Stefan Michalak visse un’esperienza che in ufologia viene catalogata come “incontro del terzo tipo” cioè l’incontro con gli occupanti di un oggetto volante non identificato, storia simile sotto certi aspetti con quella dell’italiano Facchini, il contadino che negli anni 50 fu colpito e bruciacchiato da alcuni esseri che sembravano riparare un grosso oggetto posato al suolo in quel di Abbiate, vicino Varese.
Era il 20 maggio del 1967 quando Stefan Michalak pensando di trovarsi davanti a un ordigno sperimentale inizia a chiamare, prima in inglese, poi in altre lingue senza ottenere nessuna risposta.
Arrivato vicino al portello aperto guardò all’interno notando delle luci che provenivano da una sorta di pannello, non vide nessun occupante e rimase ad aspettare. Poco dopo il pannello si chiuse e Michalak notò come la superficie dell’oggetto fosse come vetro colorato, allungò la mano per toccarlo e quando lo fece, il guanto che indossava inizio a fondere per l’intenso calore. Poco dopo una scatola apparentemente metallica dotata di fori spuntò dall’UFO e dopo una esplosione di un qualche gas non identificato si diresse verso di lui incendiando i vestiti. L’UFO si alzò subito in volo mentre Michalak era intento a levarsi velocemente gli abiti in fiamme. In seguito Stefan Michalak provò un senso di nausea e avertì un odore metallico provenire dalla zona colpita.
Dopo essere stato colpito Michalak tentò di raggiungere il suo motel e in seguito venne ricoverato dichiarando che le bruciature erano state causate dagli scarichi di un aereoplano. Il medico di famiglia R.D. Otaway dichiarò che Michalak al momento del ricovero era in stato confusionale ma cosciente, perdeva i capelli e aveva sul torace e sul’addome delle ferite ovali causate da ustioni di primo grado. Nessuno riusci mai a spiegare la natura delle ferite e come mai per mesi Michalak si sentisse male.
Tempo dopo, la Royal Canadian Mounted Police aprì un’indagine sul caso e non potendo identificare con precisione il sito del presunto incontro ravvicinato, provarono a farlo ritrovare da Michalak, che però inizialmente non riuscì a identificare con precisione il luogo esatto”. In seguito Michalak e la Royal Canadian Mounted Police identificarono il luogo dell’incontro nel pressi del Falcon Lake e prelevarono dei campioni del suolo, che risultarono contaminati da radiazioni. Il 28 luglio, inoltre, sempre Michalak e la Royal Canadian Mounted Police trovarono un semicerchio su una roccia nell’area della scena del diametro di circa 4,5 metri. Tracce di radiazione furono trovate al suo interno, ma non fuori dal perimetro del semicerchio né nel muschio o sull’erba al di sotto della porzione di roccia dove si trovava il semicerchio”.
Dopo tanti anni il caso non è comunque stato risolto, si sa solo che il materiale radioattivo trovato risultò essere Radio 226, molto utilizzato in passato per usi commerciali, nelle vernici luminescenti per orologi e sveglie per ottenere l’effetto di fosforescenza notturna. Secondo l’indagine, l’isotopo non presentava un livello di radiazione pericoloso per gli abitanti dell’area ma resta da capire se proprio il Radio 226 sia stato all’origine del malessere patito da Michalak che secondo alcune cronache la sera dell’incontro aveva bevuto.
Non ci sono spiegazioni che giustifichino le ferite da ustione riportate e il malessere, Michalak potrebbe avere inventato tutto, anche questo caso è da vedere con la giusta prospettiva, senza nulla togliere ai tanti seri ricercatori i punti oscuri e la dinamica dell’accaduto non sollevano il velo di mistero che da decenni oscura il fenomeno UFO, che rimane tale, un mistero spesso esagerato da episodi poco chiari o indagati dopo troppo tempo, tempo che permette la manipolazione dei dati già scarsi a disposizione.