Deep Space Gateway, la NASA va avanti con il progetto coinvolgendo i possibili fornitori

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La NASA va avanti nel progetto Deep Space Gateway richiedendo informazioni su costi e fattibilità di uno dei moduli principali.

Lo scorso 17 luglio è stata deliberata dalla NASA una richiesta di informazioni (RFI) rivolta alle aziende del settore la loro capacità di costruire un elemento di potenza e propulsione (PPE), un modulo che produrrà energia elettrica e fornirà propulsione chimica ed elettrica per il gateway.

Come attualmente previsto dalla NASA, il PPE dovrebbe essere il primo elemento del gateway, lanciato come “payload” con il primo lancio dello Space Launcher, approfittando della capacità di carico aggiuntiva fornita dalla versione Block 1B della SLS. Il PPE entrerebbe in quella che è conosciuta come un’orbitale aureolare rettilinea prossima alla luna entro 100 giorni dal lancio.

L’RFI descrive le funzionalità di base e le esigenze del PPE secondo le specifiche previste dalla NASA. Il modulo dovrebbe garantire una vita di 15 anni ed essere dotato di un sistema di propulsione elettrica ad energia solare con propellente allo xeno, con razzi di spinta chimici a base di idrazina. Il modulo dovrebbe avere un peso non superiore ai 7.500 chilogrammi, compreso un serbatoio contenente 2.000 chilogrammi di xeno.

Il PPE produrrà energia elettrica e dovrà essere in grado di trasferire fino a 24 chilowatt agli altri moduli del gateway che saranno aggiunti successivamente. Dovrà anche essere in grado di supportare comunicazioni in diverse bande, nonché un payload dimostrativo di comunicazione ottica.

Nella RFI, la NASA chiede ai potenziali fornitori notizie circa la loro capacità di produrre il PPE, inclusa una stima dei costi. La NASA chiede che il PPE venga consegnato al Kennedy Space Center per l’integrazione sul SLS entro dicembre 2021, per un lancio previsto nell’ambito della missione Exploration 2, attualmente previsto entro il 2022.

La NASA, inoltre, nell’RFI chiede alle aziende di affrontare numerose altre questioni che vanno dall’utilizzo potenziale delle alternative di propulsione verde per i getti all’idrazina sul veicolo spaziale e lo studio di una navetta shuttle commerciale per il modulo per discutere i potenziali approcci di condivisione dei costi per il suo sviluppo.

Le aziende interessate dovranno risponde al questionario entro il 28 luglio. Per il 24 luglio è prevista una sessione di domande e risposte online.

Relativamente allo sviluppo del ppe, la NASA, dopo questo RFI, prevede di rilasciare ulteriori bandi entro agosto, nell’ambito del Next Space Technologies for Exploration Partnership (NextSTEP). Questi bandi richiederanno proposte per studi a breve termine che affrontino le questioni tecniche che coinvolgono il PPE, compresi i sistemi di potenza e propulsione e altri sottosistemi chiave.

La NASA descrive Deep Space Gateway. La NASA descrive il gateway come “una stazione spaziale in orbita lunare che verrà, man mano, assemblata dall’equipaggio“. Il gateway includerà un modulo abitabile e porti d’attracco per l’ormeggio della navicella Orino e carghi spaziali indpendenti. I moduli aggiuntivi del gateway saranno inviati nello spazio cislunare attraverso i futuri lanci SLS.

Gli astronauti che formeranno l’equipaggio del gateway raggiungeranno la stazione attraverso il modulo Orin e vi stazioneranno in turni di diverse settimane. Il PPE dovrebbe permettere al gateway di spostare la sua orbita, avvicinandosi alla Luna per supportare future missioni sulla superficie lunare.

La NASA prevede anche l’utilizzo del gateway per supportare l’assemblaggio del Deep Space Transport, una navicella spaziale  in grado di portare uomini nello spazio profondo, in vista delle missioni verso Marte. L’obbiettivo della NASA sarebbe quello di portare uomini su Marte tra il 2030 ed il 2040.

C’è da sottolineare che Il gateway e l’Orion, però, sono attualmente solo progetti e non programmi formali della NASA. Siamo ancora nelle fasi di studio e la NASA non ha chiesto finanziamenti appositi nella sua richiesta di bilancio per l’anno fiscale 2018.

Fonte: Spacenews

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