci insegna quanto sia importante considerare l’intero spettro della diversità umana per comprendere appieno le nostre origini e la nostra capacità di adattarci al mondo che ci circonda.

Un’eredità genetica ancora da esplorare

Gli incroci tra Denisoviani e Homo sapiens, avvenuti in diverse occasioni e in diverse regioni del mondo, hanno portato alla trasmissione di geni che si sono rivelati preziosi per la sopravvivenza della nostra specie. Uno dei settori in cui questa eredità genetica ha avuto un impatto più significativo è proprio quello del sistema immunitario.

Essi vivevano in ambienti molto diversi tra loro, affrontando una vasta gamma di patogeni. I geni che li aiutavano a combattere queste infezioni sono stati trasmessi agli Homo sapiens, ampliando il nostro arsenale difensivo. Alcuni studi suggeriscono che alcuni geni potrebbero essere associati a una maggiore resistenza a determinate malattie infettive, come l’influenza e l’HIV.

Le popolazioni della Melanesia portano una delle più alte percentuali di DNA denisoviano al mondo. Studi recenti hanno dimostrato che questa eredità genetica è associata a un sistema immunitario particolarmente efficace nel combattere le infezioni virali. Questo suggerisce che i geni denisoviani abbiano svolto un ruolo cruciale nell’aiutare queste popolazioni ad adattarsi ai patogeni presenti nel loro ambiente.

La ricerca sul ruolo dei Denisoviani nell’evoluzione del sistema immunitario è ancora agli inizi. Tuttavia, i risultati finora ottenuti sono estremamente promettenti e aprono nuove prospettive per la comprensione della nostra vulnerabilità e resistenza alle malattie infettive.

Le vette maestose dell’Himalaya e del Tibet sono state a lungo un mistero per gli scienziati. Come hanno fatto le popolazioni che vivono a queste altezti estreme a sviluppare adattamenti così straordinari per sopravvivere in condizioni di scarsità di ossigeno? La risposta potrebbe risiedere in un incontro inaspettato avvenuto migliaia di anni fa tra i nostri antenati e un’altra specie umana: i Denisoviani.

Studi genetici hanno dimostrato che le popolazioni tibetane e sherpa portano nel loro DNA una percentuale significativa di geni di origine denisovana. Questi geni sembrano aver conferito un vantaggio evolutivo significativo, aiutando queste popolazioni ad adattarsi alle condizioni di vita ad alta quota.

Uno dei geni chiave ereditati dai denisova è l’EPAS1. Questo gene regola la produzione di emoglobina, la proteina che trasporta l’ossigeno nel sangue. Nelle popolazioni tibetane, una variante specifica di questo gene, derivata dai Denisoviani, permette di produrre meno emoglobina rispetto alle altre popolazioni. Questo potrebbe sembrare controintuitivo, ma in realtà è un adattamento fondamentale per la sopravvivenza in alta quota. Un’eccessiva produzione di emoglobina potrebbe infatti aumentare la viscosità del sangue, favorendo la formazione di coaguli e aumentando il rischio di malattie cardiovascolari.

Oltre all’EPAS1, altri geni ereditati potrebbero aver contribuito all’adattamento alle alte quote, influenzando fattori come la pressione sanguigna, il metabolismo e la risposta allo stress. La scoperta del ruolo dei denisova nell’adattamento alle alte quote ha aperto nuove prospettive sulla nostra comprensione dell’evoluzione umana. Questo straordinario esempio di come il patrimonio genetico di specie umane estinte possa influenzare le nostre capacità di adattamento ci ricorda quanto sia complessa e affascinante la storia della nostra specie.

Conclusioni

L’incontro tra Homo sapiens e Denisoviani ha lasciato un’impronta indelebile nel nostro genoma, aiutandoci ad adattarci a ambienti estremi come le alte quote. Questa scoperta sottolinea l’importanza della diversità genetica e ci invita a continuare a esplorare le nostre origini ancestrali per comprendere meglio noi stessi e il nostro posto nel mondo.

Lo studio è stato pubblicato su Nature Genetics.

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