giovedì, Gennaio 16, 2025
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Il complottismo

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di Oliver Melis per Reccom Magazine

Frequentando la rete ci si imbatte in pagine o gruppi popolati da persone che vedono dietro argomenti più o meno interessanti una mano occulta che nasconde la storia e la riscrive in modo da poterci controllare, dirigere le nostre vite e le scelte che facciamo.

La nostra storia passata e presente è piena di interpretazioni emotive della realtà con una quasi totale assenza di filtro razionale. In passato i nostri antenati cercavano spiegazioni per ogni fenomeno e queste spiegazioni erano dettate dalla paura e dal non avere nessun controllo sul fenomeno osservato. I complottisti oggi agiscono allo stesso modo, cercando una verità di comodo anche se irrazionale, per avere una parvenza di controllo su quello che accade, già il sapere di aver scoperto qualcosa di occulto e di condividerlo, nonostante si tratti di fatti apparentemente gravissimi, permette di avere, in un certo senso, una sorta di appagamento.

I complotti sono certamente tanti, ci sono complotti che riguardano il nostro passato, dove una regia occulta avrebbe nascosto la verità sulla nostra evoluzione indicando negli alieni i nostri creatori, alieni che nelle varie teorie sono di origini diverse ma questo per i tanti amanti del genere è un problema secondario, l’importante è avere individuato un nemico, più o meno vago, la Chiesa ad esempio o le religioni più in generale.

Altra teoria del complotto in voga è quella delle scie chimiche che servirebbero, secondo i tantissimi sostenitori, a controllare il clima, a controllare l’economia, a scatenare guerre e a infliggere tremende malattie all’umanità per il tornaconto di altri sistemi di potere, Big pharma su tutti.

Qui si vede come due teorie del complotto di argomenti totalmente diversi si leghino tra loro e si concatenino con altre teorie per diventare una sorta di gigantesco complotto mondiale che mette insieme varie cospirazioni ordite da un vago centro del potere non ben identificato detto NWO.

Il complottismo reinventa il mistero, lo trasforma e, grazie alla rete, i social network in particolare, lo fa diventare comunità di complottisti, persone che forse spinte dai problemi dei nostri tempi moderni trovano le risposte che cercano in complotti minacciosi e terribili che riempiono le paranoiche vite dei tanti che si sentono perseguiti da oscure manifestazioni di potere.

I complotti e i racconti su società occulte sono sempre esistiti e prima dell’avvento di internet queste storie erano confinate nei libri o in qualche gruppo di ricercatori del mistero che si occupavano di UFO, alieni o di società segrete con un seguito di persone che partecipavano a riunioni o manifestazioni organizzzate. Con la nascita di internet le informazioni circolano diventando virali e raggiungono un pubblico sempre più vasto ma spesso disarmato di fronte alla faziosità dei teorici del cospirazionismo.

Internet più dei libri diventa la sede naturale del complottismo dove ognuno può ritagliarsi uno spazio e diffondere informazioni in modo indipendente dal medium che lo ospita.

I complotti sono sempre esistiti, nessuno nega le congiure del passato, anche remoto, dell’umanità ma è importante saper distinguere il possibile dall’improbabile attraverso il pensiero razionale e lo scetticismo.

Oliver Melis è owner su facebook delle pagine NWO ItaliaPerle complottare e le scie chimiche sono una cazzata

Il morbo di Morgellons

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Questa presunta malattia è assurta alla ribalta delle cronache grazie a Mary Leitao, un tecnico di laboratorio che nel 2001, a causa di alcune lesioni della pelle, aveva creduto, dopo aver consultato diversi siti internet, che suo figlio fosse affetto da un male che stava colpendo tante altre persone e che fosse in atto un’epidemia a livello globale.

Mary Leitao si era convinta di aver riconosciuto un disturbo simile a quello descritto dallo scienziato Sir Thomas Browne nel diciassettesimo secolo usando la stessa espressione coniata dallo scienziato “Morgellons” una probabile inglesizzazione del provenzale “Mouscoulouns” come era chiamata una parte del fuso, ma decenni dopo le ipotesi di Browne vennero spiegate come parassitosi.

Il presunto disturbo chiamato Morgellons grazie alla descrizione di sintomi presunti, fu associato a diverse teorie del complotto e quella che viene ancora spacciata come causa, e va per la maggiore in tanti siti dedicati al tema, è la bufala delle scie chimiche

Gli studi

Ci sono molte persone che associano dei problemi al Morgellons e anche se il Morgellons, cosi come viene spiegato in tanti siti complottisti, non ha senso, non significa che le persone che dicono di esserne affette non abbiano nulla. Grazie alla creazione della Morgellons Research Foundation da parte di Mary Leitao, i malati di questa sindrome sono riusciti a ottenere che il Center for Disease Control and Prevention statunitense si occupasse della faccenda ma dopo un attento studio per capire se esisteva un nuovo agente infettivo i risultati conclusivi sono stati negativi.

Le fibre che vengono prodotte dalla pelle, almeno secondo chi crede al Morgellons, non erano altro che fibre di cellulosa che potevano provenire dagli abiti o dall’ambiente. Le biopsie delle piaghe spesso evidenziavano danni dovuti alla eccessiva esposizione alla luce solare o causate dal fatto che i presunti “malati” di Morgellons tendono a grattarsi molto frequentemente.

Non mancavano pazienti con disturbi psichiatrici o psicosomatici o causati dal consumo di droghe. Una cosa certa è che i pazienti presentano tutti dei disturbi noti per i quali esistono delle cure. Anche la Mayo Clinic, nel 2011 arrivò alle stesse conclusioni, le misteriose fibre del Morgellons erano identificabili con animaletti vari, fibre tessili o detriti.

Molti medici oggi ritengono che dietro il Morgellons si celi la parassitosi illusoria e hanno ritenuto opportuno continuare a chiamare il disturbo “Morgellons” in modo che il paziente crei un legame con la malattia e non la rifiuti in toto con spiegazioni più convenzionali.

Chi reputa il Morgellons un effetto delle scie chimiche ritiene che dietro ci sia un Governo, o più governi, che, con esperimenti segreti, stia conducendo delle ricerche ed è  controproducente parlare ad un paziente convinto di questo dicendogli che non ha nessuna malattia. Si preferisce, invece, aiutarlo attraverso un percorso psicologico che lo porti ad accettare che non ci sono infezioni sconosciute, per proporre poi una cura, anche psichiatrica, adeguata.

Insomma, il Morgellons è, in realtà, una fissazione, derivata o da una effettiva parassitosi, e quindi da cattiva igiene, oppure dalla unilaterale convinzione di essere realmente malati.

Elon Musk ci mette in guardia dallo sviluppo incontrollato dell’Intelligenza Artificiale

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Dopo le parole di Stephen Hawking e la lettera firmata da alcuni dei migliori scienziati del mondo nel campo dell’intelligenza artificiale, pubblicata su The Future of Life Institute in cui si raccomanda prudenza nello sviluppo dell’intelligenza artificiale e di mantenerne assolutamente il controllo, Elon Musk, già cofirmatario della lettere di cui sopra, torna a raccomandare cautela sugli sviluppi dell’AI.

Il Leader di SpaceX e Tesla, parlando alla riunione estiva dell’Associazione Nazionale dei governi degli Stati Uniti a Providence Rhode Island, ha dichiarato di avere un’automobile dotata degli attuali sistemi di Intelligenza Artificiale per la guida automatica e di ritenere che dovremmo preoccuparci seriamente per ciò che ci aspetta. La visione di Musk è addirittura catastrofica, queste le sue parole: “Continuo a suonare l’allarme ma finché le persone non vedranno i robots che scendere lungo la strada uccidendo le persone, non reagiranno, perché tutto sembra lontano e senza consistenza”.

Ovviamente Elon Musk non si riferisce agli strumenti di AI attualmente disponibili quali possono essere Alexa o Siri ma parla di quello che potrebbe diventare in futuro l’Intelligenza Artificiale, un’entita super intelligente che controlla e gestisce tutto il nostro mondo.

Per alcuni ricercatori questo dovrebbe essere il passo logico successivo quando passeremo dagli attuali e primitivi sistemi di AI ad un’intelligenza più evoluta e indipendente. Il grande fisico Stephen Hawking già da diverso tempo va avvertendo che l’Ai potrebbe rivelarsi la fine dell’umanità.

Il discorso di Musk

Come osserva Musk, è certamente difficile prendere in considerazione queste minacce ora. L’idea di un futuro simile ad I, Robot in cui uno Skynet che si ribella e tenta di distruggere l’umanità come in Terminator o, più semplicemente, in cui le automobili intelligenti si ribellano e cominciano a compiere stragi come nel “ponte di quattro giorni” di G. H. Smith può sembrare assurdo visto oggi, dato che Siri non riesce nemmeno a chiamare la persona giusta quando glielo chiediamo.

“L’AI è il raro caso in cui penso che dovremmo essere proattivi nel regolamentare piuttosto che reagire dopo. Bisognerebbe già stabilire le regole di sicurezza da far rispettare nello sviluppo dell’AI perchè dopo potrebbe essere troppo tardi. L’AI è un rischio gravissimo per l’esistenza della civiltà umana “. Ha concluso Musk.

Il problema, dunque, sembra essere quello di essere certi di poter affrontare ogni eventualità che potrebbe presentarsi con le Intelligenze Artificiali in futuro.

Probabilmente non verranno mai a cercarci i T-1000 armati fino ai denti guidati dall’AI che abbiamo sviluppato noi nè la nostra automobile guidata dall’AI cercherà di ucciderci gettandosi addosso ad un muro ma potrebbero sorgere altri e più gravi problemi.

“Probabilmente la minaccia più grande potrebbe stare nel controllo di massa della popolazione attraverso l’esplorazione dei messaggi e gli eserciti di propaganda bot”, ha dichiarato François Chollet, creatore di una piattaforma netta rete neurale, a The Verge oppure, se i dispositivi armati venissero affidati alle decisioni dell’AI potrebbe scatenarsi una guerra nucleare a causa di un’errata valutazione.

Insomma, come in molti romanzi di fantascienza, il problema potrebbe stare nel fatto che non dovremo mai dimenticare durante la progettazione che l’AI viene sviluppata per servire noi, non per servirla.

Potrebbe essere il caso di studiare qualcosa di simile alle tre leggi della robotica di Isaac Asimov nella programmazione di base di tutte le AI che svilupperemo, quale che sia il loro scopo.

Addio al comandate John Koenig. È morto Martin Landau

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di Oliver Melis per Reccom Magazine

Il comandante è morto, il comandante non c’è più, ci ha lasciato a Los Angeles, 17 luglio 2017 Addio Martin Landau.

Martin Landau è stato attore, produttore cinematografico e illustratore.

Figlio di immigrati austriaci di origine Ebraica, Martin cresce a Brooklyn esordendo come fumettista e illustratore a 17 anni per il New York Daily News ma sogna di recitare e il suo esordio come attore è del 1951 con detective story in un teatro del Maine. Nel 1955 viene ammesso all’actors studio, prestigiosa scuola di recitazione, in un casting dove si presentano in 2000 e vengono scelti lui e Steve McQueen. Fa parte del cast di “intrigo internazionale (1959) di Alfred Hitchcook e nel1957 sposa Barbara Bain che recita con lui dal 66 al 69 nel telefilm Mission: Impossible e nella mitica serie di fantascienza Space 1999 dal 74 al 77 che diventano dei grandi successi. Con Barbara, da cui ha divorziato nel 1993, ha avuto due figlie: Susan, produttrice. e Juliet, attrice

Martin poi attraversa un periodo buio ma a 60 anni recita a fianco di Jeff Bridge in Tucker di Coppola, riceve una nomination agli oscar e vince un golden globe, nel 1989 recita per Woody Allen in Crimini e misfatti. Nel 1994 interpretando Bela Lugosi in ‘Ed Wood‘ vinse un premio Oscar come attore non protagonista.

Spazio 1999

La storia è ambientata nell’anno 1999 la Luna è divenuta il deposito delle scorie radioattive prodotte dai reattori atomici terrestri. Alla base lunare Alpha c’è un cambio della guardia, il vecchio comandante viene silurato e dalla Terra arriva il sostituto, John Koenig con il compito di indagare sulle cause di una strana malattia che uccide il personale, e per portare a termine i preparativi di una nuova avventura spaziale: il viaggio dell’uomo verso un pianeta appena scoperto, Meta, da cui giungono da tempo segnali di una presenza intelligente. Alla base si monitora in continuazione ogni deposito di scorie ma, in modo del tutto inaspettato, succede una catastrofe, i depositi, uno dopo l’altro iniziano a esplodere creando una spinta cosi potente da spingere la Luna fuori dall’orbita terrestre e spingerla negli spazi siderali, il comandante e i suoi uomini vagheranno in regioni sconosciute dello spazio vivendo fantastiche ed emozionanti avventure.

fantamodellismo spazio 1999 1

In questa serie non sono le astronavi a viaggiare nel cosmo ma la stessa Luna diventa un’astronave, forse per ricordare allo spettatore che anche la Terra è un’astronave che viaggia senza controllo nello spazio e che ogni risorsa, ogni molecola di ossigeno e ogni stilla di energia devono essere utilizzate in modo intelligente e senza sprechi per assicurare alla nostra specie un futuro prospero.

spazio1999

Spazio 1999 è una serie diversa da quelle che verranno proposte in seguito, gli uomini non hanno risolto i conflitti sociali, né superato problemi come l’inquinamento, le malattie, la fame. Emergono da subito problemi di natura morale quando le alte gerarchie intendono minimizzare gli effetti di una malattia sconosciuta pur di portare avanti la missione di esplorazione spaziale di un corpo celeste appena scoperto, Meta. I contrasti avvengono anche sul lato economico quando dalla Luna si rifiutano di stoccare altre scorie radioattive. Problematiche che lo spettatore di quegli anni riesce a capire senza problemi essendo molto vicine alle problematiche di quell’epoca, dove le spese per le missioni spaziali spesso venivano giudicate folli, per non parlare di quelle militari e dei problemi di sicurezza e affidabilità dei primi impianti nucleari. Quando avviene la catastrofe, cioè quando la Luna viene scagliata a velocità incredibile verso gli spazi esterni iniziano le avventure del Comandante Koenig e dei suoi compagni di viaggio che verranno messi di fronte a nuovi mondi e a creature del tutto sconosciute che porteranno lo spettatore a riflettere sul significato stesso della vita umana e del posto che ricopre nell’universo.

Oliver Melis è owner su facebook delle pagine NWO ItaliaPerle complottare e le scie chimiche sono una cazzata

Un test per scoprire il rischio di infarto

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Un gruppo di ricercatori dio Oxford ha reso noto, attraverso una pubblicazione sulla rivista Science Translational Medicine di avere sviluppato un test per predire chi è a rischio di infarto. Secondo quanto riportato nell’articolo,  è possibile valutare il rischio osservando il cuore attraverso una TAC. Più alto è il livello di infiammazione dei tessuti dell’organo, maggiore è il pericolo.

Basato sull’analisi dello stato infiammatorio e del grasso depositato sulle arterie, il test potrebbe rivoluzionare il trattamento per uno dei maggiori killer del mondo, anticipando la soglia dei cosiddetti Tempi Precoronarici.

Su oltre 2000 Tac analizzate, viene evidenziando che quando il livello di infiammazione dei tessuti sale, cambia il comportamento del grasso che tende a rompersi e tutto il tessuto circostante cambia aspetto. Sono proprio queste modifiche nelle sembianze del tessuto intorno alle arterie che può permettere, in prospettiva, di creare una scala del rischio d’infarto ed avviare una terapia adeguata anticipando i tempi rispetto ai protocolli attuali.

L’infiammazione e il grasso intorno alle arterie sono come una bomba ad orologeria e per disinnescarla si può agire per tempo prescrivendo delle terapie (ad esempio statine) in soggetti anche apparentemente sani o modificando le cure di persone già con un rischio cardiaco noto. Se la tecnica non deluderà le promesse, nelle future sperimentazioni cliniche più ampie che ora la attendono e la vedranno protagonista, essa potrà portare a terapie più efficaci per scongiurare infarti potenzialmente fatali.

Fonte: ANSA

Ricordo di George Romero

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L'entropia cresce allo stesso tasso della superficie dell'elio superfluido, invece che del suo volume - imitando l'entropia di un buco nero che cresce fagocitando materia espandendosi

Due giorni fa è deceduto, all’età di 77 anni, il regista George Romero, l’inventore, di fatto, del sottogenere “Zombie” che ha praticamente egemonizzato, dal 1968 ad oggi, l’horror cinematografico e televisivo.

Si, perché “La notte dei morti viventi” è stato e rimarrà l’archetipo di tutti i films e le serie televisive che sono seguiti ambientati in un mondo sconvolto dalla cosiddetta Apocalisse zombie.

George Romero resterà famoso per questo suo primo film in cui molti lessero metafore diverse, quali, ad esempio, della guerra fredda (con gli zombi che rappresenterebbero i sovietici), altri invece una metafora della guerra del Vietnam; secondo alcuni critici il film tratterebbe inoltre tematiche quali la libera circolazione di armi e il razzismo negli USA. A mettere d’accordo tutti penserà il regista stesso che spiegherà”Ho sempre simpatizzato per gli zombie, hanno un che di rivoluzionario. Rappresentano il popolo solitamente senza idee autonome che a un certo punto, stanco dei soprusi, si ribella. Eravamo noi nel ’68. E ora siamo morti, no? I nostri ideali sono morti, io sono uno zombie.”.

La notte dei morti viventi si rivelerà negli anni un capolavoro insuperabile. Scritto, diretto e prodotto dallo stesso Romero, conobbe un successo enorme che proseguirà in tutti gli anni successivi. Più tiepidamente saranno accolti i vari seguiti di questo film pure diretti da Romero anche se il successo del genere arriverà inalterato ai giorni nostri, nonostante le moltissime pellicole di serie B pubblicate negli anni a fronte di pochi film davvero interessanti.

La notte dei morti viventi ci racconta le vicende di Ben (Duane Jones) e Barbra Huss (Judith O’Dea), insieme ad altre altre cinque persone, intrappolate nella casa colonica di un cimitero della Pennsylvania proprio nella notte in cui i morti decidono di tornare in vita, affamati di carne umana. Il film è carico di tensione ma presenta anche momenti di leggerezza che la stemperano, fino al colpo di scena finale.

Chiarissima è l’influenza di George Romero nella videoclip capolavoro della canzone “Pop” Thriller di Michael Jackson, così come un evidente tributo a Romero è la seguitissima serie televisiva The walking dead.

Se qualcuno non avesse ancora visto La notte dei morti viventi, il film vale sicuramente la pena di una visione ed è possibile vederlo gratuitamente con un’ottima qualità video e audio su You Tube a questo link.

Insomma, George è ufficialmente morto ma, prima di recitare il de profundis, aspetterei qualche giorno. Non si sa mai.

Charlie, ore di speranza dopo la visita dello specialista americano la corte rinvia la decisione

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Ore di speranza per i genitori di Charlie Gard, il piccolo affetto da una rara sindrome degenerativa a cui i medici del Great Ormond di Londra intendono “staccare la spina”. Dopo la visita effettuata sul bambino da Michio Hirano, luminare di Neurologia alla Columbia University di New York, l’Alta Corte del Regno ha rinviato la decisione al 25 luglio.

Dal 10 al 50% di possibilità di miglioramento – Il dott. Hirano ha confermato le sue parole dei giorni scorsi, in base alle quali, a suo parere, se il bambino venisse sottoposto alla sua terapia sperimentale, avrebbe tra il 10 ed il 50 per cento di possibilità di miglioramento e recupero di facoltà cognitive.

Hirano, dopo la visita al Great Ormond, sarà sentito all’Alta Corte con gli altri specialisti stranieri dal giudice monocratico Nicholas Frances, l’uomo che ha stabilito nei mesi scorsi la sorte di Charlie, ma che poi ha accettato di aprire un supplemento di udienze.

La procedura giudiziaria, secondo SkYNews, dovrebbe riprendere a questo punto in aula fra martedì e mercoledì con l’audizione dei medici stranieri, mentre la decisione finale dovrebbe essere presa il 25 luglio.

La Russia ha lanciato in orbita una stella artificiale

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La Russia ha appena lanciato in orbita il controverso satellite Mayak sviluppato dal Moscow State Mechanical Engineering University (MAMU). Come recita il sito della missione, questo satellite è destinato a diventare entro pochi giorni uno degli oggetti più brillanti del cielo notturno.

A quanto pare, il lancio del satellite, avvenuto dal Baikonur Cosmodrome in Kazakistan insieme ad altri 71 satelliti, è avvenuto non ha avuto problemi e si sta spettando che il NORAD (North American Aerospace Defense Command) inizia a tracciarlo per dare il via alla missione.

Mayak è un cubesat grande all’incirca come una pagnotta che, una volta in posizione a circa 600 chilometri di quota, dispiegherà una enorme vela di Mylar a forma di piramide che è stata progettata per riflettere la luce del Sole. La vela, una volta dispiegata, avrà un’area di 16 metri quadrati.

L’obiettivo della missione sarebbe quello di testare una nuova tecnologia per far decadere l’orbita dei satelliti andati fuori servizio e di spingere la gente a guardare il cielo(???). Gli appassionati potranno monitorare tramite un’app sul proprio smartphone la posizione del satellite per sapere quando sta per passare sulla propria testa.

Secondo il progetto, il satellite rimarrà in orbita per almeno un mese ma c’è la possibilità che, se l’orbita non si dovesse degradare come previsto, data la quota, possa rimanere lì per molti altri mesi se l’orbita non si degrada correttamente come previsto.

Secondo i progettisti, Mayak dovrebbe essere meno brillante solamente del Sole e della Luna.

Una delle ragioni per cui il satellite è controverso sta proprio in questo fatto: la  sua luminosità potrebbe ostacolare le osservazioni astronomiche. Secondo i commentatori più prudenti, un solo satellite di questo tipo sarebbe ancora tollerabile ma, se questa tecnologia dovesse affermarsi, molti satelliti così brillanti renderebbero inosservabile lo studio del cielo da terra. E non sappiamo che tipo di influenza potrebbe avere una luce molto forte nell’ora sbagliata sull’ambiente.

Per fortuna, Mayak dovrebbe orbitare sempre sulla linea di terminazione del giorno, cioè nell’area dove c’è il confine tra tramonto ed alba, e quindi l’eventuale disturbo, se ci sarà, persisterà per un tempo piuttosto limitato.

Il nostro pensiero è che è sicuramente possibile testare una nuova tecnologia per far decadere l’orbita della spazzatura spaziale affinché bruci negli strati alti dell’atmosfera senza creare possibili fastidi in tutto il mondo.

Possiamo solo augurarci che in futuro la scienza e la tecnologia rispettino di più gli abitanti del mondo, tutti.

Fonte: sito missione Mayak

Le università di Messina e Oxford scavano a Tusa per riportare alla luce il tempio di Apollo

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Messina e Oxford sono pronte a collaborare per riportare alla luce il tempio dedicato ad Apollo facente parte del complesso archeologico di Alesa Arconidea.

Si tratta di un’antica città che sorgeva nei pressi dell’odierna Tusa, tra le più importanti della costa tirrenica in età ellenistico-romana. Nei prossimi giorni, ricercatori e studenti dell’Ateneo peloritano accoglieranno i colleghi inglesi per iniziare nuovamente gli scavi all’interno di una vera e propria acropoli, finora solo parzialmente individuata grazie ai lavori condotti dall’archeologo Gianfilippo Carrettoni negli anni Cinquanta.

Gli interventi saranno eseguiti da 15 tra studenti e ricercatori, metà inglesi e metà messinesi, sotto la direzione dei professori Lorenzo Campagna (di Messina) e Jonathan Prag (di Oxford) ed il coordinamento di Alessio Toscano Raffa (del Cnr-Ibam di Catania).

«È un progetto che l’Università di Messina finanzia con i propri fondi – spiega il professore Campagna – . Il nostro ateneo vanta già da diverso tempo una proficua collaborazione con Oxford che per la prima volta è orientata all’archeologia. Abbiamo scelto il sito di Alesa per il suo interesse storico, lavoreremo all’interno di un acropoli che ospita il santuario dedicato ad Apollo posto sopra a una collina. Il nostro intervento non si limiterà alla campagna di scavi, il progetto ha infatti l’obiettivo di riportare alla luce l’intero complesso e valorizzarlo affinché possa tornare fruibile per finalità turistiche».

Negli scorsi anni, la zona era già stata interessata da scavi condotti dalla sovrintendenza ai Beni Culturali di Messina. Attualmente, infatti, tra i paesi di Tusa e Castel di Tusa è possibile visitare una piccola area archeologica con un interessante Antiquarium. Per favorire le operazioni, il sindaco di Tusa, Angelo Tudisca, ha messo a disposizione degli studiosi una struttura comunale a supporto logistico.

Fonte: Meridionews

 

Nuovi lavori: guadagnare facendo il copywriter online

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Tra le attività lavorative da svolgersi online che sono emerse negli ultimi anni ce n’è una particolarmente interessante: il copywriter.

Per svolgerlo bassa possedere un computer e una connessione internet. Teoricamente si potrebbe svolgere anche da tablet o smartphone ma redigere testi lunghi con questi strumenti non è sempre facile.

In pratica, esistono alcuni siti definiti Content Marketplace, all’interno dei quali vanno ad incontrarsi le richieste di soggetti (blog, siti di informazione, siti di e-commerce e quant’altro)  che hanno necessità di nuovi contenuti con la disponibilità di persone disposte a spendere il loro tempo per svilupparli.

I Content Marketplace si fanno pagare sulla base della complessità dell’articolo e girano il pagamento al copywriter che lo scrive dopo avere trattenuto una piccola commissione.

Chiaramente, è necessario saper scrivere in italiano e utilizzare i motori di ricerca per cercare informazioni sull’argomento richiesto ed essere puntuali nel consegnare il lavoro secondo i termini prestabiliti. Un’altra cosa su cui è importante avere delle nozioni è il SEO (Search Engine Optimization). Quasi tutti gli articoli sono richiesti in modo che siano ben evidenziate le parole chiave e redatti in base ad alcuni criteri specifici afinchè siano indicizzati il più in alto possibile dai motori di ricerca.

In cambio degli articoli si ricevono piccoli compensi in denaro.

Il tempo da dedicare ad ogni singolo articolo è variabile, in base alla lunghezza richiesta e alla difficoltà dell’argomento ma, in media, va dai 20 ai 45 minuti più le ricerche.

Il compenso pagato per ogni articolo generalmente varia dagli 80 centesimi ai 5 o 6 euro, in qualche caso anche cifre più alte ma questo poi dipende dal livello di affidabilità e di capacità nello sviluppare contenuti ben fatti ed interessanti del copywriter. Si tratta di cifre molto basse ma, purtroppo, la concorrenza è molta e quindi chi commissiona gli articoli si giova di una vera e propria corsa al ribasso.

Si tratta di un lavoro complementare, con il quale difficilmente ci si può mantenere ma uno studente, un disoccupato o qualcuno che vuole arrotondare le proprie entrate può sicuramente considerare quella di scrivere articoli online un’attività interessante.

Come sempre in questi casi, i guadagni sono proporzionali al tempo dedicato. Con due o tre ore al giorno di attività si possono facilmente guadagnare dai 100 ai 200 euro al mese. Si tratta di piccole cifre che, però, per alcuni possono fare una qualche differenza.

Alcuni dei siti su cui è possibile svolgere questa attività in italiano sono Greatcontent, Melascrivi e, per le traduzioni, textmaster.

Di solito, dopo l’iscrizione, al copywiter è richiesto di redigere un testo su un qualche argomento. Da questo testo dipende il punteggio con cui il copywriter partirà nel rank del sito. Questo punteggio è essenziale perché più in alto ci si trova lungo questa graduatoria e a più articoli, e meglio pagati, si ha accesso.

Per quanto riguarda i pagamenti, i siti indicati sono tutti affidabili. Melascrivi paga tutti i lunedì purchè si siano raggiunti almeno i 25 euro di credito, textmaster paga al raggiungimento di 10 euro mentre Greatcontent paga due volte al mese purchè si sia raggiunto un credito di almeno 20 euro.

Insomma, si tratta di piccole opportunità, buone per arrotondare o per pagare una o due bollette ma è pur sempre una possibilità.