mercoledì, Gennaio 15, 2025
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Quando i governanti si preparano alla fine del mondo: i bunker antiatomici del governo americano

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da dagonews

Alcuni sono ancora segreti, altri sono stati localizzati, ma la loro storia e le operazioni che si sono svolte al loro interno rimangono ‘top secret’.

Sono i bunker costruiti dall’esecutivo degli Stati Uniti per consentire la “continuità del governo” (COG), una serie di procedure definite che consentirebbero alla Casa Bianca di continuare le operazioni essenziali in caso di eventi catastrofici come una guerra nucleare. Almeno negli Stati Uniti, il COG non è più limitato alle emergenze nucleari: il “Continuity of Operations Plan” è stato attivato in seguito agli attacchi dell’11 settembre.

mount ponyMOUNT PONY

Negli Usa le procedure che consentivano una “continuità di governo” vennero sviluppate per la prima volta durante l’amministrazione Truman, agli albori dello sviluppo delle armi nucleari, ampliando il processo di costruzione di bunker segreti disseminati nel sottosuolo americano e di torri di comunicazione capaci di resistere a un attacco nucleare, permettendo alle alte cariche di comunicare.

È l’esempio dell’ex bunker nucleare noto come Mount Pony, dove la Federal Reserve ha segretamente accumulato miliardi di dollari in contanti, che avevano pianificato di utilizzare per il post Armageddon. La struttura si trova a Culpeper, in Virginia, e nel 2007 è stata convertita nella “Library of Congress Packard Campus”.

mount weatherMOUNT WEATHER

La stanza che sarebbe stata adibita a Camera dei Rappresentanti in caso di guerra nucleare è stata costruita per i membri del Congresso sotto il Greenbrier, un resort a quattro stelle vicino a White Sulphur Springs, West Virginia.

Il rifugio antiaereo da 34.303 metri quadrati, completato nel 1961, includeva abbastanza letti e provviste per ospitare tutti i 535 membri del Congresso con una persona dello staff ciascuno. C’erano anche camere di decontaminazione, un’unità di terapia intensiva e una sala riunioni per le comunicazioni, tutte circondate da un metro e mezzo di cemento.

mount weather 1MOUNT WEATHER 1

E poi c’è l’enorme bunker nucleare di 650 acri scavato nella montagna: il Raven Rock Mountain Complex fu costruito durante la Guerra Fredda nei pressi del Blue Ridge Summit, in Pennsylvania, e fu concepito come impianto di sostegno al Pentagono per ospitare la leadership militare, così come il Presidente, in caso di disastro nucleare.

La base top secret NORAD, sepolta nelle viscere della Cheyenne Mountain, ha festeggiato 60 anni lo scorso maggio: dietro le porte anti-esplosione da 23 tonnellate si trova quello che è noto come il posto più sicuro sulla terra.

il bunker sotto il resort a quattro stelleIL BUNKER SOTTO IL RESORT A QUATTRO STELLE

Un labirinto di tunnel scavato nel granito del Colorado negli anni ’60, brulicante di apparecchiature di sorveglianza e con un monitoraggio ad alta tecnologia. Dopo la fine della Guerra fredda il NORAD, organizzazione creata dagli Stati Uniti e dal Canada per proteggere i cieli di entrambe le nazioni, si è sempre occupato di sorvegliare la minaccia nucleare, ha rivisto la sua missione e, per evitare tagli, dal 1989 ha esteso la propria attività alle operazioni antidroga, come il tracciamento di piccoli aeroplani.

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Dopo l’11 settembre la missione del NORAD si è evoluta per comprendere il monitoraggio di tutti gli aeromobili in volo all’interno dello spazio aereo statunitense.

E ancora: il centro operativo di emergenza di Mount Weather, vicino a Bluemont, in Virginia. L’impianto segreto di 564 acri comprende bunker sotterranei e dovrebbe essere utilizzato dall’esecutivo degli Stati Uniti. Sebbene nessun giornalista abbia mai visitato il sito, la sua esistenza è stata scoperta nel 1974, quando un aereo di linea della TWA si schiantò contro la montagna, uccidendo tutte le 92 persone a bordo.

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white sulphur springsWHITE SULPHUR SPRINGS

Articolo originale di Dagospia

Peter Kolosimo e l’astronauta di Kiev

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di Oliver Melis

Secondo il prolifico autore Peter Kolosimo, la Terra sarebbe stata visitata spesso, in passato, dagli alieni. Una delle prove principali cui si rifà è una statuetta di forma umanoide, datata dagli archeologi tra il VI e l’VIII secolo dopo Cristo, ma a cui molti appassionati attribuiscono, non è chiaro in base a cosa, un’età variabie tra i 4000 ed i 2000 anni.

trento 20 maggio 2007 il simbolo della mosta sugli ori delle steppe imagelarge

Secondo gli archeologi la statuetta, ritrovata in Ucraina, è di probabile fattura mongola ed è databile più o meno all’epoca in cui quelle terre furono invase dall’orda d’oro (i mongoli). Prima di quel periodo i popoli stanziati in quei territori erano gli Avari e gli Unni, nulla a che vedere con la presunta fattura sciita cui fanno riferimento molti siti.

Le foto sottostanti dovrebbero permettere anche ad un profano di rilevare la notevole somiglianza tra le armature mongole dell’epoca e la statuetta che rappresenterebbe, quindi, un guerriero o un cavaliere mongolo e non un antico astronauta alieno.

kiev

kiev 1

Come appare evidente, affermare che l’essere antropomorfo raffigurato dalla statuetta sia un astronauta è decisamente fuori luogo.

C’è anche da dire che la statuetta fu ritrovata in una tomba attribuita ad un guerriero o ad un principe insieme ad altri oggetti di identica fattura.

Insomma, l’ennesima bufala costruita senza tenere conto delel prove o forzandole artatamente. Nulla di nuovo sotto il sole.

Il fattore Rh negativo, mutazione spontanea o ibridazione aliena?

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Se avete il sangue Rh negativo, secondo una teoria della cospirazione siete in parte alieni. Navigando su Google troverete un sacco di siti pseudoscientifici che affermano l’origine extraterrestre di questa particolare categoria di esseri umani.

Ovviamente la storia è solo una balla che spesso e volentieri viene riproposta dai soliti siti sensazionalistici e acchiappa click.

Secondo questa teria, i gruppi sanguigni caratterizzati dal raro fattore rh- sarebbe causato da geni non umani incorporati nel DNA. Il ricercatore Robert Spehar si sarebbe spinto oltre fornendoci ulteriori indicazioni circa l’enigmatico fattore Rh negativoaffermando che: “Ci sono 612 specie di primati e sottospecie riconosciute dal IUCN e non hanno sangue RH negativo”. Secondo Spehar, se l’umanità si fosse evoluta dal medesimo antenato africano, il loro sangue sarebbe compatibile, ma non è così, ci sono varie possibili combinazioni di compatibilità del sangue dell’essere umano (vedi tabella). Esistono vari tipi di sangue, i più comuni sono: 0+ (38%), A+ (34%) e B+ (9%), i più rari sono: AB- (1%), B- (2%), AB+ (3%). Da notare che l’84% di tutti gli esseri umani hanno sangue RH positivo, ma, stranamente, secondo i complottisti, tutte le famiglie reali o di potere hanno sangue RH negativo. Ma sarà proprio cosi?

I gruppi sanguigni

I gruppi sanguigni sono quattro, chiamati A, B, AB e 0. Ognuno di essi si distingue dall’altro per la presenza o assenza di molecole dette antigeni, presenti sulla superficie dei globuli rossi.
Gruppo sanguigno A: la superficie dei globuli rossi presenta una sostanza chiamata antigene A, e quindi sono presenti gli anticorpi B.
Gruppo sanguigno B: la superficie dei globuli rossi presenta una sostanza chiamata antigene B, e quindi sono presenti gli anticorpi A.
Gruppo sanguigno AB: la superficie dei globuli rossi presenta sia l’antigene A che l’antigene B, e quindi non vi sono anticorpi. E’ il ricevente universale.
Gruppo sanguigno 0: la superficie dei globuli rossi non presenta né l’antigene A né l’antigene B. Può donare il sangue a tutti, ma non può riceverlo da nessuno, solo dal suo stesso gruppo sanguigno.

Cos’è il fattore Rh?

Il fattore RH è una molecola proteica che si posiziona accanto all’antigene ed è dovuto alla presenza di una proteina che si trova sulla superficie dei globuli rossi. Chi ha il fattore RH, viene detto Rh positivo, chi non lo ha, viene detto Rh negativo. Se ad esempio una persona ha un gruppo sanguigno A+ riceve da A+ e da A-. Se invece il ricevente è A- non può ricevere sangue da chi possiede il fattore RH+, perché non avendo il fattore RH questo verrebbe attaccato dal sistema immunitario come se fosse un fattore estraneo. Persone con fattore rh- possono ricevere trasfusioni di sangue solo da persone con fattore rh-.

Il fenotipo Rh negativo è una mutazione divenuta nel corso dei millenni che è diventata sufficientemente comune da essere considerata un tratto caratteristico, ma se ognuna di queste mutazioni fosse dovuta ad una ibridazione prorammata dagli alieni, con tutti i sistemi che esistono per classificare il gruppo sanguigno avremmo dovuto avere decine di visite ed ibridazioni aliene e soprattutto fatte da alieni compatibili con la nostra specie, fattore da escludere se consideriamo anche solo la differenza genetica degli esseri che abitano la Terra che pure hanno un antenato comune.

Insomma, l’implicazione sottintesa dall’ipotesi di complotto è che gli alieni abbiano creato una specie ibrida umano-alieno per controllare l’umanità, non a caso tutte le famiglie reali ed quelle dei potenti della Terra avrebbero fattore rh-. Purtroppo non esiste evidenza di questa ipotesi che resta quindi campata in aria.

Insomma, tanto per cambiare, la scienza propone una spiegazione lineare causata dall’evoluzione ad un qualcosa che i ragionamenti pseudoscientifici dei complottisti attribuiscono all’interbento, effettuato in un remoto passato, di entità aliene inspiegabilmente interessate ad effettuare esperimenti genetici sigli esseri umani. Entità aliene poi inspiegabilmente sparite.

Bufale: il complotto dei rettiliani

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Fino a 65 Milioni di anni fa, i dinosauri erano al specie dominante sul pianeta Terra, molti di essi avevano raggiunto dimensioni colossali, mentre alcuni avevano imparato a volare e sembrava che nulla potesse contrastare il loro dominio.

Un giorno, però, circa 66 milioni di anni fa, un meteorite enorme meteorite cadde sulla Terra provocando profonde alterazioni climatiche che portarono alla quasi totale estinzione dei dinosauri;  Si salvarono solo quelli volanti che evolsero in uccelli, ma questa è un’altra storia.

Altre specie animali riuscirono a evolvere ed occupare gli spazi lasciati liberi dai dinosauri, tra i quali i nostri antenati che, nel corso degli ultimi 65 milioni di anni, diedero vita a varie specie di ominidi per arrivare, infine, all’homo sapiens.

Ciò che resta oggi dei grandi sauri che un tempo dominarono il pianeta, come abbiamo detto, sono gli uccelli.

La scomparsa dei grandi sauri, ebbe, secondo alcuni, la grave conseguenza di lasciare campo libero sul nostro pianeta ad una razza aliena, i rettiliani.

Secondo alcuni recenti sondaggi, alcuni milioni di esseri umani negli Stati Uniti e in occidente in generale, credono che la nostra specie condivida il pianeta con degli esseri di origine aliena dissimulati sotto forma umana: i rettiliani.

Questi esseri, nel remoto passato, avrebbero ibridato il proprio DNA rettiliano extraterrestre con il Dna terrestre di noi sapiens, acquisendo così la capacità di mutare il proprio aspetto per apparire esseri umani.

L’ibridazione sarebbe stata effettuata al fine di dominare in modo occulto il nostro pianeta e la nostra civiltà e permetterebbe, come abbiamo visto, a questi esseri di mascherarsi da umani per poter accedere ai ruoli chiave della nostra civiltà per poterci sfruttare e controllare. I rettiliani sarebbero ovunque, occuperebbero posti di potere e di influenza in campo politico, economico, militare e artistico, nello spettacolo e dell’informazione.

Secondo alcuni siti che seguono e approfondiscono l’ipotesi del complotto dei rettiliani, la politica dei più importanti stati del mondo sarebbe infestata da questi alieni. Ad esempio, tutta la genealogia della famiglia Bush, Obama e famiglia e anche Trump sarebbero dei rettiliani sotto mentite spoglie.

Questo significa che, almeno secondo chi crede a questa teoria del complotto, la democrazia e le elezioni sarebbero una vera e propria farsa o peggio. Anche la regina Elisabetta, Madonna, l’ex presidente americano Clinton con la famiglia al completo, Putin, l’attrice Angelina Jolie, la cantante Lady Gaga e molte altre stelle del mondo dello spettacolo sarebbero alieni rettiliani e rettiliane sarebbero anche le famiglie dei personaggi di potere in Italia, Berlusconi, Monti, Draghi.

L’identificazione è molto semplice, bastano delle foto o dei video e un programma di fotoritocco, evidentemente i rettiliani non hanno pensato a frenare lo sviluppo dei software digitali quando ne avevano la possibilità ed oggi, grazie ad alcune menti illuminate che hanno aperto gli occhi,  ne pagano le conseguenze venendo, sempre più numerosi, smascherati dagli attenti osservatori dalla mente aperta.

Secondo alcuni siti web gestiti da persone con la mente aperta, i rettiliani proverrebbero da Beta Draconis, una stella della costellazione del Drago. Secondo le informazioni riportate in questi siti, i rettili di Beta Draconis sarebbero esseri evolutisi come guerrieri e con mentalità dominatrice, manipolatori ed ingannatori.

Ad un occhio non abituato i rettiliani appaiono in tutto e per tutto come dei normali esseri umani, grazie alla loro tecnica di mimetizzazione, basta però aprire la nostra mente alla possibilità che esistano per spezzare l’incantesimo, notando così i piccoli particolari che li contraddistinguonoIl dettaglio più inconfutabile e senza dubbio la membrana x, che copre i loro occhi mascherandoli da occhi umani. Tale membrana copre quasi tutto l’occhio, ad eccezion fatta della parte centrale nera, che è ben visibile quando assume la forma di X, V o Y, dovuta al movimento della membrana“.

Nemici irriducibili dei rettiliani sarebbero “i grigi“, altra razza di alieni che si muove continuamente, quasi inosservata, sulla Terra di cui, però, ci occuperemo in un prossimo articolo.

Questi esseri fanno un po’ venire in mente i mostri che volevano impossessarsi della Terra nella saga Jeeg robot d’acciaio o i rettili combattuti in un’altra saga di successo, la squadra Getter. Arrivando agli anni ottanta perché non citare i Visitors? Esseri extraterrestri che celavano la loro natura di rettili sotto delle maschere che li rendevano simili a noi umani.

Questi film e telefilm, uniti ad altri messaggi subliminali, secondo alcuni, sarebbero tracce disseminate un po’ ovunque in modo occulto dai nemici dei rettiliani per avvisarci di quello che ci sta accadendo.

I teorici della cospirazione trovano queste tracce un po’ ovunque nella storia, anche nel più lontano passato o addirittura nella Genesi del genere umano, identificando il serpente che tentò l’uomo nel popolo rettiliano definendo questi esseri intelligenti, scaltri e manipolatori.

Si è occupato di questa strana faccenda l’ineffabile David Icke, che con i suoi scritti ha diffuso con notevole successo la sua teoria del complotto sui rettiliani scrivendo anche un volume dal titolo: “Guida alla cospirazione globale – E come fermarla”. Sulla copertina dell’edizione italiana non mancano simboli massonici, volti di uomini di potere e l’imperscrutabile occhio rettiliano.

Come sempre queste teorie del complotto sono il tentativo di dare risposte semplici a argomenti molto complessi, raggiungendo il risultato di guadagnare visibilità e denaro.

La Stazione Spaziale Internazionale si prepara a ricevere le capsule con equipaggio di Boeing e SpaceX

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Mentre la Lockheed Martin continua ad andare avanti nello sviluppo della capsula Orion che, insieme al costosissimo Space Launch System dovrebbe riportare gli uomini sulla Luna nei prossimi anni, la NASA, per affrancarsi dalla necessità di utilizzare, e pagare a caro prezzo, passaggi sulle capsule russe Soyuz, ha commissionato a SpaceX e Boeing lo sviluppo di una capsula in grado di trasportare un equipaggio umano fino alla Stazione Spaziale Internazionale.

È di questi giorni la notizia che i due astronauti americani, che fanno parte dell’attuale missione 56 della IIS, hanno effettuato una lunga passeggiata spaziale per effettuare degli adattamenti al modulo Harmony, installando un International Docking Adapter, alcune staffe e telecamere wireless ad alta risoluzione, per prepararlo a ricevere le capsule Dragon Crew di SpaceX e CST-100 Starliner di Boeing che da agosto cominceranno i voli di test senza equipaggio per poi entrare in servizio di linea dal 2020 per il trasporto di astronauti ed equipaggiamenti.

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La capsula Dragon Version 2 di SpaceX potrà trasportare come equipaggio fino a sette astronauti alla Stazione spaziale internazionale. Il Dragon V2 è una capsula riutilizzabile progettata per poter effettuare fino a 10 voli prima di aver bisogno di un rinnovo significativo. La capsula sarà in grado di rientrare atterrando sulle sue gambe di atterraggio grazie ai suoi otto motori a razzo SuperDraco da 16.000 libbre ma sarà dotata, come ulteriore misura di sicurezza, anche di un paracadute di bordo in grado di frenarne la discesa come avveniva per le capsule della missione Apollo.

Dopo essere stata trasportata in orbita bassa dal propulsore Falcon Heavy, Dragon V2 si aggancerà alla ISS aprendo la sua punta per esporre il portello di aggancio..

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La capsula Boeing CST-100 è simile nella forma e concezione al modulo di servizio delle missioni Apollo ma dovrebbe avere, si spera, un’elettronica moderna. Come il Dragon 2 è un veicolo spaziale progettato per trasportare fino a sette astronauti. CST-100 volerà spinta da un razzo ATLAS 5.

Boeing ha sviluppato questa casula in collaborazione con Bigelow, la cui stazione Spaziale gonfiabile potrebbe diventare una destinazione alternativa per i voli di CST-100, probabilmente per trasportare passeggeri paganti. Boeing, inoltre, intenderebbe concedere a Space Adventures, una società di turismo spaziale con sede in Virginia, la possibilità di vendere i posti inutilizzati sul CST-100 per il turismo spaziale in orbita bassa.

Nell’ultima fase dello sviluppo delle navicelle, denominata Commercial Crew Transportation Capability (CCtCap), la NASA ha contribuito con investimenti per 4,2 miliardi di dollari destinati alla Boeing e 2,6 miliardi per SpaceX. Questo programma serve alla NASA per poter nuovamente lanciare astronauti direttamente dal suolo americano, cosa non più possibile da quando il progetto Space Shuttle è stato pensionato nel 2011. Questo programma ha subito diversi anni di ritardo a causa dei continui rifiuti da parte del congresso, nell’era Obama, a stanziare tutta insieme la cifra richiesta dall’Agenzia.

 

Il satellite cinese Longjiang-2 sta inviando bellissime immagini della Terra vista dalla Luna (non è piatta).

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Le missioni lunari cinesi stanno facendo rivivere agli appassionati le emozioni dei giorni del programma Apollo. Il satellite Longjiang-2, un piccolo satellite del peso di 47 chili, lanciato lo scorso maggio insieme al più grande Queqiao (“ponte delle magie”) ed al gemello Longjiang-1, purtroppo andato perduto, ha testato la sua telecamera progettata in Arabia saudita inviando una serie di foto che riprendono la Terra vista da sopra il lato nascosto della Luna e delle porzioni di superficie lunare del lato oscuro.

Si tratta di un tipo di foto chiamato Earthrise e ricordano da vicino le immagini inviate sulla Terra dalle missioni Apollo degli anni ’60 e ’70.

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 China Lunar Exploration Project (CLEP) / Cygni_18 / Flickr

Nella più chiara delle immagini finora inviate, si vedono bene il golfo persico e la penisola arabica, mentre in altre immagini si distinguono bene i crateri del lato nascosto della Luna.

“In base all’accordo sottoscritto da Cina e Arabia Saudita, entrambe le parti condivideranno dati e immagini e rilasceranno congiuntamente i risultati“, secondo la cinese CCTV.

Dalla Cina si è affermato che il test della fotocamera ha avuto successo, osservando che si è rivelata all’altezza delle aspettative e che la missione procede come previsto. Il microsatellite, sviluppato dall’Istituto di tecnologico di Harbin in Cina, è dotato di un’antenna a bassa frequenza e resterà in orbita lunare.

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A bordo del satellite, oltre ad un rilevatore radio a bassa frequenza sviluppato dai Paesi Bassi, ci sono anche un rilevatore di radiazioni sviluppato in  Germania e un rilevatore di neutroni svedese.

Il satellite Queqiao, nel frattempo, si sta posizionando nel punto di Lagrange 2, da dove verrà utilizzato come ripetitore per le trasmissioni dalla Terra al lato più lontano della Luna e servirà da supporto per la missione Chang’e-4 che manderà un lander ed un rover sul lato nascosto. Questa missione è prevista per l’autunno di quest’anno. Chang’e-4 sarà la prima missione che allunerà sulla faccia nascosta con un lander ed un rover in grado di effettuare analisi e misurazioni. Il lander conterrà un mini radiotelescopio olandese che, grazie all’antenna a bassa frequenza di Longjiang-2 potrà ascoltare l’universo senza i disturbi provocati dall’atmosfera e dalle trasmissioni umane.

Il rover Opportunity in stato di minimo consumo di energia per resistere ad un’enorme tempesta di sabbia (In aggiornamento)

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L’enorme tempesta di sabbia in corso su Marte ha colpito, come previsto, la zona dove opera il rover Opportunity della NASA bloccandone l’attività che resterà ferma almeno fino a che la tempesta, che sta ancora crescendo, non l’avrà superato.

Ad individuare la tempesta pochi giorni fa è stato il Mars Reconnaissance Orbiter della NASA che ha inviato immagini in cui già l’8 giugno si vedeva la tempesta coprire più di 18 milioni di chilometri quadrati della superficie di Marte, un’area più grande del Nord America. Non appena il team che gestisce le operazioni dell’orbiter ha comunicato la vicinanza della tempesta all’area in cui opera Opportunity è stato avviato il protollo previsto per questa emergenza portando il robot ai consumi minimi di energia preservando le batterie per alimentare il suo supporto vitale.

Tempeste come questa o anche più grandi (alcune coprono l’intero pianeta), non sono frequenti ma nemmeno insolite, iniziano all’improvviso e possono durare setimane o mesi.

L’area coperta dall’attuale tempesta di polvere comprende la Perseverance Valley, cioè la zona dove si trova Opportunity sulle vaste pianure marziane chiamate Meridiani Planum.

Opportunity esplora Marte dal 2004 e funziona con energia solare. La tempesta in corso ha sollevato moltissima polvere dalla superficie di Marte oscurando la luce del sole, cosa che ovviamente pone a mal partito le riserve energetiche di Oppotunity, costringendo il rover a fermare gran parte della sua attività per risparmiare energia. Se la tempesta durasse troppo a lungo, la preoccupazione principale per il rover sarà il freddo marziano, un pericolo che però Opportunity ha già affrontato in passato. I tecnici ritengono che sia stato proprio il freddo durante una tempesta a danneggiare irreparabilmente Spirit, il rover gemello di Opportunity, spentosi nel 2010 dopo che una tempesta di sabbia lo aveva ricoperto completamente.

Opportunity, però, è un sopravvissuto che ha già superato tempeste peggiori di quella che sta affrontando attualmente e alla NASA si nutre una discreta fiducia che il piccolo rover ce la faccia anche stavolta.

Un autoritratto del rover Opportunity della NASA su Marte scattato dalla Microscopic Imager sul braccio robotico del rover per celebrare il suo 5.000 ° giorno marziano nel febbraio 2018.
Un autoritratto del rover Opportunity della NASA su Marte scattato dalla Microscopic Imager sul braccio robotico del rover per celebrare il suo 5.000 ° giorno marziano nel febbraio 2018. – Credits: NASA / JPL-Caltech

Nel 2007, una tempesta di sabbia su Marte coprì l’intero pianeta e costrinse Opportunity ad accovacciarsi per due settimane in una sorta di modalità di sopravvivenza a basso consumo di energia. In quell’occasione il rover trascorse parecchi giorni senza comunicare con il centro di controllo del Jet Propulsion Laboratory della NASA a Pasadena, in California.

Durante quella tempesta i tecnici di Opportunity si preoccuparono della capacità del rover di alimentare i riscaldatori, vitali per il suo funzionamento alle temperature marziane, con i bassi livelli di potenza causati da quella tempesta di sabbia. Opportunity superò indenne quella tempesta e ancora oggi, dopo quasi 15 anni, procede metodicamente ed efficacemente nella sua esplorazione del pianeta rosso inviando a Terra preziose informazioni.

In origine, la missione di Opportunity, come per il gemello Spirit, era prevista per una durata di 90 giorni, ora si spera che possa resistere a questa nuova tempesta e portare il record di durata oltre i 15 anni.

Aggiornamento del 13 giugno 2018: Secondo quanto riportato dal Daily Mail “The agency received transmission from the rover on Sunday morning, which it said was ‘a positive sign despite the worsening dust storm.'” La NASA avrebbe ricevuto una trasmissione dal rover domenica mattina, cosa considerata un buon segno circa lo stato delle batterie e delle possibilità di superare la tempesta.

Nuove scoperte su una piaga che affligge l’umanità da millenni: la peste

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Tra le malattie che hanno flagellato la storia dell’umanità la peste è sicuramente una delle più note e temute. Ma da quando quesa malattia affligge l’umanità? Recentemente, l’esame di due scheletri di 3.800 anni ha rivelato la presenza di un ceppo di Yersinia pestis, il batterio che causa la peste . Questo ceppo è il più antico del suo genere sequenziato fino ad oggi e suggerisce che la peste bubbonica sia comparsa per la prima volta già dall’età del bronzo.

Contrariamente ai precedenti studi, i recenti ritrovamenti dimostrano che l’Y. pestis nella forma di peste bubbonica sta colpendo l’umanità da almeno 4.000 anni“, ha dichiarato la co-autrice dello studio Maria Spyrou.

mappa, peste
Il triangolo segna il sito di sepoltura esaminato nella regione di Samara in Russia.

La Spyrou è un ricercatore che studia DNA antico presso il Max Planck Institute for the Science of Human History. il suo dottorato di ricerca è stato incentrata sullo studio della storia evolutiva della peste. In questo particolare progetto, lei e il suo team hanno studiato resti umani dell’età del bronzo per cercare le tracce della peste. I ricercatori hanno analizzato i resti di nove individui provenienti da tombe rinvenute nella regione russa di Samara. Due degli individui, sepolti nella stessa tomba, sono stati identificati come affetti da Y. pestis al momento della loro morte.

Sappiamo che durante l’Età del Bronzo si verificarano massici scambi commerciali e movimenti di popolazione in Eurasia e supponiamo che i movimenti umani di quel periodo potrebbero aver facilitato o essere stati facilitati dalla diffusione di malattie infettive“, ha spiegato la Spyrou. “La steppa euroasiatica sembrerebbe essere stata una regione chiave per le migrazioni e le trasformazioni umane avvenute in quel periodo“.

scheletri, peste
Doppia sepoltura di due vittime di peste nella regione di Samara, in Russia.

Spyrou e il suo team hanno ricostruito il genomi dell’Y. pestis da questi resti, un risultato che, scrivono, “suggerisce che la piena capacità di trasmissione della peste bubbonica mediata dalle pulci si è evoluta molto prima di quanto pensavamo finora“. nell’età del bronzo c’erano diversi ceppi di Y. pestis, alcuni dei quali persistono ancora oggi. Il genoma sequenziato dai resti esaminati in Russia era probabilmente di un ceppo ancestrale alle successive epidemie, come la Morte Nera.

In passato erano già stati identificati ceppi di Y. pestis di età simile a quello rinvenuto in Russia ma, in quegli studi, il genoma non mostrava le firme genetiche necessarie per la forma bubbonica della malattia. Si tratta delle caratteristiche specifiche che permettono un’efficace trasmissione della malattia dalle pulci, ai roditori, agli umani e ad altri mammiferi. Se il ceppo manca delle componenti genetiche che consentono alle pulci di di trasmetterlo, si tratta di forme di Y. pestis “benigne”.

La Spyrou ha spiegato anche che l’Y. pestis discende da un batterio chiamato Yersinia pseudotuberculosis che vive prevalentemente nel terreno. Questo batterio, ad un certo punto, incorporò alcuni geni che gli permisero di colonizzare l’intestino delle pulci, perdendo al contempo il gene che lo rendeva letale per le pulci e da lì iniziò la storia della peste che ha prosperato e resiste ancora oggi grazie alla sua capacità di saltare di specie in specie.

batterio, marmotta
Y. pestis

La peste non è una malattia adattata agli esseri umani, non è una malattia umana“, afferma la Spyrou. “Y. pestis è piuttosto un batterio che vive e si riproduce prevalentemente tra i roditori selvatici. Il fatto che viva prevalentemente tra i roditori è uno dei motivi principali per cui è così difficile da sradicare. L’infezione degli esseri umani è, essenzialmente, un caso sfortunato di scarsa igiene, infatti la trasmissione avviene prevalentemente a causa di inquinamento degli alimenti tramite feci di topo oppure attraverso le mani dopo che hanno toccato qualcosa contaminato da invisibili feci di pulci, anche la pelle umana stessa, oppure con il semplice morso di una pulce.

La sonda New Horizons si è svegliata e si prepara ad esplorare Ultima Thule

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La sonda  spaziale New Horizons della NASA è stata svegliata dal suo letargo ed è ora a poco meno di 5 miliardi di chilometri dalla Terra mentre attraversa la fascia di Kuiper in direzione dell’object Kuiper Belt (KBO) MU69 2014 chiamato Ultima Thule dove arriverà il 1 gennaio 2019.

Ultima Thule si trova 1,5 miliardi di chilometri da Plutone è un antico KBO, che si dovrebbe essere formato proprio dove orbita ora. Gli astronomi sperano che possa fornire informazioni sulle prime fasi della vita del sole e dei pianeti del sistema nostro solare. Ultima Thule sarà l’incontro planetario avvenuto più lontano di una sonda spaziale lanciata dall’umanità. KBO MU69 2014 potrebbe essere il più antico corpo celeste mai osservato da vicino.

Nei prossimi mesi cominceremo a ricevere informazioni ed immagini dalla New Horizons ed inizieremo a scoprire questo lontanissimo mondo che, forse, ci aiuterà anche a fare luce sull’esistenza o meno del famoso planet nine.

Ultima Thule, il nome scelto per KBO MU69 2014, deriva dall’antica mitologia. Questo nome era attribuito ad un luogo mitico situato nell’estremo nord del mondo allora conosciuto e citato nelle antiche cartografie e nella letteratura greca e romana. Nella letteratura classica e medievale, Ultima Thule mantenne il significato di un luogo lontano oltre i confini del mondo conosciuto.

Presto ricaveremo carburante dall’aria

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Come si sa, le piante assorbono anidride carbonica ed emettono ossigeno, contribuendo così a mantenere un ambiente adatto alla vita sul nostro pianeta. Ispirati dalle piante, alcuni scienziati hanno ricreato il processo che esse utilizzano tramite delle torri di raffreddamento in grado di estrarre il carbonio dalla CO2 atmosferica. Purtroppo, fino ad oggi, questo processo era troppo dispendioso per essere realmente conveniente.

Una società canadese ha annunciato di avere compiuto un passo fondamentale verso lo sviluppo di tecnologie per la cattura del carbonio che potrebbero rendere il processo economico e conveniente. La tecnologia, sviluppata dalla Carbon Engineering, mira a rimuovere la CO2 dall’aria e trasformarla in un carburante a emissioni zero che potrebbe essere utilizzato senza problemi dai motori per automobile attualmente in commercio.

Il problema principale di questa tecnologia era, fino ad oggi, racchiuso soprattutto nei costi. Uno studio condotto nel 2011 ha concluso che catturare una tonnellata di carbonio costerebbe circa 600 dollari, il che, inutile dirlo, è semplicemente troppo costoso.

Ma la Carbon Engineering sostiene di aver ridotto drasticamente i costi, portandoli a circa 100 dollari per tonnellata.

La visione [della Carbon Engineering] è quella di ridurre gli effetti del cambiamento climatico tagliando prima le emissioni, quindi riducendo la CO2 atmosferica “, ha spiegato Steve Oldham, CEO dell’azienda. “Il nostro carburante pulito è pienamente compatibile con i motori esistenti, quindi fornisce al settore dei trasporti una soluzione per ridurre in modo significativo le emissioni, sia attraverso la miscelazione che con l’uso diretto“.

Si tratta di una tecnologia scalabile, flessibile e dimostrata.

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L’obiettivo è trasformare il carbonio nell’aria in carburante per auto, barche e aerei. Ingegneria del carbonio

La società è stata costituita nel 2009 e conta tra i principali finanziatori Bill Gates e Norman Murray Edwards. Il procedimento funziona aspirando aria in apposite torri di raffreddamento dove viene a contatto con una soluzione di idrossido di potassio, che reagisce con la CO2 producendo carbonato di potassio. Dopo alcuni altri passaggi, viene rilasciata una pallina di carbonato di calcio, simile ad un truciolo di pellet.

A questo punto si può scaldare il pellet che rilascia la CO2 che potrebbe essere pressurizzata e pompata sottoterra. Tuttavia, l’azienda prevede di utilizzare il gas – con l’aggiunta di idrogeno derivato dall’acqua – per produrre un combustibile sintetico a emissioni zero che può essere utilizzato direttamente da automobili, imbarcazioni e aerei.

Una delle principali critiche contro lo sviluppo di nuove tecnologie come queste è che si tratta solo di palliativi che danno scuse per non intensificare gli sforzi per diminuire le emissioni di carbonio ma l’azienda sostiene che l’adozione massiva del suo metodo mediante torri di raffreddamento permetterebbe di riportare a livelli di sicurezza la CO2 atmosferica, stoccando il carbonio compresso in caverne sotterranee, fornendo così una riserva di combustibile potenzialmente illimitata, un carburante pulito e rinnovabile, che potrebbe attrarre investimenti significativi.

La Carbon Engineering gestisce un impianto pilota dal 2015 e attualmente raccoglie circa una tonnellata di carbonio al giorno. In futuro, prevedono di poter arrivare a raccogliere l’equivalente di circa 2000 barili di di carburante al mese.