Chernobyl: proseguono gli incendi ma la centrale nucleare sembra ora in sicurezza

Da dieci giorni diversi incendi boschivi stanno devastando il nord dell'Ucraina arrivando anche a minacciare la centrale nucleare di Chernobyl. L'area sarebbe, però, ora in sicurezza, secondo quando riferiscono le autorità.

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Dallo scorso 4 aprile una serie di incendi stanno sconvolgendo i boschi cresciuti rigogliosi nella zona abbandonata intorno alla cittadina di Chernobyl, teatro di uno dei più drammatici incidenti nucleari del secolo scorso.
Secondo quanto riferito dal tour operator Yaroslav Emelianenko alla BBC, uno di questi incendi ha ormai raggiunto la città abbandonata di Pripyat, dove un tempo risiedeva molti del lavoratori della centrale nucleare.
Secondo l’operatore turistico le fiamme sarebbero arrivate a soli due chilometri dal deposito dove venivano stoccati i rifiuti più pericolosi dell’impianto.
Secondo Greenpeace gli incendi che insistono sull’area sono molto più estesi di quanto le autorità abbiano realizzato finora.
La filiale russa della ONG, citata dall’agenzia Reuters, ha reso noto che l’incendio principale si è esteso per oltre 34.000 ettari, mentre un secondo incendio, che si è esteso per oltre 12.000 ettari è arrivato a solo un chilometro dall’area della centrale.
Emelianenko ha anche affermato che se l’incendio avesse travolto Pripyat ne sarebbe derivato un disastro economico, dal momento che le visite turistiche guidate all’area della centrale forniscono entrate preziose per l’economia della zona.
Nel 2018 oltre 70.000 persone hanno visitato la città abbandonata. L’anno scorso, dopo il successo della mini-serie della HBO sul disastro della centrale nucleare, si è registrato un vero e proprio boom del turismo nell’area.
Le autorità locale hanno riferito in un comunicato che gli incendi sono partiti nel fine settimana del 4 aprile, dopo che un uomo aveva dato fuoco all’erba secca vicino alla zona di esclusione. Da allora si è avvicinato alla centrale nucleare.
Più di 300 vigili del fuoco con decine di pezzi autopompe stanno lavorando sul sito, mentre sei elicotteri e aerei stanno tentando di estinguere l’incendio dall’alto.

I funzionari dicono che le radiazioni nell'area sono a livelli "normali"
I funzionari affermano che le radiazioni nell’area sono a livelli “normali”. Immagine copyright EPA
L'incendio è ora a 5 km dal sito
Il fuoco è a 5 km (tre miglia) dal sito nucleare. Immagine copyright REUTERS

Kateryna Pavlova, a capo dell’agenzia statale ucraina per la gestione delle zone di esclusione, ha dichiarato all’agenzia di stampa Associated Press che “non si può ancora dire che gli incendi siano stati contenuti“.
Stiamo lavorando anche di notte per estinguere i focolai intorno alla centrale per proteggerla dal fuoco“, ha detto.
Il 5 aprile, Yegor Firsov, capo del servizio di ispezione ecologica statale ucraina, ha dichiarato in un post su Facebook che i livelli di radiazione nell’area sono sostanzialmente aumentati al di sopra del tasso abituale.
Altri funzionari governativi, però, hanno successivamente respinto questa constatazione affermando che i livelli di radioattività nell’area sono ancora “entro limiti normali“.

Il vento ora sta trasportando il fumo verso Kiev

Le autorità si dicono comunque tranquille relativamente al rischio che il fumo possa trasportare polvere radioattiva sulla capitale Ucraina, le previsioni meteo infatti affermano che i venti cambieranno direzione e caleranno di intensità a breve.
La centrale nucleare di Chernobyl e la vicina città di Pripyat sono abbandonate dal 1986, quando, per un errore durante un test, esplose il reattore n. 4 dell’impianto.
L’esplosione, all’epoca, diffuse una nuvola radioattiva su gran parte dell’Europa, mentre l’area intorno alla centrale fu sgomberata da tutti i residenti a causa della forte concentrazione delle radiazioni.
Ancora oggi vige il divieto di residenza entro un raggio di 30 km dalla centrale nucleare.
La centrale di Chernobyl, nonostante gli alti livelli di radioattività nell’area, continuò a generare energia fino a quando l’ultimo reattore operativo dell’impianto fu definitivamente chiuso nel 2000.