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Migranti: la bomba è pronta ad esplodere

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Il nostro governo non ha fatto in tempo ad accogliere la solidarietà a parole dei leaders europei che l’emergenza migranti è riesplosa in tutta la sua drammaticità: oltre 8000 sbarchi nei nostri porti in meno di tre giorni, arrivando a superare la capacità di accoglienza prevista per tutto quest’anno in duecentomila posti, con le prefetture costrette a requisire strutture per l’accoglienza e l’annuncio dell’apertura di nuovi porti come, ad esempio, Civitavecchia.

L’aspetto preoccupante che è emerso in questi ultimi giorni è che in molti luoghi la cittadinanza stavolta ha reagito male, alzando barricate e manifestando contro lo stanziamento degli immigrati nei propri territori, ora anche sostenuti dai sindaci dei singoli comuni che, ricordiamolo, delle istituzioni sono i rappresentanti.

Gentiloni e Minniti si sono detti soddisfatti del nulla ottenuto in sede europea, dove le uniche concessioni sono state un pugno di euro, 26 milioni, e la definizione di regole per la navi delle ONG apparentemente più restrittive ma che alla fine non cambiano nulla. Dire che le ONG dovranno dare la disponibilità a far salire a bordo osservatori delle forze di polizia non significa che poi gli osservatori saliranno, così come i divieti di spegnere il trasponder, di avere contatti con gli scafisti, di entrare nelle acque territoriali libiche e l’obbligo di sequestrare i motori delle imbarcazioni che portano i migranti fanno un po’ ridere. Quindi, secondo frontex e la UE, di notte le navi delle ONG dovranno rimanere a luci spente, cosa che non faranno, e giustamente, per motivi di sicurezza; non potranno spegnere i trasponder o avere contatti con gli scafisti e le loro organizzazioni, in caso contrario potrebbero vedersi interdetto l’ingresso ai porti italiani SALVO in caso di gravi emergenze. E come la definirebbe il nostro governo una nave carica di migranti in pessime condizioni fisiche, magari bambini da soli e donne incinta? Si tratta di direttive inapplicabili che le ONG accetteranno e poi ignoreranno. Come potrebbe una nave di volontari umanitari imporre il sequestro del motore di barche e gommoni mentre è tutta presa ad imbarcare migranti?

Queste limitazioni teoriche, poi, riguardano le ONG ma le navi militari straniere impegnate nell’operazione frontex? Perché i solidali paesi alleati rifiutano di aprire i loro porti? Perché blindano i confini? La Francia non apre i porti e schiera una quantità enorme di forze di polizia alla frontiera di Ventimiglia per rintracciare e respingere in Italia i migranti che tentassero di passare il confine ed entrare in territorio francese, così come l’Austria che lascia passare solo pochi migranti con la patente di rifugiati politici al giorno.

I precedenti accordi per la redistribuzione della massa di migranti che arriva in Italia tra i paesi dell’UE sono stati completamente disattesi e l’Italia è stata di fatto lasciata sola, così come la Grecia, ad affrontare l’ondata migratoria. Certo, abbiamo la colpa di avere firmato il trattato di Dublino in materia ma è vero anche che quel trattato risale ad anni in cui il fenomeno migratorio non aveva assunto le dimensioni bibliche attuali e si pensava fosse possibile affrontarlo.

La realtà dei fatti è che, al contrario di quanto sostengono le organizzazioni non governative e certa propaganda ideologica di una parte politica, la gran massa dei migranti, oltre l’85%, appartiene, come ha detto anche Macron per giustificare il rifiuto della Francia a fare la sua parte, alla categoria dei migranti economici e non ai perseguitati politici o religiosi, profughi di guerra e quant’altro.

Secondo alcune stime saranno almeno 150 milioni le persone che, nei prossimi anni, si muoveranno per migrare verso i paesi europei, una massa di persone insostenibile per un solo paese e, probabilmente, difficilmente sostenibile perfino per l’UE nel suo complesso. La gestione dei migranti ha costi economici altissimi per l’Italia e la stessa UE senza considerare gli altissimi costi sociali provocati da questa massa di persone in gran parte non disposta ad integrarsi realmente abbracciando in toto leggi, regole ed usi del nostro paese.

Il governo si va affannando ad assicurare che la crescita è raddoppiata e che la crisi è finalmente dietro le spalle nel tentativo di far dimenticare all’opinione pubblica la figuraccia fatta alzando la voce contro l’Ue e la successiva dimostrata incapacità di far seguire alle parole i fatti ma la verità è che, crescita o no, la disoccupazione sale e le famiglie in stato di povertà sono moltissime secondo i dati forniti dalla stessa ISTAT, dati che fanno salire parecchi dubbi sull’affermazione dei bankitalia sulla crescita che si attesterebbe per quest’anno a livelli doppi rispetto alle previsioni. Se c’è crescita dove va a finire la nuova ricchezza prodotta?

Ma torniamo ai migranti. Sono sempre più numerosi i fenomeni di intolleranza e protesta dovuti all’esasperazione. Le barricate contro l’insediamento di nuovi migranti nei territori non sono più episodi spot guidati da parti politiche notoriamente populiste e intolleranti ma oggi troviamo esponenti notoriamente progressisti sulle barricate, lo stesso ex premier Matteo Renzi si è deciso ad affermare quello che la destra e perfino il movimento 5 stelle affermano ormai da tempo: che è ormai necessario intervenire localmente per fermare alla fonte il fenomeno migratorio.

Certo, intervenire nei paesi dell’Africa subsahariana per aiutare quelle economie allo scopo di creare condizioni di vita più sostenibili avrebbe dei costi abbastanza alti, senza contare la necessità, in molti di quei paesi, di imporre drastici cambiamenti politici, cosa che in molti casi richiederebbe l’uso della forza, ma siamo certi che, sul lungo termine non sia un investimento vantaggioso? Oggi abbiamo alti costi per l’accoglienza, la gestione e il sostegno dei migranti e sono costi in salita. Piaccia o no agli altri paesi europei, arriverà un momento in cui l’Italia non potrà più essere un tappo alla migrazione di massa semplicemente perché l’Italia sarà travolta. Già oggi, su una popolazione di circa 60 milioni di abitanti,almeno 8 se non 10, milioni tra censiti e non censiti, sono immigrati. La proiezione dei nuovi migranti per quest’anno sfiora il mezzo milione e, al ritmo di mezzo milione l’anno, ammesso non vi siano incrementi, quanto tempo passerà ancora prima che le autorità italiane perdano il controllo della situazione?

I cittadini, che sono quelli su cui grava l’impatto sociale provocato dalla massa migrante, se stanno già accorgendo e anche gente che tutto è stata nella propria vita tranne che razzista e intollerante comincia a mugugnare e ad alzare la voce. Quanto passerà prima si passi dalle manifestazioni e le barricate dimostrative alla rivolta civile?

Il governo attuale e chi vincerà le ormai vicine elezioni politiche faranno bene a darsi da fare su un progetto realistico e condiviso a livello UE che permetta di affrontare il problema seriamente per ridurre drasticamente i flussi migratori. Si possono accettare coloro che sfuggono dalle guerre e dalle persecuzioni ma in una’rea del mondo come l’europa, e l’Italia in particolare dove non si riesce a garantire lavoro e un’esistenza dignitosa nemmeno a tutti i propri cittadini, molti dei quali versano in condizioni di povertà vera, non è davvero più possibile accogliere decine se non centinaia di migliaia di migranti economici che, è vero, vengono qui a cercare lavoro e una vita più dignitosa ma, è anche vero, che proprio la loro presenza ha provocato in molti settori, ad esempio l’agricoltura e l’edilizia, il crollo dei salari.

La bomba sociale è pronta ad esplodere, disinnescarla richiederà investimenti, coraggio e fermezza. L’Italia e l’Europa saranno in grado di affrontare il problema con soluzioni vere e definitive e non con provvedimenti provvisori che non risolvono nulla?

Breaking News: G2 (MODERATE) GEOMAGNETIC STORM WATCH ISSUED – VALID FOR 16-17 JUL 2017

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G2 (MODERATE) GEOMAGNETIC STORM WATCH ISSUED – VALID FOR 16-17 JUL 2017

published: Friday, July 14, 2017 11:52 UTC

Tra il 16 ed il 17 luglio la Terra sarà colpita da una moderata tempesta geomagnetica causata dalla grande macchia solare orientata verso il nostro pianeta individuata nei giorni scorsi. Si tratta di una previsione del Noaa, l’agenzia governativa statunitense che monitora gli oceani e l’atmosfera.

Secondo il Noaa, la tempesta sarà di livello G2 su una scala da 1 a 5.

Ad essere disturbati dalla tempesta geomagnetica saranno le comunicazioni radio, alle latitudini più vicine al polo nord, sistemi come le centrali elettriche potrebbero registrare sbalzi di tensione e danni ai trasformatori. Mentre potrebbero essere necessarie manovre di orientamento e correzione dell’orbita dei satelliti e della Stazione spaziale. Durante questi fenomeni, infatti, l’alta atmosfera subisce un innalzamento della temperatura e della densità. Questo fa sì che gli oggetti in orbita bassa come satelliti e la stessa Iss possano essere rallentati e quindi trascinati verso il basso.
L’effetto più spettacolare provocato dalla tempesta solare saranno spettacolari aurore, visibili a latitudini molto più basse rispetto al normale. Lo Space weather prediction center stima che potrebbero arrivare addirittura a New York per gli Stati Uniti, Scozia, Danimarca (ma con la possibilità che si vedano anche nel nord della Germania) per l’Europa.

Le tempeste geomagnetiche si verificano quando una eruzione solare (Coronal mass ejection) è diretta verso la Terra e le particelle cariche sotto forma di plasma interagiscono con il campo magnetico del nostro pianeta. Il 14 luglio il Sole ha ‘sparatò nella nostra direzione una nuvola di protoni ed elettroni a circa 825 chilometri al secondo, quasi tre milioni di chilometri all’ora. A questa velocità servono più o meno 50 ore per raggiungere la Terra (che dista poco meno di 150 milioni di chilometri).

La gigantesca macchia comparsa sul Sole nei giorni scorsi è una regione attiva e ‘turbolenta’. Gli esperti avevano previsto da quella zona probabili fenomeni di brillamento (che si è verificato proprio il 14 luglio con disturbi alle comunicazioni radio registrati Pacifico) e di espulsione di massa coronale, che è seguito subito dopo.

Flottillas, ebanis e credulità…

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Uno dei più grandi misteri dell’era moderna sono sicuramente gli UFO. Da decenni in ogni parte del mondo vengono avvistati dischi, sfere, sigari, triangoli o congegni dalle forme più bizzarre e tra di esse possiamo sicuramente inserire le “flottillas UFO e gli Ebanis o “UFO whorm”, misteri almeno a leggere quanto circola in rete nonostante le palesi e ingenue bufale che circolano.

Come quasi tutti gli argomenti ufologici, le flottillas e gli Ebanis sono quegli argomenti che non fanno altro che ridicolizzare ulteriormente l’ufologia. Certo, a dare retta ai cospirazionisti più incalliti sarebbero, flottillas e ebanis, ulteriori argomenti creati ad arte per distogliere l’attenzione, per confondere le acque e chi più ne ha più ne metta, in realtà sono argomenti che sicuramente attirano e hanno un potenziale economico, per chi ci specula con libri, conferenze e quant’altro, notevole.

Flottillas

Le flottillas nascono grazie a foto o riprese effettuate da grande distanza di ciò che resta nel cielo dopo il lancio di semplici palloncini gonfiati con l’elio e trascinati dal vento. Essenzialmente si tratta proprio di filmati di gruppi palloncini lanciati in aria in seguito ad un evento, che vengono spacciati per UFO. La bufala poi prende piede grazie ai tanti creduloni che acriticamente vedono in queste formazioni in balìa del vento movimenti intelligenti.

Come per tutte le cose, anche nel mondo dell’ufologia ci saranno sempre persone disposte a credere ciecamente a racconti ormai sbufalati o a video evidentemente falsificati, questo grazie alla sfiducia nei confronti della scienza e dei ricercatori seri che svelano le tante menzogne, scienziati spesso accusati di partecipare al grande insabbiamento delle verità che a loro fanno comodo.

I sogni e le illusioni, come sappiamo, sono duri a morire.

Gli ebanis o UFO whorm

Gli Ebanis sono in stretto collegamento con le flottillas UFO essendo nient’altro che palloncini uniti assieme in gruppi più o meno numerosi. Quando vengono lanciati in aria tendono ad assumere forme diverse, talvolta ondeggiando, oppure, se abbastanza lunghi, tendono ad attorcigliarsi, i loro movimenti dovuti al vento sono scambiati dagli ufofili più incalliti come movimenti intelligenti.

I “fenomeni” chiamati flottillas e ebanis, come detto, non sono altro che palloncini rilasciati in occasione di eventi o a scopo pubblicitario. L’ingegno umano non ha confini e questi semplici palloncini spesso sono spacciati dai tanti furbi in circolazione come ufo o come forme di vita aeree non identificate, su internet i video si sprecano e questi personaggi ci guadagnano sopra grazie ai click sui filmati e sulla pagine dove vengono mostrati.

Moon express sta per iniziare lo sfruttamento commerciale della Luna

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Moon Express ha grandi progetti per diventare la prima società privata a portare un veicolo sulla superficie lunare e a creare una stazione di allunaggio-decollo automatizzata nei prossimi tre anni.

La scorsa settimana, la startup con base a Cape Canaveral ha annunciato i suoi piani per stabilire un avamposto lunare per l’estrazione, la ricerca e da utilizzare come un porto per ulteriori esplorazioni nel sistema solare.

Moon Express intende avviare questa missione con l’ MX-1 Scout Class Explorer ,  la “navicella spaziale planetaria più economica mai costruita“, che è in fase di sviluppo. L’aspetto più interessante è che prevedono di effettuare il lancio verso la Luna entro il 2020.

Dopo lo sbarco del primo scout, seguiranno una serie di veicoli spaziali sempre più grandi  – MX-2 , MX-5 e  MX-9 – che, una volta allunati, dovrebbero essere in grado di essere assemblati in una struttura unica in grado di diventare operativa. insieme. Alla fine, un lander robotizzato diventerà espressione della prima impresa commerciale che riporterà con successo campioni di terreno lunare sulla Terra.

La società Moon Express è nata nel 2010 partecipando al premio Google Lunar X , una “gara” lanciata dal gigante di Mountain view che mettevano in palio 20 milioni di dollari per la prima società privata in grado di mandare sulla Luna un lander robotizzato, capace di spostarsi sulla superficie lunare per almeno 500 metri e inviare alcuni video ad alta definizione sulla terra. Le aziende impegnate devono far partire i propri progetti entro la fine del 2017. Sono finora cinque le società private che si sono impegnate a lanciare la loro navicella spaziale nella speranza di vincere il premio di 20 milioni di dollari: SpaceIL, Moon Express, Synergy Moon, TeamIndus e HAKUTO.

Secondo i dirigenti di Moon Express, la Luna è “l’8° Continente della Terra” ed è maturo per la raccolta. L’aspetto minerario della Luna è centrale nella loro visione dal momento che  le rocce ed ii suolo della superficie lunare sono ricchi di materie prime utili, ma pesanti (e quindi costose da lanciare dalla Terra) come il magnesio, l’alluminio, il silicio, il ferro e il titanio. Gran parte di queste riserve intatte sono anche relativamente accessibili in quanto sono vicine alla superficie.

Attraverso la commercializzazione dello spazio con navicelle economiche e riutilizzabili, Moon Express ritiene di avere la chiave per rendere lo spazio accessibile a tutti.

“Ecco dove è il mio cuore, nell’esplorazione del sistema solare su larga scala, aperta a tutti i competitors per renderla più veloce e conveniente ed accrescere le nostre conoscenze attraverso nuove scoperte per creare nuove occasioni, economiche e sociali. Non qualcosa di limitato a pochi, costosi viaggi sponsorizzati da re e governi la conoscenza e la scoperta, non solo alcuni viaggi costosi sponsorizzati da re e governi. La storia dell’umanità ci insegna che le grandi esplorazioni, prima fatte da pochi poi da sempre più uomini e imprese, sono sempre state il punto di partenza per costruire qualcosa di grande”, È quanto affermato a Space.com da Bob Richards, co-fondatore e CEO di Moon Express “Abbiamo bisogno di allargare i nostri orizzonti e aprire lo spazio a tutti”.

Combustione umana spontanea

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di Oliver Melis per Aenigma

Circola da anni una “leggenda” che racconta di uomini e donne che spontaneamente e senza ragione apparente prendono fuoco, un fenomeno noto come “autocombustione spontanea umana

L’autocombustione spontanea umana avverrebbe a causa di reazioni cellulari e senza fonti esterne che la inneschino.

Il primo caso di combustione umana spontanea risalirebbe addirittura al XV secolo e sarebbe accaduto in Italia. La storia racconta che un cavaliere di Milano, Polonius Vorstius prese fuoco dopo aver bevuto un bicchiere di vino. Era il 1470 e la vicenda fu raccontata quasi 200 anni dopo dal medico e matematico danese Thomas Bartholin. Altro caso di combustione spontanea che ci raccontano gli annali è quello occorso alla Contessa Cornelia Di Bandi, nel 1731 a Cesena. La Contessa venne trovata con la testa, le dita e le gambe carbonizzate, il resto del corpo non presentava segni di bruciature e la camera non fu coinvolta nell’incendio.

Nel 1967 un viglile del fuoco raccontò di aver visto un barbone bruciare spontaneamente dopo aver emesso una fiammata azzurra dal ventre e in Florida una donna venne trovata carbonizzata in salotto; con lei bruciarono una pila di giornali e una parte della moquette dove si trovava il corpo, il resto della stanza non fu, invece, coinvolto nell’incendio.

Come spiegare il fenomeno? alcuni studiosi hanno puntato il dito contro il consumo smodato di alcolici, altri invece attribuiscono la causa al grasso corporeo assorbito dai vestiti che si comporterebbero come lo stoppino di una candela. Ma un docente di Cambridge sostiene di aver anche capito cosa può provocarla.

Il professor Brian J.Ford, un biologo molecolare, ha condotto delle prove per capire come la combustione spontanea possa avvenire. Egli mise a marinare nell’etanolo della carne di maiale proveniente dall’addome dell’animale che, una volta messa a contatto con una garza imbevuta di alcol etilico, avrebbe dovuto accendersi. Purtroppo per il ricercatore, non accadde invece nulla. Il ricercatore concluse che il responsabile dell’autocombustione umana potrebbe essere l’acetone. Secondo lui, infatti, in presenza di alcolismo, una dieta priva di grassi, il diabete e problemi di dentizione il corpo sviluppa chetosi che produce acetone. Sono state fatte delle prove imbevendo carne di maiale con l’acetone e vestendole. Dopo aver acceso un fuoco in circa mezz’ora la carne era completamente ridotta in cenere.

Ma è sufficiente la presenza dell’acetone per avviare la combustione spontanea? Forse no anche perché è difficile che le cellule producano abbastanza acetone da essere determinante per l’avanzamento della combustione. È però possibile che la presenza di una piccola percentuale della sostanza abbia reso gli abiti infiammabili. Forse queste ricerche bastano a convincere i tanti sostenitori del fenomeno di combustione spontanea ma c’è da aggiungere ancora un tassello, una logica obiezione posta dello scettico Benjamin Radford:

Se la combustione umana spontanea è un fenomeno reale, perché non accade più spesso? Ci sono 7 miliardi di persone nel mondo, e ancora non vediamo casi di persone che vengono avvolte dalle fiamme mentre camminano per strada. Nessuno è mai stato visto, filmato o ripreso (per esempio, da una videocamera di sorveglianza) mentre improvvisamente bruciava. È sempre successo a singole persone che si trovavano sole vicino a una fonte di accensione.

Molti medici hanno rifiutato la spontaneità del fenomeno notando che in tutti i casi erano coinvolte persone inferme che non sarebbero state in grado di reagire prontamente e in molti casi non mancavano indizi di inneschi esterni, quali caminetti, lampade, mozziconi di sigarette…

Insomma, fino a prova contraria, il fenomeno dell’autocombustione spontanea umana non esiste ed è solo l’ennesimo specchietto per le allodole dietro cui si celano i soliti mistificatori e profittatori…

Oliver Melis è owner su facebook delle pagine NWO ItaliaPerle complottare e le scie chimiche sono una cazzata

Spiriti e fantasmi, contatti con la vita dopo la morte

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Sappiamo tutti di dover morire e questo ci distingue dagli animali che non hanno questa consapevolezza ma che comunque fanno di tutto per autoconservarsi il più a lungo possibile. Esiste un confine tra la vita e la morte e questo confine, questa linea di separazione, divide due mondi. C’è chi crede che questi due mondi possano in qualche modo entrare in contatto, a certe condizioni. È davvero possibile o chi ci crede lo fa solo per esorcizzare in qualche maniera la paura della morte? I fantasmi esistono? La vita continua dopo la morte? Domande che attanagliano l’umanità da sempre e che per alcuni hanno risposte certe, seppur diverse.

La nostra storia è piena di tracce, di rituali e di mistero. Le sepolture più antiche che abbiamo ritrovato sono datate a 90 mila anni fa. Esistono pitture rupestri di 20 mila anni fa che raccontavano viaggi nell’aldilà dove si credeva che i corpi contenessero un’anima raffigurata da un uccello. Anche gli Egizi credevano nell’oltretomba dove la vita, dopo la morte, seguiva regole ben precise. In passato si riteneva che i defunti non amassero essere disturbati e per questo i rituali associati servivano anche a tenerli tranquilli ma possiamo produrre delle prove per confermare l’esistenza dell’anima? Cosa ci dice la Fisica in proposito?

Se esistesse una vita oltre la nostra percezione sensoriale i fisici del CERN probabilmente l’avrebbero scoperta.

Brian Cox, fisico britannico, afferma che nel modello standard che descrive la materia e le quattro forze che tengono insieme l’universo non c’è spazio per una forza che possa veicolare informazioni su di noi dopo la morte e che non possa essere rivelato dal LHC. “Se vogliamo che ci sia uno schema persistente che porti informazioni sulle nostre cellule viventi, allora bisogna specificare in quale mezzo è inserito e come interagisce con la materia di cui è fatto il nostro corpo” afferma Cox.

«Se ci fosse una sostanza che guida i nostri corpi, facendo muovere le braccia e le gambe, dovrebbe anche interagire con le particelle di cui siamo fatti. E poiché sono state fatte misurazioni precise delle modalità con cui le particelle interagiscono, si può concludere che non esiste tale forza o energia.»

I più accaniti sostenitori della vita dopo la morte potrebbero farci notare che il modello standard ha dei punti deboli ma scordano una cosa fondamentale: spiriti, spettri, fantasmi o anime, insomma chiamateli come volete, non sono in accordo con la seconda legge della termodinamica che dice che l’entropia, o più semplicemente il disordine, di un sistema isolato con il passare del tempo tende ad aumentare e quindi una vita eterna e estremamente ordinata sotto forma di spirito è impossibile.

Chiaramente, in tutto questo, la religione, la fede, l’incrollabile desiderio di continuare ad esistere che alberga dentro ognuno di noi spesso non possono accettare spiegazioni e ragioni scientifiche che neghino la vita dopo la morte e, in fondo, sono innumerevoli le manifestazioni sovrannaturali attribuite alle anime dei defunti, così come sono moltissime castelli e case dove c’è chi giura di avere incontrato il fantasma degli antichi proprietari.

Insomma, non c’è vita dopo la morte ma rispettiamo i defunti, si sa mai che si presentino davvero a tirarci i piedi nel sonno…

Il gioco dell’uomo della mezzanotte (midnight man)

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Il “gioco di mezzanotte” è un rituale che veniva utilizzato nelle antiche religioni pagane per punire chi non aveva rispettato le leggi. Si tratta di un gioco che non è consigliabile eseguire poiché consiste in un rito che permette ad uno spirito di entrare nella propria casa e chi lo esegue rischia la pazzia o la morte.

Per eseguire il rituale avrete bisogno delle seguenti dei seguenti oggetti: carta, matita, ago, candela, una scatola di fiammiferi, la porta di casa in legno e una saliera piena di sale.

La prima cosa da fare è accendere la candela e spegnere tutte le luci artificiali.
Il passo successivo consiste nello scrivere il proprio nome sul foglio di carta, nella metà inferiore.
A questo punto è necessario pungersi un dito con l’ago e stillarne una goccia di sangue che dovrà cadere sulla carta ed esserne assorbita.

Il figlio di carta con il nome e la goccia di sangue va posizionato davanti alla porta di casa che DEVE essere di legno.

Quando mancano pochi secondi a mezzanotte si deve bussare 22 volte sulla porta. La 22° volta deve cadere in concomitanza con lo scoccare della mezzanotte.
Ora bisogna aprire la porta, soffiare sulla candela e richiudere. A questo punto l’uomo della mezzanotte è stato convocato.
Riaccendere immediatamente la candela.

Il gioco è iniziato. Lo scopo è evitare di essere presi dall’uomo della mezzanotte fino alle 3.33.

Per farlo è consigliabile muoversi per tutta la casa, tenendo la candela accesa, senza fermarsi a lungo in nessun ambiente. Se la candela dovesse spegnersi, significa che l’uomo della mezzanotte è nei pressi, bisogna riaccenderla immediatamente oppure usare la saliera per costruire un cerchio di sale intorno a sé e rimanervi dentro.

Restare senza la protezione della candela o del sale comporta il rischio di essere presi dall’uomo della mezzanotte e ritrovarsi immersi nelle proprie peggiori paure, fino alla pazzia o alla morte.

Se si è ancora vivi e sani di mente alle 3:33, si è vinto il gioco. In caso contrario sarete, probabilmente, immersi un modo di terrore, sfiorando la pazzia o, forse, sarete morti.

Nel video sottostante potete vedere cosa può accadere durante una partita al gioco dell’uomo della mezzanotte. Se deciderete di provare a giocare questa partita, tornate, se potrete, e fateci sapere come è andata.

La maledizione del film “Poltergeist”

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di Oliver Melis per Aenigma

I tanti fan del genere lo ricorderanno benissimo, Poltergeist, il primo di tre film di una trilogia  cinematografica, rispettivamente: Poltergeist (1982, scritto da Steven Spielberg e diretto da Tobe Hopper), Poltergeist II (1986, diretto da Brian Gibson), e Poltergeist III (1988, diretto da Gary Sherman), dove una normale famiglia di periferia viene perseguitata da malefiche presenze che daranno vita a eventi terrificanti. Il film costituisce una delle avventure più note del genere Horror.

Alcuni dei protagonisti del film furono vittime di eventi tragici che per molti divennero il segno di una maledizione che gravava sul cast del film.

Diverse sono stati i decessi tra i membri del cast della Trilogia “Poltergeist” e le morti hanno finito per ammantarsi di un mito quasi leggendario, dando ai films della serie la fama di “maledetti”, come se gli spiriti ed i demoni maligni citati nella pellicola abbiano preso vita sottraendola a diversi dei protagonisti dei tre film.

Quattro furono i decessi tra gli attori del cast, Dominique Dunne (Dana Freeling), Heather O’Rourke (Carol Ann Freeling), Will Simpson (Taylor, uno spirito buono) e Julian Beck (Hanry Kane, uno spirito cattivo). Una delle interpreti, Dominique Dune venne strangolata dal suo ex davanti casa sua, aveva appena 22 anni.

L’idea della maledizione nacque a causa delle tante morti improvvise e misteriose che vennero attribuite alla colpa di avere preso parte a un film sugli spiriti maligni che si sarebbero vendicati in qualche modo.

Non è la prima volta che un film acquista una fama simile e, anzi, succede spesso che morti accidentali di personaggi particolarmente giovani diano il via alla circolazione di voci su qualche presunta maledizione gravante sui personaggi e sugli attori del film. O’Rourke, ad esempio, prese parte a tutti e tre i film, interpretando la protagonista, ma morì prima dell’uscita dell’ultimo film, fatto che fece nascere la voce della sua presunta scomparsa durante la realizzazione della pellicola.

Le altre due morti non furono certamente accidentali ma dovute a malattie contro le quali gli attori combattevano da tempo. Infatti le loro morti non sono contemplate tra quelle definite “maledette” . Il 60enne Julian Beck morì di tumore allo stomaco nel settembre 1985 dopo aver lottato per quasi due anni, e il 53enne Will Sampson nel giugno di due anni per problemi che si portava dietro dall’infanzia.

La coincidenza è la chiave di lettura giusta in casi del genere anche se spesso, menti poco razionali, creano legami che in realtà non ci sono.

Come abbiamo visto, le varie morti e i decessi per malattie, molte volte pregresse, nulla hanno a che fare con la superstizione che in tanti hanno voluto vedere nella trilogia di Poltergeist e in altri film ugualmente noti.

Oliver Melis è owner su facebook delle pagine NWO ItaliaPerle complottare e le scie chimiche sono una cazzata

Minimo solare: il solar dynamics observatory filma una enorme macchia solare

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Il Solar Dynamics Observatory della NASA, una sonda spaziale dedicata allo studio del sole, ha filmato una macchia solare dal diametro di 120 mila chilometri. Si tratta di una formazione legata al minimo solare che sta iniziando. Secondo gli esperti, nei prossimi mesi vedremo meno macchie solari del normale che, facilmente saranno più grandi della regola, e meno brillamenti solari che potranno anch’essi essere più grandi e potenti della media.

Questa situazione potrebbe provocare forti tempeste elettromagnetiche, in grado di influenzare le nostre comunicazioni satellitari.

Le macchie solari sono piccole parti della superficie solare che appaiono più scure dell’ambiente circostante a causa della perdita della tensione superficiale causata dal flusso magnetico, in pratica da un’intensa concentrazione di complessi campi magnetici.

Le macchie solari sono relativamente comuni, ma quando il sole si avvicina al minimo solare – la parte meno attiva del suo ciclo di 11 anni – la frequenza delle macchie solari diminuisce. La grande macchia filmata da SDO questa settimana è l’unica osservata in due giorni e, attualmente, è l’unica visibile sulla superficie del sole.

Mentre le macchie solari normalmente sono piuttosto piccole, il video appena rilasciato dalla NASA mostra che la zona di attività elettromagnetica intensiva è, in realtà, più grande della Terra.

Charlie, tutto rinviato, presto un consulto congiunto tra medici inglesi, americani ed italiani

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di Massimo Zito

È stata una giornata di grande tensione presso las suprema corte inglese dove si sta decidendo il destino del piccolo Charlie Gard, il bambino di ormai 11 mesi affetto dalla sindrome da deplezione mitocondriale, una rara malattia genetica che impedisce il normale sviluppo neurologico.

Come si sa, l’udienza odierna serviva a riesaminare il caso dopo la sentenza in ultimo grado che stabiliva, per il bene del paziente e secondo la legge inglese sull’accanimento terapeutico, la necessità di staccare la spina alle macchine che tengono in vita il piccolo Charlie. Il riesame era stato richiesto dall’ospedale inglese dove il piccolo è ricoverato in seguito all’intervento di specialisti americani e italiani che. sollecitati dai genitori del piccolo, hanno presentato nuovi protocolli terapeutici sperimentali che potrebbero restituire a Charlie una speranza di vita.

Davanti al giudice, lo stesso che aveva pronunciato al sentenza fatidica che ordinava il distacco delle macchine, gli avvocati del GORSH, l’ospedale inglese, continuavano a sostenere l’opinione dei medici curanti, secondo la quale per il bambino non esistono più speranze e tenerlo in vita sarebbe solo un atto di crudeltà imponendogli indicibili sofferenze. Dall’altro lato, l’avvocato della famiglia Gard sosteneva la posizione dei genitori che hanno, di nuovo, avuto anche un vivace battibecco con il giudice, a loro parere evidentemente prevenuto. Solo il pubblico impegno dello stesso a rivedere la sua precedente decisione in caso vengano presentati elementi probatori convincenti ha calmato le acque.

Fuori dal tribunale, decine di rappresentanti dell’esercito di Charlie, una schiera di cittadini che hanno sostenuto la famiglia sia economicamente che intervenendo fisicamente alle varie udienze, con cartelli e slogans.

Alla fine, una piccola speranza per Charlie. Ascoltato un neurologo americano presentato dalla famiglia di Charlie in teleconferenza, il giudice si è mostrato scettico sulle dichiarazioni dello stesso di poter garantire almeno un 10% di probabilità di recupero neurologico almeno parziale per il bambino nel caso rispondesse alla terapia. Secondo il medico americano, circa la metà dei pazienti come Charlie rispondono positivamente alla somministrazione orale di nucleosidi che, penetrando la barriera ematoecefalica, riescono ad avere effetti positivi sulla patologia. Il giudice si è dovuto parzialmente arrendere quando la testimonianza del luminare americano e stata supportata anche da un documento redatto dai medici dell’ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma.

Per il momento il giudice ha rinviato a domani la decisione di una data della settimana prossima, in cui i medici americani, inglesi ed italiani si riuniranno a consulto al capezzale del bambino per stabilirne definitivamente lo stato e le residue possibilità di recupero.

Insomma, il giudice continua ad apparire molto scettico ma ci va con i piedi di piombo. Il caso del piccolo Charlie è ormai davanti alle opinioni pubbliche di tutto il mondo e, da quando sono intervenuti sulla vicenda il presidente Trump e Papa Francesco in persona, coinvolge ormai le diplomazie ai massimi livelli. Chiaramente una patata bollente per un giudice fautore della rigida applicazione della legge ed evidentemente poco propenso a ripensarci.

Stante lo stato delle cose, l’impressione è che ora tutto si deciderà nel consulto della prossima settimana e che se i medici del GOSH accetteranno la validità dei protocolli proposti da americani ed italiani, cambiando la loro diagnosi infausta e senza appello, il giudice potrà cambiare la sua precedente sentenza. Se i medici del GOSH dovessero irrigidirsi, per Charlie il destino sarebbe segnato.