Cratere Jezero: un “ambiente sostenuto potenzialmente abitabile”

I primi campioni di roccia marziana raccolti dal rover Perseverance nel cratere Jezero stanno dando agli scienziati una sbirciatina scintillante nel passato acquatico di un antico fondale lacustre

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La NASA nutre grandi speranze sui possibili risultati dell’esplorazione del Jezero Crater di Marte e per ciò che potrebbe dirci sulla potenziale presenza di vita nel passato del pianeta rosso.

I primi campioni di roccia raccolti dal rover Perseverance da questo fondale ormai asciutto stanno dando agli scienziati molte ragioni per eccitarsi.

Sembra che le prime rocce rivelino un ambiente sostenibile potenzialmente abitabile“, ha affermato il ricercatore del progetto Perseverance Ken Farley del Caltech in una dichiarazione sul sito della NASA. “È un grosso problema capire per quanto tempo vi sia stata acqua“.

I ricercatori hanno studiato per capire per quanto tempo l’acqua ha indugiato sul fondo del lago. Se il fondo del cratere, o il suo sottosuolo, fosse rimasto umido abbastanza a lungo avrebbe potuto favorire lo sviluppo di vita microbica.

Dopo che il primo tentativo di raccolta di un campione è fallito per lo sgretolamento del materiale raccolto, Perseverance è riuscito a raccogliere la sua prima carota da una roccia soprannominata “Rochette”. Quindi è seguito un secondo campione. L’analisi mostra che Rochette sembra essere di origine vulcanica.



La NASA ha individuato altre antiche regioni potenzialmente abitabili su Marte, ma la prospettiva di riportare un pezzo di una di queste sulla Terra è uno dei maggiori progressi della missione Perseverance.

I campioni potrebbero arrivare sulla Terra già all’inizio degli anni ’30. La NASA sta lavorando a un’ambiziosa missione di restituzione dei campioni. Uno studio più approfondito in condizioni di laboratorio sul nostro pianeta potrebbe fornire agli scienziati tonnellate di informazioni sulla storia del cratere.

Il team di Perseverance ha individuato sali all’interno di Rochette che probabilmente si sono formati con l’evaporazione dell’acqua. “I minerali di sale in questi primi due nuclei rocciosi potrebbero anche aver intrappolato minuscole bolle dell’antica acqua marziana“, è scritto sul sito della NASA.

Se fossero effettivamente presenti, queste bolle potrebbero fungere da capsule temporali microscopiche, offrendo indizi sull’antico clima e sull’abitabilità di Marte“.

Il nuovo rover della NASA sta cercando segni di antica vita microbica sul pianeta rosso. Questi primi risultati dei suoi studi sulla roccia sono un segno incoraggiante che il cratere Jezero è il luogo perfetto da esplorare per aiutare a rispondere alla grande domanda: c’è mai stata vita su Marte?

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