È stato da poco reso pubblico il certificato di morte della regina Elisabetta che, nonostante tutte le illazioni sul fatto che la sovrana si fosse improvvisamente ammalata a causa di una caduta avvenuta nei giorni precedenti al decesso identifica come causa della morte esclusivamente la “vecchiaia”.
Il fatto è apparso ai più abbastanza curioso in quanto la regina era apparsa pochi giorni prima ad un incontro con il nuovo Primo Ministro Britannico Liz Truss sorridente ed in apparente buona salute.
Quindi, cosa si intende per “morire di vecchiaia?
Sembra una definizione presa direttamente dal linguaggio quotidiano ed usata per spiegare l’improvvisa morte di una persona particolarmente anziana ma chi muore effettivamente di vecchiaia, dal punto di vista medico, nel 21° secolo?
Una causa di morte così vaga non solo solleva domande su come è morto qualcuno, ma può anche lasciare dubbi per la famiglia e i propri cari lasciati indietro.
I molti modi in cui le persone muoiono
Le principali cause di morte, in generale, sono la demenza senile e il morbo di Alzheimer; cardiopatia; malattie cerebrovascolari (come l’ictus) o i tumori. Altre cause importanti includono malattie croniche delle vie respiratorie inferiori (come l’asma); influenza; e polmonite.
Infatti, la “vecchiaia” come causa di morte – accanto alla vaga descrizione di “fragilità” – è spesso classificata in “sintomi, segni e condizioni mal definite”.
Una storia interessante
La vecchiaia, come categoria che causa la morte, ha una lunga storia. Dalle cronache risulta che fu una delle principali cause di morte nel XIX secolo, insieme alla vaga descrizione di “trovato morto”.
A metà del 19° secolo, in Gran Bretagna la registrazione della morte di qualcuno è passata da clericale a laica, con il Births and Deaths Registration Act 1836 (UK). C’era poi la pubblicazione di riferimento, la Classificazione delle cause di morte Bertillon, scritta dallo statistico e demografo francese Jacques Bertillon.
Il filosofo canadese Ian Hacking ha scritto che morire per qualcosa di diverso da ciò che era nell’elenco ufficiale era “illegale, ad esempio, morire di vecchiaia“. Possiamo dire che questo è un po’ iperbolico. Sicuramente, alla fine del 19° secolo, non era illegale morire di vecchiaia.
Ciò che ciò suggerisce è che fornire una precisa causa di morte è importante perché è uno strumento prezioso per monitorare le tendenze di mortalità a diversi livelli della popolazione.
Alla fine, “vecchiaia” divenne un’espressione di ultima istanza per descrivere una causa sconosciuta di morte. Oppure è diventato utile quando una persona può essere morta per una serie di complicazioni, ma dove non era pratico o etico ordinare un’autopsia per trovare la causa precisa alla base della morte.
Si accetta la morte per vecchiaia?
L’altro motivo per cui la “vecchiaia” è stata usata raramente come causa di morte nel XX e XXI secolo è che non prevede alcuna chiusura alle famiglie dei defunti. Una ricerca mostra che le famiglie vogliono informazioni precise su come è morta la persona amata, non solo perché possono essere utili per gestire i propri problemi di salute, ma anche perché forniscono una soluzione alla morte della persona.
Una causa sconosciuta di morte può esacerbare il dolore e il trauma, in particolare se la morte è stata improvvisa o inaspettata. I ricercatori hanno a lungo sostenuto che le famiglie formano relazioni continue con la persona amata dopo la morte.
Accertare come sono una èersona è deceduta è una parte di come i membri della famiglia superstiti gestiscono il loro dolore e commemorano il defunto.
Una buona morte
Potremmo decidere che chiedere maggiori informazioni su come è morta la regina all’età di 96 anni è solo una curiosità macabra e un po’ perversa. Potremmo decidere che la famiglia reale meriti privacy sui dettagli intimi della morte della regina.
Tuttavia, una specifica causa di morte di qualcuno che ha vissuto una vita privilegiata e che è morto in età avanzata, ad esempio, potrebbe dirci molto su come condurre una vita sana e pianificare una buona morte.
È per questo che per le persone normali interviene un medico necroscopo che definisce in via definitiva, anche ordinando un’autopsia ove necessario, la causa finale dell’exitus. Ad esempio, sapere che una persona è morta per infarto può aiutare i familiare a prevenire il rischio di una fine simile e lo stesso si può dire per molte altre patologie fulminanti o malattie che possono provocare una morte improvvisa.